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L’allunaggio? Tutto finto! La bufala della settimana

Se non è un grande classico questo…

Cari lettori affezionati a questa rubrica, vi raccontiamo come funziona la Bufala tech.

In modo assai semplice, per la verità: ogni settimana navighiamo in Rete, selezioniamo le fake news più interessanti e clamorose e ve ne proponiamo una.

Stavamo per parlarvi dell’ennesimo ritorno di un grande classico, le scie chimiche, che periodicamente fa parlare di sé. È successo lo scorso anno, è ricapitato nei giorni scorsi.

Ma, a proposito di grandi classici, abbiamo strabuzzato gli occhi davanti all’inatteso ritorno di quella che forse è la fake news del secolo. O meglio, è una sorta di fake news al contrario, perché pretende che non abbia mai avuto luogo un avvenimento accaduto in modo incontrovertibile.

Ci stiamo riferendo al presunto finto allunaggio del 20 luglio 1969. Secondo alcuni, infatti, è stata tutta una montatura, e Neil Armstrong non ha mai toccato la superficie lunare.

Ma perché, ancora oggi, è stata rispolverata questa “antibufala”? Scopriamolo, e vediamo anche quando e perché è nato il mito del falso allunaggio.

astronauti missione artemis sulla luna
L’equipaggio di Artemis II

L’allunaggio? Macché: è falso

Come mai, dunque, a distanza di oltre cinquant’anni si ha avuto il coraggio di far riaffacciare alla ribalta il capolavoro complottistico del falso allunaggio del 1969?

Il trucco, diciamo così, per riparlare dell’ipotetica menzogna mondiale è a suo modo delizioso. Mettiamo assieme i pezzi.

Come moltissimi dei nostri lettori sapranno, è stato definito l’equipaggio della seconda missione Artemis, che verosimilmente compirà un viaggio intorno alla Luna già alla fine del 2023.

La stampa (compreso Tech Princess) ha naturalmente diramato i nomi dei quattro astronauti: Christina Koch, Victor Glover e Reid Wiseman della NASA e Jeremy Hansen dell’Agenzia Spaziale Canadese.

Il trabocchetto linguistico

Va poi detto che la missione Artemis II porterà l’equipaggio a una distanza dalla Terra mai raggiunta prima.

E teniamo a mente questo semplice ma fondamentale dato, che giustamente è stato messo in risalto da giornali e televisione. È importante dare un’informazione simile: Artemis II condurrà per la prima volta gli astronauti 10.300 chilometri al di là della Luna, distanza non raggiunta dalle missioni Apollo.

Bene, no? Anzi, ottimo: si tratta di una nuova conquista per l’umanità.

Peccato, però, per quella frase ambigua (ambigua solo per chi sia incline al complottismo): distanza mai raggiunta.

La “distanza mai raggiunta”

C’è un particolare talento, in chi diffonde le bufale online. Che consiste nella capacità quasi sovrumana di intercettare parti di testo o immagini interpretabili, decontestualizzarle e costruirvi sopra una narrazione a dir poco fantasiosa.

In questo caso, se svariate testate parlano di distanza mai raggiunta, ci pare chiarissimo il senso: nessuna missione precedente si è spinta fin lì.

Lo spiega, ad esempio, l’articolo di TgCom24 sull’argomento, che nel catenaccio (ovvero la frase sotto il titolo) riporta la fatidica locuzione incriminata. Nell’articolo possiamo infatti leggere: “Nell’arco di 10 giorni, l’equipaggio volerà fin dietro la faccia nascosta della Luna, spingendosi più lontano dalla Terra di quanto non abbia mai fatto un essere umano.”

Perfetto: non solo Artemis II raggiungerà la Luna, ma andrà 10.600 chilometri oltre.

Nulla da fare. Per alcuni, anzi molti, quel “mai raggiunta” è la prova inconfutabile che l’allunaggio del 1969 è falso, e come tutti sappiamo è stato girato a Hollywood.

Fascinazione del complotto e Guerra fredda

Se anche in coda ad articoli di siti italiani si sono sprecati commenti in odore di complottismo, in questo specifico caso ci sentiamo di attribuire tale entusiasmo solo a fattori emotivi.

Spiegandoci meglio, quello del falso allunaggio è un leitmotiv che di tanto in tanto torna in auge. Ma chi lo prende per vero (specie se oggi, e se in Italia) crediamo lo faccia solo per il gusto perverso di sentirsi tra i custodi di verità speciali riservate alle menti più brillanti.

Non c’entra più, insomma, l’aspetto politico della questione, nata in piena Guerra fredda. Ricordiamolo brevemente.

LUNA? Sì, ci siamo andati!
  • Attivissimo, Paolo (Autore)

Come tutto è nato

Alla teoria del complotto lunare Wikipedia dedica addirittura una voce.

È la teoria per cui l’allunaggio del 1969 è falso, ed è stato girato appunto negli studi di Hollywood.

Ma siccome gli americani, si sa, quando fanno le cose le fanno bene, i complottisti non si sono fatti eccessivi scrupoli, e si sono convinti che dietro la macchina da presa ci sia stato nientemeno che Stanley Kubrick.

La teoria complottistica è nata nel 1976, con l’uscita dell’eloquente libro Non siamo mai stati sulla Luna. Ed è stata ravvivata negli anni della Guerra fredda, quando anche la corsa allo Spazio (e più nello specifico verso la Luna) era un motivo di conflitto tra le due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica.

Evidentemente, ancora oggi c’è una certa nostalgia della divisione del mondo in due grandi blocchi, come si diceva un tempo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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