Pat Gelsinger ha dichiarato il suo ritiro con effetto immediato come CEO di Intel. Il colosso dei semiconduttori affronterà la transizione con una leadership temporanea e cercando, al contempo, un successore permanente.
Le dimissioni di Gelsinger scuotono Intel
Pat Gelsinger, CEO di Intel, ha lasciato il suo incarico senza un successore designato. L’annuncio arriva in un momento critico per l’azienda, che affronta una perdita di valore del 52% delle sue azioni dall’inizio dell’anno. Subito dopo l’annuncio, il titolo ha registrato un modesto rialzo del 3,31%, chiudendo a 24,84 dollari per azione. Durante la transizione, David Zinsner e Michelle Johnston Holthaus guideranno l’azienda come co-CEO ad interim.
Zinsner invece, l’attuale CFO, manterrà il suo ruolo finanziario, mentre Holthaus, responsabile della divisione client computing, assumerà anche il nuovo incarico di CEO di Intel Products al fine di coprire i settori del consumo, dei data center, dell’intelligenza artificiale e delle reti.
Sfide per Intel: dalla concorrenza alla ristrutturazione
Torniamo indietro nel passato: Gelsinger aveva avviato una strategia ambiziosa per rilanciare Intel, puntando su IDM 2.0 (Integrated Device Manufacturer), un modello capace di combinare progettazione e produzione interna di chip così da arrivare a competere con rivali come AMD, Nvidia e TSMC. Tuttavia, il programma non ha prodotto i risultati sperati, e Intel ha annunciato il taglio del 15% della forza lavoro, pari a circa 15.000 dipendenti, nell’agosto scorso.
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La leadership di Gelsinger si era distinta anche per l’investimento nella produzione di chip per conto terzi, un mercato dominato da TSMC e Samsung. L’espansione, nota come Intel Foundry Services, ha però avuto difficoltà a decollare. Durante il suo mandato, la compagnia ha preso diversi finanziamenti governativi grazie al Chips & Science Act, al fine di sostenere la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti.
Concorrenza agguerrita e declino della leadership tecnologica
Nonostante una lunga storia come leader del settore, Intel ha perso terreno nei confronti di AMD e Nvidia. AMD, sotto la guida di Lisa Su, ha incrementato la quota di mercato nei data center con i processori basati sull’architettura Zen. Nvidia, dal canto suo, ha dominato il settore dell’intelligenza artificiale e dei chip grafici, lasciando Intel in ritardo.
Intel resta una realtà di valore, stimata a 107 miliardi di dollari, ma ben lontana dalla capitalizzazione di Nvidia, che supera i 3 trilioni di dollari.
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