fbpx
CinemaCulturaNetflixStasera in tv

Il prodigio: com’è il film con Florence Pugh

Il prodigio è disponibile su Netflix dal 16 novembre.

Si apre in un teatro di posa moderno Il prodigio, ricordandoci il valore delle storie e soprattutto l’importanza di credere in esse. Un incipit che ci permette di entrare subito in sintonia con un racconto che arriva da molto lontano (siamo nel 1862, in un villaggio irlandese che risente ancora della grande carestia) e sviluppa proprio il concetto di devozione verso le proprie storie, declinato attraverso il classico scontro fra scienza e fede.

A 4 anni di distanza da Gloria Bell (remake americano del suo Gloria), il regista cileno Sebastián Lelio torna con un nuovo racconto di donne tormentate e afflitte dalla società intorno a loro, adattando per il grande schermo e per Netflix l’omonimo romanzo di Emma Donoghue insieme alla stessa autrice e ad Alice Birch. Il risultato è un period drama atipico, che procede con il passo sinistro dell’horror, forte di una fotografia gelida e rarefatta e attraversato da una costante tensione. Al centro della storia c’è l’infermiera inglese Lib Wright (Florence Pugh), che si dirige in una remota località irlandese dove incrocia l’undicenne Anna O’Donnell (Kila Lord Cassidy), che secondo la comunità da quattro mesi vive solo d’aria o, come afferma lei, di “manna dal cielo”.

Miracolo o cinica truffa? Per dirimere questo dubbio, Lib e una suora vengono incaricate di sorvegliare costantemente la bambina. La razionale Lib si scontra con l’incrollabile fede di Anna e della sua famiglia e con una comunità in subbuglio e diffidente nei confronti del prossimo. Un duello dell’anima, con in palio la vita di una bambina a cui però non basta una singola risposta netta per raggiungere la salvezza.

Il prodigio: Florence Pugh al centro di uno scontro fra scienza e fede

Cr. Aidan Monaghan/Netflix © 2022

Il prodigio è un’opera più unica che rara nel panorama audiovisivo contemporaneo, che chiede molto agli spettatori in termini di impegno e concentrazione (la narrazione è avvolgente ma decisamente compassata) ma li ripaga tratteggiando un quadro umano raggelante, in cui la propria credenza determina cosa è vero e cosa no e la manipolazione (soprattutto quella delle donne) è all’ordine del giorno. Una ghost story dove il fantasma è una verità che non ammette bianco e nero, ma solo toni sfumati; un western senza pistole, dove a sfidarsi sono rigidità di segno opposto; un racconto di formazione torbido e complesso, in cui Lib trova la propria indipendenza mediando con la sua sensibilità fra due diverse forme di estremismo, altrettanto inutili per la salute della piccola Anna.

Sebastián Lelio sembra quasi flirtare con Andrej Tarkovskij e con i personaggi altamente simbolici alla base del suo Stalker, ma proprio quando pensiamo di aver trovato la chiave interpretativa per questo flemmatico racconto il regista ci spiazza, trovando nell’empatica e sfaccettata prova attoriale di Florence Pugh l’appoggio per concentrarsi sulla componente umana dei personaggi. Fra fantasmi del passato che riemergono per aiutare a decifrare e superare il presente, personaggi secondari ma funzionali al racconto (lo scettico giornalista interpretato da Tom Burke) e un’Irlanda ancora teatro di divisioni e contrasti dopo Gli spiriti dell’isola, ci ritroviamo a ragionare sul fatto che ogni estremismo nasce da una storia a cui non si vuole smettere di credere, con conseguenze nefaste per le persone coinvolte.

Dentro o fuori?

Il prodigio
Cr. Aidan Monaghan/Netflix © 2022

«Dentro. Fuori. Dentro. Fuori.», sussurra Niamh Algar in un suggestivo finale meta-cinematografico, che dopo averci mostrato un lungo e a tratti respingente scontro di prospettive e punti di vista lascia la parola a noi spettatori. Fra le derive di scetticismo e fede, raziocinio e conservatorismo, si erge un approccio alternativo a problemi sfuggenti come il presunto miracolo di cui è protagonista e vittima Anna. Un approccio fatto di pragmatismo, ragionevolezza e comprensione, lontano da ogni forma di fanatismo. Come la sua voce narrante, Il prodigio si allontana così dalla fredda e sinistra Irlanda del 1862 per trovare un inaspettato e convincente collegamento con il nostro complesso presente che, proprio come la piccola Anna, necessita di un punto di incontro equidistante da tutti gli estremismi e gli scontri ideologici.

Il prodigio è disponibile su Netflix dal 16 novembre.

Il prodigio
Cr. Aidan Monaghan/Netflix © 2022

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🚪 La pericolosa backdoor di Linux, disastro sventato da un solo ricercatore
 
🎶Streaming Farms: il lato oscuro della musica, tra ascolti falsi e stream pompati
 
✈️Abbiamo provato DJI Avata 2: sempre più divertente!
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
  
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
  
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
  
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
  
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
  
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button