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Phishing: cos’è, come prevenirlo e come agire dopo un attacco

Il phishing è una truffa veicolata tramite Internet, in cui si cerca di ingannare la vittima al fine di recuperare informazioni sensibili come username, password o dati bancari.

Generalmente, il criminale informatico invia false comunicazioni al soggetto-vittima, fingendosi un Ente o un’azienda ben conosciuta o con cui è possibile che si stiano avendo conversazioni e relazioni, usando scuse plausibili per ottenere i dati personali della vittima. Il fenomeno del phishing è una minaccia attuale e frequente. L’Italia, secondo una recente ricerca di Kaspersky Lab, è il quarto target mondiale di attacchi con il 5,76% di segnalazioni.

Solitamente il phishing si presenta come una comunicazione digitale che giunge al destinatario via e-mail, via SMS, tramite un social network o sulle principali piattaforme di Instant Messaging.

Gli attacchi di phishing sono accomunati dalle seguenti caratteristiche:

Accorgimenti per navigare sicuri

Esistono una serie di accorgimenti che consentono di navigare più sicuri e non cadere vittime dell’attacco, tra questi:

Cosa fare se si è caduti nella trappola?

Se, però, si è ormai caduti nel tranello, ci sono una serie di operazioni da compiere così da limitarne i danni, tra questi:

Il phishing è un reato

Il phishing, anche se può sembrare una semplice e-mail ingannevole, è un reato vero e proprio, e come tale va considerato. Motivo per cui il passo successivo alle eventuali segnalazioni è quello di informare le autorità competenti. Nonostante non sia previsto dall’ordinamento penale, il phishing oggi viene giudicato come frode informatica e furto d’identità digitale. In quanto reato informatico, inoltre, va comunicato alla Polizia Postale, che sul suo sito ha disposto uno spazio per le segnalazioni di questo tipo.

Fate sempre attenzione!

In conclusione, esiste una grossa mole di attacchi, ma grazie alle possibili contromisure da adottare, la percentuale di attacchi intercettati, bloccati e non andati a buon fine supera l’80%. Sul restante 20% è necessaria una consapevole collaborazione fra i fornitori di servizi e i clienti: leggendo attentamente le e-mail che si ricevono, inserendo i propri dati solo su siti affidabili e evitando di aprire link sospetti, il phishing può essere evitato.

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