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Niente PornHub senza carta d’identità: in Louisiana entra in vigore la nuova legge

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Niente contenuti pornografici se non hai più di 18 anni. Alla base il concetto era chiaro anche prima, ma il rispetto dei limiti di età è sempre stata una delle più grandi problematiche del web. A quanto pare però, nello stato della Louisiana, si è optato per una soluzione tanto efficace quanto controversa: la verifica tramite documento d’identità. Infatti, da pochi giorni, per accedere a PornHub in Lousiana, è necessario fornire una carta d’identità valida che attesti la maggiore età di chi visita il sito.

Si tratta di una legge, approvata già nel 2022, che è entrata in vigore in questi primi giorni del nuovo anno. La verifica avviene tramite AllTrustPass, che è il sistema della Louisiana che gestisce proprio i documenti d’identità elettronici. Secondo la legge “la verifica tramite AllTrustPass è necessaria per tutti i siti web che contengono più del 33% di contenuti per adulti”.

Louisiana: carta d’identità per PornHub, e gli altri siti?

Al momento PornHub sembra essere l’unico sito che sta effettivamente richiedendo la verifica del documento. È molto probabile però che altri portali analoghi si adeguino alle nuove disposizioni nei prossimi giorni.

Tra le più forti sostenitrici della nuova legge vi è la deputata Laurie Schegel, la quale ad un giornale locale ha dichiarato che “la pornografia sta distruggendo i nostri bambini, che hanno un accesso illimitato a Internet. Le aziende che producono pornografia devono assumersi le loro responsabilità”.

Arriveranno provvedimenti simili anche in Italia?

Una delle maggiori controversie relative a questo nuovo sistema di verifica è sicuramente la privacy degli utenti, che assume tutto un altro valore se relazionata ad un argomento ancora così di tabù come la pornografia online.

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Proposte simili sono già state avanzate in diversi Paesi del mondo, tra cui anche l’Australia, il Regno Unito e la Francia. Paesi dove però le sole proposte hanno già sollevato molti dubbi. Il garante della privacy francese (Cnil), ad esempio, ha ammesso che “le soluzioni attualmente disponibili in tal senso sono imperfette” e che la verifica e la gestione dei dati dovrebbe “essere affidata ad un ente terzo e indipendente”.

In un approfondito articolo sul tema, il portale Wired fa notare un’altra interessante considerazione di tipo economico. L’eventuale sistema di verifica, soprattutto attraverso servizi terzi, avrebbe un costo per i siti web. Un costo che non tutti i portali del settore potrebbero permettersi. La dinamica scatenerebbe una situazione ad alto rischio anticoncorrenziale, favorendo i siti pornografici più grandi (colossi come appunto PornHub) e portando alla chiusura di quelli più piccoli.

Inoltre si fa notare che la restrizione a livello locale rischia di essere assolutamente inefficiente, dato che attraverso una semplice VPN è possibile accedere ai singoli portali attraverso indirizzi IP esteri. Un servizio che spesso è offerto dagli stessi siti web.

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