Se ora si dicessimo, come vi diremo, che la plastica monouso sarà bandita in Italia a partire da venerdì 14 gennaio, ai lettori di Tech Princess sembrerà di avere a che fare con un déjà-vu.
E, cari lettori, non avreste tutti i torti. Perché una notizia pressoché identica ve l’avevamo già data mesi fa. Ma allora avevamo indicato sabato 3 luglio come data a partire dalla quale non si sarebbero più potuti usare gli oggetti in plastica monouso.
Cos’è successo? Perché queste due notizie apparentemente contraddittorie?
Ve lo spieghiamo subito, confermandovi che solo a partire da venerdì 14 gennaio anche nel nostro Paese sarà vietato l’utilizzo della plastica monouso.
Dal 3 luglio al 14 gennaio: il recepimento della direttiva Ue
La contraddizione, dicevamo, è solo apparente. Perché il 3 luglio 2021 era stato indicato dalla direttiva 2019/904/CE come stop alla plastica monouso in tutta l’Unione europea.
La direttiva, nota anche con l’acronimo Sup (Single-use plastic products), ha l’obiettivo di combattere l’inquinamento che deriva dalla dispersione degli oggetti di plastica monouso nell’ambiente.
Il fatto è che in Italia la direttiva 904 è stata recepita solo poche settimane fa, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 285 del 30 novembre 2021 del decreto legislativo 8 novembre 2021 numero 196. Che fissa appunto a venerdì 14 gennaio il giorno a partire dal quale in Italia non saranno più commerciabili diversi prodotti in plastica monouso, non biodegradabile e non compostabile.
L’obiettivo della direttiva Ue
La direttiva 904 punta a limitare l’impatto dei rifiuti di plastica nell’ambiente, soprattutto in mare.
Il primo obiettivo del Sup è quello di una riduzione di almeno il 50% della plastica entro il 2025, per arrivare poi a una riduzione di almeno l’80% entro il 2030.
Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale spiega che le misure “sono volte a prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, in particolare l’ambiente acquatico, e in particolare sulla salute umana, nonché a promuovere la transizione verso un’economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi e sostenibili, contribuendo in tal modo alla riduzione della produzione di rifiuti, al corretto funzionamento del mercato e promuovendo comportamenti responsabili rispetto alla corretta gestione dei rifiuti in plastica”.
Ricordiamo che ogni anno in Europa si producono 58 milioni di tonnellate ogni anno. Il 40% per gli imballaggi, il 22% per beni di consumo e articoli casalinghi, il 20% per edilizia e costruzioni, il 9% per automobili e autocarri, il 6% per apparecchiature elettriche o elettroniche e il 3% per l’agricoltura.
Altro dato importante, solo il 30% dei rifiuti plastici viene riciclato.
Gli oggetti non più commerciabili
Ma quali sono gli oggetti che dal 14 gennaio non potranno più essere messi in commercio? Eccoli, con la postilla che se ne potranno comunque smaltire le scorte, naturalmente dimostrando l’immissione sul mercato prima del 14 gennaio.
Stop dunque a questi prodotti di plastica monouso, se hanno meno del 40% di materiale biodegradabile e compostabile:
- bastoncini cotonati
- posate (bicchieri esclusi)
- piatti
- cannucce
- agitatori per bevande
- aste da attaccare a sostegno dei palloncini (tranne i palloncini per uso industriale o altri usi e applicazioni professionali che non sono distribuiti ai consumatori)
- contenitori per alimenti in polistirene espanso che soddisfano assieme questi criteri: a) sono destinati al consumo immediato, sul posto o da asporto; b) sono generalmente consumati direttamente dal recipiente; c) sono pronti per il consumo senza ulteriore preparazione, per esempio cottura, bollitura o riscaldamento, compresi i contenitori per alimenti tipo fast food o per altri pasti pronti per il consumo immediato, a eccezione di contenitori per bevande, piatti, pacchetti e involucri contenenti alimenti
- contenitori per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi
- tazze o bicchieri per bevande in polistirene espanso relativi tappi e coperchi.
Rivoluzionato il packaging alimentare
Si salvano dunque i prodotti composti al 100% con plastica biodegradabile, o quelli biodegradabili e compostabili composti da materia prima rinnovabile in percentuale uguale o superiore al 40%. Percentuale che salirà al 60% dal primo gennaio 2024.
Fuori dalla direttiva anche i prodotti in plastica rilavabili e riutilizzabili, dunque non usa e getta.
Saranno consentiti i prodotti di fibre naturali come quelle di mais, canna da zucchero, canapa, bambù, riso, cellulosa, caucciù e cocco.
Modifiche profonde nel settore del packaging alimentare. I contenitori per il trasporto del cibo a domicilio non potranno più essere di plastica oxo-degradabile (cioè trattata con sostanze che si dissolvono nel terreno e poi vengono aggredite dai batteri) ma solo di carta o di plastica biodegradabile al 100%.
- Ruiz di Altamirano, Olimpia (Autore)
Incentivi e multe
Per incentivare i prodotti alternativi alla plastica monouso, alle imprese che utilizzano oggetti realizzati con materiali biodegradabili o compostabili sarà riconosciuto un credito d’imposta di tre milioni di euro l’anno, dal 2022 al 2024.
Multe salate ai trasgressori: andranno dai 2.500 euro a 25.000 euro, salvo che il fatto costituisca reato. La sanzione può aumentare sino al doppio del massimo in caso di immissione di un quantitativo di prodotti del valore superiore al 10% del fatturato del trasgressore.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API