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Musk sfida Zuckerberg a combattere sul ring. E il “bello” è che lui accetta

Sì, è proprio iniziata l’estate

Poche ore fa abbiamo pubblicato un articolo su La Corrida, il celebre e fortunato programma condotto da Corrado. Dove dilettanti si esibivano in performance spesso all’insegna della comicità involontaria. Ma evidentemente, complice anche l’inizio di un’estate che si preannuncia di nuovo bollente (niente di strano, visto come stiamo trattando il pianeta), la realtà più grottesca è tornata in modo prepotente a farci visita.

Eh sì, perché – nientemeno – Elon Musk ha lanciato una sfida a Mark Zuckerberg. Come dite? No no, niente di metaforico. Non intendiamo una gara a chi abbia più denaro, o a chi possegga l’intelligenza artificiale più avanzata. Intendiamo proprio il fatto di salire su un ring, infilarsi i guantoni e… suonarsele.

Ma cosa è successo?

Musk sfida Zuckerberg a combattere sul ring

Dunque: ci sembra superfluo tornare per l’ennesima volta sulla ben nota eccentricità di Elon Musk. O sulle sue azioni curiose e spesso discutibili, e soprattutto sulla sua nutritissima produzione di tweet allucinatori (che nella maggior parte dei casi, per fortuna, non si sono poi tradotti in azione).

Lui è fatto così: gli piace far parlare di sé. Anche se, talvolta, giocando con il posto di lavoro di altri.

A parte ciò, arriviamo alla polpa della notizia. Sono le ore 5:50 in Italia quando Musk scrive un cinguettio che recita: “I’m up for a cage match if he is lol”. Ovvero: “Sono pronto a un match in gabbia se anche lui lo è, lol”.

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Il perché del commento di Musk

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La sfida di Musk a Zuckerberg (quel “lui” è proprio il numero uno di Meta) va contestualizzata.

La frase dell’ormai ex proprietario di Twitter è stata scritta a commento di un post di Mario Nawfal. Nel quale l’autore ha scritto: “Meta, la stessa azienda che ha copiato Snapchat, TikTok, StumbleUpon, Foursquare, BeReal e Clubhouse, ha iniziato a codificare Project 92 tre mesi dopo che Elon ha acquisito Twitter.”

Dunque, ecco il punto: Zuckerberg starebbe lavorando a una sorta di clone di Twitter, e Musk non l’ha presa benissimo. A questo punto, dopo una simile uscita, non ci si sarebbe potuti che attendere il silenzio del Ceo di Meta. Invece…

La risposta di Mark Zuckerberg

Se Musk sfida Zuckerberg a un combattimento sul ring, Zuckerberg risponde per le rime.

E lo fa con una finezza: trasferendo la discussione (se vogliamo chiamarla così) dal social che è stato per mesi di Musk a uno dei propri, ovvero Instagram. Lì Mark Zuckerberg ha condiviso una storia dove, sullo sfondo, appariva il messaggio di Musk. A cui è stato sovrapposta una grande scritta bianca su sfondo nero: “Send me location”, ovvero: “Inviami la posizione”. Insomma, fammi sapere dove ci si picchierà, e io ci sarò.

Due ragazzini delle scuole medie, solo più danarosi.

E Musk ribatte ancora

A questo punto il corto circuito tra fantasia (infantile) e realtà si fa ancora più esaltante.

Perché a Musk è arrivata all’orecchio la risposta aggressiva di Zuckerberg. Allora il patron di Tesla cosa ha fatto? Ha rispostato la conversazione su Twitter e, attenzione, ha preso alla lettera la richiesta dell’antagonista. E ha scritto, seccamente, “Vegas Octagon”.

Il riferimento è a un’arena regolamentare per gli incontri di MMA, le arti marziali miste (che si svolgono appunto dentro una sorta di gabbia cui faceva riferimento Musk nel primo commento su Twitter).

Sapendo poi che Zuckerberg, oltre che ben più giovane di lui, è un lottatore di jujitsu e si sta appassionando anche all’MMA, Musk ha chiosato in modo autoironico: “Ho questa grande mossa che chiamo il tricheco: mi sdraio sopra il mio avversario e non faccio nulla.”

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Chi vincerà? E se non ci importasse?

La notizia potrà anche essere ghiotta, vista la visibilità di entrambi i contendenti.

Ma ci perdonerete se non ci accodiamo ai molti media, del nostro e di altri Paesi, nei cui articoli ci si è domandato con eccitazione se l’incontro avverrà davvero, e chi potrebbe essere il vincitore.

Si tratta di due delle persone più ricche del pianeta, che hanno amministrato e stanno amministrando aziende i cui prodotti potrebbero avere – e stanno già avendo – un impatto enorme sulle nostre vite. Dovrebbero piuttosto impegnarsi entrambi, ad esempio, a rendere più trasparenti le norme adottate nei confronti dei dati dei loro utenti. O a evitare licenziamenti di massa alla prima flessione economica.

Poi, al limite, potremmo anche ridere di queste tenzoni in punta di messaggino. Tenzoni per cui diremmo ai nostri figli, se fossero loro i contendenti, di fare una buona volta le persone mature.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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