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La macchina del tempoRubriche

“State boni!” Il Maurizio Costanzo Show. La macchina del tempo

Un incomparabile mix di cultura “alta” e “bassa”

È stato ribattezzato Il salotto più famoso d’Italia anche se, spesso, di salottiero aveva ben poco.

E non sappiamo chi tra voi lettori avrebbe ospitato, nel vano della casa di solito adibito a intrattenersi con gli ospiti, il giovane Vittorio Sgarbi, in grado di litigare anche con la propria ombra.

Fatto sta che, a parte le facili ironie, la formula del Maurizio Costanzo Show è stata senza dubbio indovinata, dal momento che stiamo parlando del talk show più longevo della televisione italiana.

Ricordiamo anzitutto cos’era il Maurizio Costanzo Show, e poi cerchiamo di capire i principali motivi della sua vastissima (e ultraquarantennale) popolarità.

Il Maurizio Costanzo Show, un talk show esemplare

Il Maurizio Costanzo Show, dicevamo, è stato il più celebre e longevo talk show della nostra televisione.

Vale qui la pena di soffermarsi sulla locuzione talk show. Si tratta di una formula ibrida, che ruota intorno alla conversazione (talk). Per cui gli ospiti di turno sono personaggi famosi, o esperti di un determinato argomento, o comunque in grado di stimolare la curiosità nel pubblico. Ma la formula è appunto quella dello show, con interventi del pubblico in sala, stacchi musicali e quant’altro.

Per dirla in un altro modo, e guardarla dalla parte del ricevente, un talk show dovrebbe suscitare interesse e divertire. E in questo senso il Maurizio Costanzo Show è stato un programma esemplare.

Maurizio Costanzo Carmelo Bene

Breve cronistoria

Il Maurizio Costanzo Show conta ben 42 edizioni.

È andato in onda a partire dal 14 settembre 1982 sino al 9 dicembre 2009, e dal 12 aprile 2015 al 25 novembre 2022 su varie reti Mediaset. Maurizio Costanzo, che ne è stato ideatore e conduttore, ne ha tenuto le redini da quando aveva quarantadue anni a due mesi prima della morte.

In realtà il Maurizio Costanzo Show nasce sulle ceneri di altri suoi talk show precedenti. Il più celebre dei quali, Bontà loro, è stato trasmesso per tre anni, dal 1976 al 1978.

Non si tratta tuttavia del primo talk show nel nostro Paese. Il primato in questo senso va a L’Ospite delle 2, condotto da Luciano Rispoli e andato in onda dal 1975 al 1976.

Cultura alta e cultura bassa

Sappiamo, almeno da Umberto Eco in poi, che la suddivisione tra cultura alta e cultura bassa è relativa e forse semplicemente sbagliata.

Ma di certo, il motivo del successo del Maurizio Costanzo Show va ricercato nella compresenza disinvolta di personaggi di spicco del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo, con altri sedicenti esperti che – diciamolo onestamente – davano l’idea di essere stati convocati per essere messi alla berlina dal pubblico o dal cinismo di qualche vip.

Non era raro vedere un’anziana signora che si dichiarava certa di essere stata rapita dagli Ufo, fianco a fianco del massimo esperto mondiale di entomologia.

Il caso Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi incarna il perfetto ospite del Maurizio Costanzo Show. Non a caso è lì che, intorno alla metà degli anni Ottanta del Novecento, è nato il suo personaggio (cosa diversa dallo studioso d’arte Sgarbi), che lanciava invettive contro chiunque. E proprio in una delle puntate conclusive del programma, quarant’anni dopo, lo stesso Sgarbi è stato il co-protagonista di una tragicomica rissa con Giampiero Mughini.

Sgarbi affascinava il fruitore medio del Maurizio Costanzo Show, perché era capace di passare dalla spiegazione di un dipinto preraffaellita agli insulti più beceri a un povero anonimo seduto tra il pubblico del teatro Parioli, reo magari di avergli sottoposto una domanda ingenua.

E così, il pubblico da casa imparava che anche le celebrità, le persone colte, hanno gli stessi nostri scatti d’ira, le nostre debolezze (tutto sotto l’attentissima regia di Costanzo, su cui torneremo).

Il caso Carmelo Bene e gli Uno contro tutti

Talvolta il Maurizio Costanzo Show ospitava l’Uno contro tutti. Erano puntate in cui l’ospite, affiancato dal solo Maurizio Costanzo, si sottoponeva al fuoco di fila di domande dei giornalisti e delle persone di spettacolo presenti in sala.

Inimitabili gli Uno contro tutti di Carmelo Bene. Il genio del teatro, già anziano e soprattutto svogliato, dava per lo più risposte volutamente incomprensibili e criptiche. Che però il diabolico Costanzo, complici l’ingenuità di alcuni ospiti e la malizia di altri, faceva passare per verità oracolari.

Maurizio Costanzo

Con Carmelo Bene, il pubblico si fidava: non capiva nulla ma, dal momento che si trattava di un genio, gli dava ragione a prescindere.

È l’esempio perfetto. Costanzo era in grado di giocare in modo inimitabile con gli stati d’animo degli spettatori, facendoli ora immedesimare ora sentire non all’altezza. E si badi: è un espediente narrativo fondamentale. Là dove c’è solo e soltanto immedesimazione, il pubblico si annoia e cambia canale. Ma se si ha la sensazione di essere irrimediabilmente inferiori, ci si vergogna di sé e – di nuovo – si cercano programmi più rassicuranti.

L’anfitrione Costanzo sapeva gestire alla perfezione questi cambi di tensione. E quando la confusione era eccessiva, ecco che lanciava un “Boni, state boni!” ora al pubblico ora agli ospiti.

E uno stacco musicale del maestro Franco Bracardi risistemava l’atmosfera.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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