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Intelligenza artificiale. Quali regole? Un libro prova a fornire la risposta

Abbiamo letto per voi il volume di Giusella Finocchiaro

Da quando l’IA generativa è entrata con prepotenza nelle nostre vite, non abbiamo potuto fare a meno di notare un atteggiamento, da parte degli utenti (ma anche degli addetti ai lavori), improntato a una certa emotività. Nei due sensi opposti: ci si divideva, e ancora ci si divide, tra chi critica aprioristicamente l’intelligenza artificiale e chi la saluta come la salvatrice dell’umanità.

Per fortuna, nel tempo, si è iniziato a ragionare in modo più disteso dell’argomento. E ci si è accorti che l’IA, più che di tifosi, ha bisogno di essere conosciuta e normata.

Ma siamo ancora in un àmbito astratto. La domanda concreta se la pone Giusella Finocchiaro, sin dal titolo del suo agile saggio uscito per il Mulino nel gennaio del 2024: Intelligenza artificiale. Quali regole?

L’autrice

Giusella Finocchiaro insegna Diritto privato e Diritto di internet all’Università di Bologna. Avvocato cassazionista, è fondatrice e partner di DigitalMediaLaws, specializzata in diritto delle nuove tecnologie.

Già presidente della Commissione UNCITRAL sul commercio elettronico e della Commissione incaricata dal Ministero di Giustizia di redigere il decreto di adeguamento dell’ordinamento italiano al Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali. È esperta legale presso la Banca Mondiale ed esperto legale UNIDROIT nel “Digital Assets and Private Law project”.

Finocchiaro IA cover

Il libro

Intelligenza artificiale. Quali regole? si compone di quattro parti, ciascuna delle quali propone alcune risposte ma soprattutto fa chiarezza su questioni importanti, sfatando alcuni luoghi comuni e approssimazioni.

L’autrice si occupa subito dello scenario in cui ci troviamo, per poi concentrarsi proprio sul problema delle regole dell’intelligenza artificiale. Dopo di che si occupa di alcune questioni specifiche, per chiudere il volume con un ragionamento sul contesto internazionale, con un occhio di riguardo per l’AI Act.

Accenniamo a ciascuna delle quattro sezioni.

Il contesto

L’autrice esordisce con un’affermazione fondamentale: “regole sì, ma non legislazione dell’emergenza” (p. 20) allo scopo “di placare l’ansia” (ibid.).

E spiega con acutezza come proprio l’emotività abbia fatto percepire l’IA come dotata di autonomia e coscienza. È emblematico il lessico: perché ad esempio, si domanda Finocchiaro, parliamo di “allucinazioni” del software e non di “malfunzionamenti”?

Finché all’IA non sarà riconosciuta coscienza, e dunque personalità giuridica, “si applicheranno le norme vigenti sulla responsabilità civile” (p. 34).

Intelligenza artificiali. Quali regole?

Eccoci al nocciolo della questione. In estrema sintesi, una domanda deve sovrintendere ogni volontà regolatoria: quali valori vanno tutelati? E questi valori sono gli stessi, ad esempio, in Europa e in Cina? Due domande che già complicano non poco la questione.

Quindi ogni regolamentazione dell’IA dovrà rispondere ad altre due domande: l’ambito di applicazione di nuove regole sarà nazionale o sovranazionale? E orizzontale (cioè valido per qualunque àmbito) o verticale (cioè specifico di un determinato àmbito)?

Alcune questioni specifiche

Un ambito di applicazione delle regole riguarda i dati personali (e l’autrice ricorda saggiamente la differenza tra il diritto alla protezione e quello alla riservatezza).

La questione centrale è che si è chiamati a una tensione generata da due esigenze opposte. Nel caso del GDPR, ad esempio, da un lato “favorire lo sviluppo del mercato digitale europeo, il cui bene di scambio è costituito dall’informazione e dai dati personali”, e dall’altro “tutelare la persona nei suoi diritti fondamentali” (p. 75).

Forse la soluzione, spiega Finocchiaro, sarebbe quella di “superare la logica proprietaria” (p. 88) dei dati, accettando che una loro circolazione porti alla comunità più benefici della loro esclusività.

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Intelligenza artificiale. Quali regole?
  • Finocchiaro, Giusella (Autore)

Il contesto internazionale

Intelligenza artificiale. Quali regole? offre infine una panoramica sul contesto internazionale, con un focus sull’AI Act. Di cui si individuano alcune criticità: le norme non sembrano abbastanza dinamiche da potersi adattare alle intelligenze artificiali del futuro, trattano tutte le applicazioni di IA alla stessa stregua e rischiano di andare verso una “burocratizzazione del mercato europeo dell’intelligenza artificiale” (p. 122).

Il volume si chiude con tre sfide cruciali per il futuro dell’Unione europea nell’ambito dell’IA: una nuova definizione di responsabilità per i danni provocati dall’intelligenza artificiale, nuove soluzioni giuridiche per la libera circolazione dei dati nel rispetto dei diritti fondamentali, nuovi strumenti di tutela contro la discriminazione.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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