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Elon Musk, l’aggressione a Paul Pelosi e la teoria complottista. La bufala della settimana

Il nuovo capo di Twitter ha condiviso una fake news. Ma poi ci ha ripensato

In uno degli ultimi articoli a nostra firma dicevamo una cosa tra il serio e il faceto. E cioè che basta rimanere un giorno senza scrivere nulla su Elon Musk, nuovo proprietario di Twitter, ed ecco che si ha a disposizione materiale per almeno quattro articoli.

Scrivevamo questa considerazione giovedì 27 ottobre, il giorno che ha preceduto l’acquisizione del social da parte del tycoon.

Ebbene, in questo lasso di tempo è successo (e senza dubbio ci dimenticheremo qualcosa) almeno quanto segue: Musk è entrato con un lavandino negli uffici di Twitter di San Francisco, ha comprato Twitter, licenziato quattro figure apicali, cambiato la home page del social, istituito un sondaggio per far rinascere l’app Vine e sciolto il consiglio direttivo della sua nuova azienda.

Ma non solo. Scrivevamo in un ulteriore articolo che la più grande incognita per il futuro di Twitter nell’era di Elon Musk è… lo stesso Elon Musk. O meglio, la sua irrefrenabile tendenza a twittare tutto ciò che gli passa per la testa. Tendenza che ha già creato il primo scandalo dal suo recentissimo insediamento. Scopriamo meglio cosa è accaduto.

fake news

Elon Musk, Paul Pelosi e il tweet complottista

Elon Musk ha detto la sua sull’aggressione a Paul Pelosi, marito della più famosa Nancy, speaker della Camera. E lo ha fatto in modo improvvido, salvo poi tornare sui propri passi, forse consigliato da qualcuno. Quando tuttavia ormai, per usare proprio un tweet caro a Musk, il suo cinguettio si era già librato nei cieli social.

Per meglio comprendere la gaffe di Elon Musk, occorre brevemente tornare a Paul Pelosi e alla brutale aggressione che ha patito.

L’aggressione a Paul Pelosi

Venerdì 28 ottobre (proprio il giorno del passaggio di Twitter in mano a Elon Musk) Paul Pelosi è stato aggredito.

Il fatto è successo alle 2 di notte, nell’abitazione di San Francisco dei coniugi Pelosi. L’ottantaduenne Paul è stato assalito con un martello dal quarantaduenne David Depape, e ha riportato diverse fratture. Anche se l’obiettivo ultimo dell’aggressore pare fosse la speaker della Camera, Nancy Pelosi.

Paul Pelosi e le teorie del complotto

Già nelle ore successive all’aggressione sono circolate alcune fake news su quanto accaduto, con buona pace delle simpatie per l’estrema destra palesate da Depape in un paio di suoi blog. Dove pubblica contenuti antisemiti e appoggia le tesi di QAnon, oltre a dichiararsi acceso sostenitore di Donald Trump e acerrimo nemico dei vaccini.

Diversi esponenti del Partito Repubblicano hanno messo in moto teorie complottiste, insinuando che dietro l’attacco a Paul Pelosi avrebbe potuto celarsi il Partito Democratico. Il motivo?  Attrarre (pietisticamente) simpatie politiche in vista delle elezioni di metà mandato, che si terranno martedì 8 novembre.

Ricordiamo che la deriva complottista sta avendo una forte presa sull’elettorato repubblicano. Al punto che secondo un sondaggio realizzato da NBC News a settembre, ben il 61% degli elettori Repubblicani è convinto che Joe Biden abbia vinto le presidenziali grazie ai brogli.

La gaffe di Elon Musk

In questo poco commendevole quadro si inserisce Elon Musk. Che in un tweet  (poi rimosso, dicevamo) del 30 ottobre ha scritto: “There is a tiny possibility there might be more to this story than meets the eye”. Ovvero: “C’è una piccola possibilità che in questa storia ci possa essere di più di quanto sembri.”

Al cinguettio faceva seguito un link a un articolo del Santa Monica Observer, secondo cui l’assalto di Depape non c’è mai stato e, anzi, la notte del 28 ottobre Paul Pelosi si trovava in compagnia di un gigolò.

Va ricordato che il Santa Monica Observer è un sito di strema destra, elargitore di molte e pirotecniche fake news. Tra le quali quella secondo cui l’attuale Hillary Clinton non sarebbe che una controfigura della politica, uccisa negli attacchi dell’11 settembre.

E il tweet di Musk è stato vergato proprio in risposta a uno di Hillary Clinton, allarmata per il diffondersi di teorie complottiste da parte dei repubblicani.

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Musk, abbiamo un problema

Inevitabilmente, il tweet su Paul Pelosi è tornato come un boomerang contro Elon Musk.

Il primo dubbio riguarda il suo progressivo avvicinamento alla destra, come hanno fatto notare diversi giornali anche italiani.

Il secondo riguarda, e ci risiamo, il futuro di Twitter, e della tanto sbandierata libertà di cui Musk dovrebbe ergersi a difensore e promotore.

Ma si tratterebbe di questa libertà? Ovvero della trasformazione di Twitter in una specie di saloon da far west, senza regole, in cui opinioni scientifiche e panzane complottiste coabitino come se avessero medesima dignità?

Qualcuno – ma chi? – riporti Elon Musk a più miti consigli. Nel frattempo General Motors, timoroso di cosa possa diventare Twitter nelle mani dell’eccentrico Musk, ha sospeso ogni pubblicità sulla piattaforma.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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