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Eurovision 2022: la sterile polemica di El Mundo su Mahmood e Blanco

Lo capiamo. Sono spagnoli. Il dramma, la telenovelas, La Casa di Carta e Julio Iglesias. La necessità folkloristica di dover ricreare il pathos del torero che scende nell’arena. La musica però è un’altra cosa. Ma cos’è successo? Ciò che accade sempre quando qualcuno non capisce il senso di una manifestazione e pretende di voler categorizzare gli esseri umani. Ma facciamo ordine: il giornale spagnolo El Mundo ha pubblicato un articolo nel quale da un lato si loda la storia della musica italiana, mentre dall’altro si lancia una piccola frecciatina polemica nei confronti di Mahmood e Blanco, che rappresenteranno l’Italia alla Gran Finale dell’Eurovision 2022, questo sabato. 

“Vincere due volte consecutivamente è difficile, ma l’Italia potrebbe farlo. Mahmood e Blanco sono due icone di uno dei gruppi sociali che più da vicino seguono l’evento: la categoria LGBTQ” scrive El Mundo. “Per quanto Mahmood insista nel rifiutare le etichette, affermando che la canzone parla della libertà di sbagliare quando si ama, agli occhi dell’Europa il brano appare come un duetto apertamente omoerotico, il primo nella storia del festival”. Insomma l’attacco, per quanto velato, è chiaro: “Mahmood non si etichetta, ma strizza l’occhio alla comunità LGBT”. L’articolo, peraltro, lascia intendere che questo possa essere un “trucco” per permettere all’Italia di vincere il suo secondo Eurovision consecutivo.

Sia chiaro: El Mundo parla in termini positivi della canzone e loda la cultura musicale italiana. Ma questo non è un dibattito da tifoseria, anzi. Ciò che più ci sconcerta, infatti, è la totale mancanza di comprensione del contesto (e del testo) da parte di Alvarez, giornalista che ha firmato l’editoriale.

Quella di El Mundo è una polemica sterile e fuori luogo

A El Mundo andrebbero spiegate un paio di cose. Andrebbe spiegato ad esempio che l’Eurovision, proprio per sua natura, rifiuta ogni tipo di etichette. Alla competizione sono ammessi tutti i generi musicali, e agli artisti non viene chiesto di fornire o palesare il proprio orientamento sessuale (ci mancherebbe). Non solo: neanche la nazionalità è importante! Un artista tedesco può rappresentare la Spagna e uno spagnolo l’Armenia. E non è finita qui: all’Eurovision partecipano anche Paesi non europei: l’Australia, per esempio, è ormai partecipante fissa della manifestazione.

La musica aveva (e ha) una forza comunicativa che altre forme d’arte non possono permettersi di avere: non la si può vedere. Ascoltare un disco, o una canzone alla radio, permette di fruire di una voce o di un suono senza sapere necessariamente se il cantante in questione è bianco, nero, etero, gay, bisex o qualsiasi altra categoria inutile abbiamo inventato per dividere una società già divisa di suo. La musica, proprio per la sua natura fugace e non tangibile, sfugge a qualsiasi etichetta, ed è capace di emozionare tutti, indiscriminatamente dal “gruppo sociale di appartenenza”. La canzone in questione, Brividi, parla di un amore, e il testo stesso non fa mai riferimento alla natura di questo amore. Siamo sicuri che la potenza di quella canzone possa colpire tutti, come una grande canzone dovrebbe fare. E siamo altrettanto sicuri che nessuno, cantante o giornalista che sia, abbia il dovere di “etichettarsi” per giustificare il proprio lavoro.

Le lezioni sulla musica, magari, preferiamo prenderle da altri

Non dimentichiamoci poi che a rappresentare la Spagna all’Eurovision 2022 sarà Chanel, attrice che, dopo aver recitato in un paio di telenovelas, si è data alla musica. Quale capolavoro di spessore ci proporrà la Spagna dopo aver lanciato la sterile provocazione di cui sopra? Sul palco del Pala Olimpico, sabato, Chanel canterà un brano chiamato SloMo: un reggaeton spagnolo che parla di una procace donna che scende da una Bugatti, balla e fa impazzire tutti gli uomini. “Difficilmente faccio doom, doom con il mio boom, boom” canta Chanel. Insomma, lezioni di come si fa la musica e di come dovrebbe porsi un artista, con tutto il rispetto, preferiamo prenderle da altri.

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Leggi anche: Pagelle e riassuntone della prima semifinale dell’Eurovision 2022

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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Commenti

  1. Trovo molto poco saggio il tuo articolo, che mette in ridicolo la rappresentante spagnola e la musica di quel paese.
    In generale è tutto terribilmente frainteso perch’è un buon articolo che parla benissimo dell’Italia e non mette in ridicolo gli italiani.

    Jonathan Bazzi scriveva “quanto è liberatorio vedere Blanco e Mahmood giocare all’amore tra Iguali”.
    Lo spagnolo invece ha usato una parola: Omoerotico. Cioè, lo stesso.

    Dovete imparare lo spagnolo pero capire meglio le cose.

    1. Ciao Iván, in primis grazie per il tuo commento e grazie doppiamente se leggerai la risposta, dato che sarà un po’ lunga.
      Ti faccio notare che l’articolo non vuole in alcun modo porsi come “giornale spagnolo mette in ridicolo gli italiani”. E allo stesso modo non si propone di mettere in ridicolo Chanel, la rappresentante spagnola all’ESC. Il nostro articolo su questo è molto chiaro: non è tifoseria da stadio. Le stesse accuse sarebbero state, per noi, sterili e ridicole anche se fossero arrivate da un giornale italiano. El Mundo elogia si la musica italiana (e questo lo abbiamo ribadito), ma l’articolo di El Mundo comincia con una lunga dissertazione su come sia difficile vincere l’Eurovision due volte di fila, e di come Mahmood “ammicchi” alla comunità LGBT. Si sottolinea inoltre che questo target è tra i più “fanatici” dell’Eurovision. Già qui basta fare 2+2 per capire che El Mundo, non senza malizia, sembra volerci dire qualcosa. Sospetti confermati subito dopo, dato che il giornale spagnolo continua asserendo che Mahmood rifiuta l’etichetta LGBT nonostante il duetto con Blanco sia palesemente omoerotico. E questo aspetto, per noi, è ancor più grave del commento malizioso precedente, perchè da amanti della musica (e dello spirito dell’Eurovision) ripudiamo qualsiasi forma di “categorizzazione”. Quindi riteniamo fuori luogo sottolineare che “Mahmood ammicca ma non lo dice”. La canzone parla di un sentimento, e i sentimenti non hanno bandiera. E ci battiamo affinchè l’arte possa sempre essere universale, e gli artisti (come gli uomini) non debbano mai sentirsi in dovere di “categorizzarsi”.

      Sulla questione Chanel, infine, non c’è volontà di ridicolizzare nessuno. Solo di criticare (del resto si parla di musica) l’opera stereotipata presentata da una cantante che rappresenta un Paese il cui giornale ha criticato il porsi di un altro artista. Chanel avrà un grande successo ed è tra le quotate per la vittoria. Ma dato lo spessore artistico di altri Paesi (quest’anno Inghilterra, Paesi Bassi, Svezia e Armenia su tutti) speriamo siano loro a darci consigli in materia di musica. “Si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio” cantava un italiano di Genova, che di canzoni pure ne capiva qualcosina.

      Perdonami ancora per il messaggio lungo, ho preferito essere esaustivo.
      Grazie per il tuo tempo e continua a seguirci!

      Marco Brunasso

      1. Tu fuiste extenso y yo te pediré disculpas si te escribo en mi lengua natal. Visto que la malentiendes muy bien, en España a esto qué haces lo llamamos “periodismo basura”.

        Dicho artículo no es ofensivo y tú has hecho una interpretación errónea de lo que tú creías (la maldad juega malas pasadas)

        El artículo empieza con un bonito titular haciendo referencia al título de la canción: Brividi = Escalofríos en español–> escalofriante dúo. Juego de palabras se llama.
        Homoerótico? Son dos hombres, no? En la performance juegan a eso. Y crean magia. Y como anteriormente te señalé muchos italianos hablan de lo mismo, dos hombres que juegan con el amor. Me puede decir usted que ofensa hay?

        En todo momento el periodista elogia a la canción italiana. Pues señala y muy bien que Mahmood es icono de la comunidad gay. Y que muchos deseamos incluso hasta el beso final de los italianos aún sabiendo que la letra no habla de eso.
        Es muy retorcido y vergonzoso lo que habéis hecho hoy pues España en Eurovisión otorga siempre su máxima puntuación a España, y en España muchos de vuestros intérpretes son como nuestros.
        Elogiaba la posibilidad de que Italia con esa brillante actuación puede volver a ganar y así sería de no estar Ucrania…

        El artículo criticaba la organización de la Rai, de la cual muchos países se han quejado ( yo no pues me encanta).

        Me parece vergonzoso destilar tanto odio hacia un país. Típico de la izquierda que lo politiza todo. Saludos

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