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PimEyes, il motore di ricerca per cercare volti online

Con il servizio a pagamento potrete rintracciare online chiunque. Anche chi non lo vuole

Un sito chiamato PimEyes fa da motore di ricerca basato sul riconoscimento facciale, permettendo di cercare il volto di chiunque. Anche di chi non gradisce essere rintracciato. Con 29,99 dollari al mese potete caricare una foto e trovare risultati online.

PimEyes è il motore di ricerca per cerare volti online con il riconoscimento facciale

Il New York Times ha fatto diversi tentativi per testare PimEyes, dopo aver pagato l’abbonamento mensile al servizio da 29,99 dollari. Caricando la foto di una dozzina di giornalisti, dopo aver chiesto il loro consenso verbale, ha trovato risultati in un paio di secondi.

PimEyes ha riconosciuto le persone e trovato immagini che avevano (o qualcun altro aveva) postato online in pochissimo tempo. Anche quando indossavano occhiali da sole o una mascherina. Alcune fotografie avevano una decina di anni: una reporter ha trovato una sua foto mentre ballava al festival Coachella nel 2011.

A differenza di software come Clearview AI, usata da diverse forze dell’ordine, non ha accesso ai dati pubblicati sui social media, pratica che secondo Meta e Twitter viola i termini di servizio. Invece si concentra su giornali online, siti di fotografi, pagine web dedicate ai matrimoni, blog e siti pornografia.

Il Times riporta una buona precisione nel trovare i match. Anche se per le donne nel gruppo più di una volta PimEyes ha collegato le loro immagini a fotografie in siti pornografici, sebbene ci fosse solo una vaga somiglianza.

Il Times riporta che un utente anonimo ha raccontato ai reporter di aver usato PimEyes per trovare una persona che dava loro fastidio su Twitter. Un altro utente per ricercare i social di un attrice porno.

Secondo il CEO Giorgi Gobronidze, lo strumento serve per tenere traccia della propria identità online, per vedere se ci sono immagini compromettenti di se stessi. Ma diversi commentatori hanno fatto presente al Times che sembra fatto apposta per gli stalker.

PimEyes chiede agli utenti di cercare solo i propri volti. Ma diversi utenti lo usano per altro. In Germania al momento è attiva un’indagine per indagare l’impatto sulla privacy. Vi terremo informati sugli esiti.

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Source
The New York Times

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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