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AI Act, via libera del Parlamento europeo

Verso la prima legge europea sull’intelligenza artificiale

I tormentoni tech degli ultimi mesi sono due, uno strettamente legato all’altro.

Il primo riguarda gli approdi sempre più avveniristici dell’intelligenza artificiale, specie quella generativa, produttrice cioè di nuovi contenuti. Ci siamo tutti meravigliati, ad esempio, nel vedere la qualità delle clip video prodotti da Sora, software di OpenAI capace di trasformare un comando testuale in un video estremamente realistcio della durata di un minuto.

Il secondo è una conseguenza quasi diretta del primo, e cioè una sempre più urgente necessità di regolamentare l’intelligenza artificiale. In questo senso qualcosa, anzi molto, almeno in Europa si sta muovendo: mercoledì 13 marzo il Parlamento europeo ha dato il suo ok all’AI Act. Vediamo meglio cos’è successo e ricordiamo cosa è l’Artificial Intelligence Act.

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Ai ACT: via libera del Parlamento europeo

Via libera del Parlamento europeo all’AI Act con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astenuti. L’Europa avrà dunque il suo regolamento sull’intelligenza artificiale.

Si applicherà a chiunque, soggetto pubblico e privato, produca software di intelligenza artificiale destinati al mercato comunitario o il cui utilizzo riguardi persone situate nell’Unione europea.

Restano esclusi solo i sistemi di intelligenza artificiale per scopi militari, di difesa o sicurezza nazionale, per finalità di ricerca scientifica. Oltre a quelli rilasciati con licenze free e open source.

L’iter

Il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale nasce nell’aprile del 2021 su proposta della Commissione europea.

Dopo i pareri favorevoli del Consiglio e del Parlamento Ue, si è arrivati alla sofferta seduta dello scorso 9 dicembre, di cui vi abbiamo dato conto in un articolo. Dopo ben 22 ore di contrasti, è arrivato l’accordo politico del trilogo, ossia la riunione congiunta di rappresentanti di Consiglio, Parlamento e Commissione.

Sino all’ok del parlamento europeo all’AI Act. E adesso? Il regolamento entrerà in vigore a scaglioni. Il primo passo sarà, entro sei mesi, l’individuazione delle pratiche vietate, ma per la piena attuazione si dovranno attendere due anni.

L’AI Act in sintesi

L’AI Act, come riporta il sito ufficiale, è “una proposta di legge europea sull’intelligenza artificiale, la prima legge al mondo sull’IA da parte di un importante organismo regolatore. La legge assegna le applicazioni dell’IA a tre categorie di rischio.”

Il regolamento funziona seguendo appunto tre categorie di rischio: più i sistemi di IA sono a rischio elevato, più stringenti sono le misure del provvedimento.

Ci sono alcuni sistemi di intelligenza artificiale del tutto vietati. Tra questi, i sistemi di polizia predittiva: le forze dell’ordine potranno utilizzare sistemi di riconoscimento biometrico solo in casi eccezionali, come la minaccia terroristica imminente, la ricerca di vittime di gravi crimini o la persecuzione di reati gravi.

Vietato anche il riconoscimento facciale, tranne che “nella ricerca mirata di una persona condannata o sospettata di aver commesso un reato grave”.

Proibiti anche il riconoscimento delle emozioni nelle scuole e nei luoghi di lavoro, il social scoring (punteggio sociale) e le tecniche che mirano a manipolare il comportamento umano.

Le sanzioni

Le aziende che non rispetteranno ciò che imporrà il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, dall’AI Act potranno incorrere in sanzioni differenti a seconda della gravità del reato.

Le multe partiranno da 35 milioni di euro o dal 7% del fatturato annuo globale (il più alto dei due valori) per le violazioni delle applicazioni di IA vietate. Oppure da 15 milioni di euro o dal 3% del fatturato per le altre violazioni, e da 7,5 milioni di euro o dall’1,5% per diffusione di informazioni non corrette.

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Le dichiarazioni

Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno, ha commentato con un certo entusiasmo l’ok del Parlamento europeo all’AI Act.

In un post su X, Breton ha scritto: “Democrazia: 1️-Lobby: 0️. Accolgo con favore lo straordinario sostegno del Parlamento europeo al nostro #AIAct, le prime regole complete e vincolanti al mondo per un’intelligenza artificiale affidabile.

L’Europa è ora un regolatore globale degli standard nel campo dell’intelligenza artificiale. Stiamo regolamentando il meno possibile, ma quanto necessario!”

E l’eurodeputato del PD Brando Benifei, correlatore della commissione per il mercato interno del Parlamento europeo, ha aggiunto: “Tuteliamo i diritti dei lavoratori e dei cittadini. Dovremo ora accompagnare le aziende a conformarsi alle regole prima che entrino in vigore. Siamo riusciti a mettere gli esseri umani e i valori europei al centro dello sviluppo dell’IA.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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