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L’estensione per sapere chi ha pagato le spunte blu su Twitter

Per distinguere chi è verificato per notorietà e chi perché ha 8 dollari

Come capire se le spunte blu sull’account Twitter sono di un account verificato oppure di un account fake, che però ha pagato gli otto dollari per il checkmark? Se Twitter non sembra avere ancora una soluzione a questo problema, l’estensione per browser Eight Dollars distingue i verificati da chi ha pagato per le spunte blu.

Twitter: l’estensione Eight Dollars ci dice chi ha pagato per le spunte blu

Al momento su Twitter ci sono due tipo di utenti “verificati”: chi lo era già prima dell’arrivo di Elon Musk e chi ha pagato per esserlo. Infatti il nuovo abbonamento Twitter Blue permette di avere il “bollino blu”, prima riservato ad autorità e persone famose.

Per controllarlo, potete cliccare sulla spunta e vedere chi ha pagato e chi no. Ma non è intuitivo: chi scorre il feed di Twitter dovrebbe aprire tutti i profili per verificarne l’autenticità. Arriva quindi una soluzione, ma non da Twitter: l’estensione Eight Dollars per i browser.

estensione broswer spunte blu twitter eight dollars min

Eight Dollars, il prezzo per pagare una spunta blu. Questo il nome voluto dallo sviluppatore neozelandese Walter Lim, che ha lanciato questa funzionalità per Chrome. Ma che dovrebbe funzionare anche per Firefox ed Edge senza troppi problemi (in arrivo una versione per Safari).

Gli interessati possono trovare il pacchetto su GitHub e installare l’app passando dalle opzioni del browser. Una volta riavviato il vostro Chrome, dovreste vedere direttamente due etichette accanto i nomi di chi twitta: “Actually Verified” e “Paid For Verification”. Per sollevare dubbi sulla traduzione, l’opzione a pagamento ha anche un chiaro simbolo del dollaro.

Questa novità permetterà di risolvere il problemi, mentre Twitter decide come gestire questa questione che sta continuando a far discutere tutto il mondo dei social.

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Source
Wired

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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