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Goldrake compie 45 anni: tanti auguri, Ufo Robot!

Il mitico cartone animato è arrivato in Italia il 4 aprile del 1978

E come si fa a mantenere la freddezza tipica del redattore, redigendo un articolo del genere? Non siamo mica ChatGPT.

Partiamo da un aneddoto, giusto per rompere il ghiaccio, e poi parliamo dei 45 anni (in Italia) di Goldrake.

Si tratta di un ricordo privato dell’estensore di questo articolo, non ce ne vogliate. E riguarda un concerto di Francesco Guccini di una ventina buona di anni fa.

A un certo punto, tra una canzone e l’altra, i suoi musicisti accennano una melodia familiare. E in breve tempo il palasport di Genova si ritrova a cantare a squarciagola. Con Guccini che, sogghignando sotto i baffi (e la barba) finge di maledire tutti, musicisti e pubblico, dicendo: “Le mie canzoni, con questo trasporto, non le avete mai cantate”.

La melodia in questione era proprio la sigla di Goldrake. E il motivo del fuori programma è presto svelato: la musica della canzone è stata scritta da Ares Tavolazzi e Vince Tempera, due degli storici musicisti di Guccini.

Ma ricomponiamoci e veniamo alla notizia.

goldrake

I 45 anni di Goldrake

Ebbene: proprio oggi, 4 aprile, almeno in Italia, Goldrake compie 45 anni.

Sì, perché nel nostro Paese la prima puntata del mitico Ufo Robot (che si trova anche scritto UFO Robot) è andata in onda intorno alle ore 19.00 del 4 aprile del 1978.

E ha innescato una rivoluzione copernicana, perché è stato il primo dei cartoni animati giapponesi in cui i buoni sentimenti, insomma, non erano esattamente al centro della scena.

Procediamo con ordine: chi era, intanto, Goldrake?

Goldrake, alias UFO Robot

Per prima cosa, facciamo chiarezza sul nome. Goldrake, in Italia, è stato anche noto come UFO Robot, UFO Robot Goldrake o Atlas Ufo Robot: scegliete voi.

Nasce dai pennelli di Gō Nagai, fumettista di manga. E in Giappone, grazie alla Toei Animation, è diventato un cartone animato in onda già dal 1975.

È un anime televisivo del genere mecha. Ovvero che ha per protagonisti robot guidati da un pilota che sta al suo interno.

Vi dice niente il nome Actarus? Esatto, proprio lui comandava Goldrake. E il suo nome, ora possiamo svelarvelo, è la trascrizione fonetica della pronuncia inglese di Arcturus, astro della costellazione di Boote.

Goldrake in Italia

Goldrake dunque compie 45 anni, perché è stato mandato in onda per la prima volta il 4 aprile del 1978 su Rete 2, all’interno della trasmissione per ragazzi Buonasera con…, condotta da Maria Giovanna Elmi.

Prima di accennare alle (accese e varie) reazioni che ha suscitato, vale la pena ribadire il fatto che con Goldrake i cartoni giapponesi con protagonisti robot sono sbarcati nel nostro Paese.

Una curiosità: Mazinga Z, seguito dal Grande Mazinga, in Giappone sono precedenti a Goldrake. Ma in Italia sarebbero arrivati solo a partire dal 1980.

L’accoglienza

Fino ad allora si erano visti i cartoni animati con i docili personaggi Disney o Hanna-Barbera, nel 1976 era approdato Barbapapà e i giovanissimi esaltavano le gesta anticonformistiche di Pippi Calzelunghe (che naturalmente era un telefilm e non un cartone animato).

L’irrompere di un robot ultraviolento, seppur a fin di bene, è stata una rivoluzione nel costume e nelle abitudini percettive dei nostri ragazzi. Al punto che Silverio Corvisieri, redattore de l’Unità, deputato del PCI e membro della Commissione di Vigilanza Rai, nel 1979 ha presentato un’interpellanza, accusando Goldrake di esaltare “l’orgia della violenza annientatrice, la religione delle macchine elettroniche, il rifiuto viscerale del diverso”.

Gō Nagai si era affrettato a spiegare: “Nei miei cartoni la violenza è usata per mostrare il dolore di chi la subisce. Quando Actarus soffre a causa della brutalità degli invasori, i bambini soffrono con lui, e imparano così che la prepotenza causa solo disperazione. Non è un caso che nei miei cartoni la violenza venga sempre dagli adulti e che i giovani oppongano a essa la forza degli ideali, la determinazione, l’amicizia e lo spirito di gruppo.”

Tralasciamo la querelle che ha visto contrapporsi alcun dei più noti intellettuali italiani dell’epoca, divisi tra chi – come Dario Fo – accusava Goldrake di essere reazionario e chi – come Gianni Rodari – lo ha accolto con più indulgenza.

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Il successo

Il successo di pubblico di Goldrake è stato immediato e travolgente. E il 45 giri della sua sigla, che ha venduto centinaia di migliaia di copie, nel 1978 ha vinto il disco d’oro.

Oggi, a 45 anni dal suo approdo, Goldrake fa ancora parlare di sé.

Da quel 4 aprile 1978 in poi, moltissimi altri cartoni animati giapponesi avrebbero invaso il nostro Paese. Non solo robot come il già citato Mazinga o Jeeg, ma anche Heidi (sempre nel 1978) e Remi (1979). O, qualche anno più tardi, l’Uomo tigre o i mitici calciatori di Holly e Benji.

Tutto bellissimo. Resta solo da spiegare un passaggio della sigla italiana, incomprensibile da 45 anni: “Mangia libri di cibernetica, insalata di matematica”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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