L’ultimo capitolo delle Tartarughe Ninja più famose del mondo, Splintered Fate, arriva anche su PC dopo il lancio su Apple e Nintendo di qualche mese fa; lo abbiamo provato per voi e vi raccontiamo come è andata in questa recensione.
La recensione di Splintered Fate per PC
Il gioco, di fatto, è già in circolazione da qualche mese su Apple Arcade e Switch, quindi sappiamo già che aria tira.
Dal punto di vista della storia, c’è obiettivamente poco di innovativo: il maestro Splinter è stato rapito da e dobbiamo andare a salvarlo. Per farlo, ci sono una sequenza di mappe piene di nemici da attraversare e solo arrivando alla fine otterremo il risultato.
Per quanto riguarda il gameplay, abbiamo un gioco molto frenetico di tipo hack’n’slash, in cui si fa uso di combattimenti corpo a corpo con l’opzione di usare qualche arma secondaria da lancio e degli attacchi speciali. Questo viene però calato in una modalità roguelike. Per chi fosse poco pratico, in un gioco roguelike dobbiamo attraversare una serie di stanze in un percorso quasi obbligato, ripulendole da tutti i nemici per passare al livello successivo. La formula combinata, ammettiamolo, non è particolarmente innovativa, ma alla fine funziona abbastanza bene.
Level design
Con i giochi roguelike, il level design riveste un aspetto molto importante, soprattutto rispetto alle meccaniche di gioco. Il percorso che dobbiamo affrontare si compone in totale di quattro zone. In ogni zona troviamo una sequenza obbligata di stanze da esplorare e ripulire dai nemici per procedere alla successiva. Se, durante il gioco, esauriamo la salute, veniamo teletrasportati all’inizio e dobbiamo ricominciare dalla prima stanza della prima zona.
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Le stanze sono sempre le stesse; ciò che varia è la generazione dei nemici: la loro numerosità e tipologia. All’interno di ogni area troveremo anche un miniboss e un boss. Il boss, ovviamente, sarà nell’ultima stanza, mentre il miniboss, che non sarà sempre lo stesso, si troverà in un punto variabile, più o meno a metà percorso.
Questo approccio inizialmente non ci ha entusiasmato, ma, a essere onesti, alla fine i nemici offrono una varietà sufficiente per non annoiarsi. Le stanze iniziali, quelle che si affrontano più frequentemente, diventano più semplici con la progressione, ma non si rivelano mai troppo semplici per cui possiamo semplicemente camminare verso l’uscita. La struttura fissa delle stanze permette piuttosto di trovare delle strategie riutilizzabili in base alla posizione di muri ed ostacoli.
La meccanica di progressione
La progressione nel gioco avviene raccogliendo tre tipi diversi di valuta. Una di queste, i rottami metallici, può essere convertita in potenziamenti solo accedendo a uno shop nella penultima stanza di ogni area. Le altre due valute, invece, possono essere spese solo alla base di partenza; prima di iniziare una nuova partita, ovvero, subito dopo essere morti.
Di conseguenza, il risultato finale è che ripuliremo stanza dopo stanza fino a incontrare nemici troppo forti e moriremo. Tornati al punto di partenza, ci potenzieremo e ripartiremo con la speranza di avanzare un po’ di più … e poi ripeteremo il ciclo.
In sintesi, l’esperienza di gioco è più incentrata su un grind continuo, volto ad accumulare potenziamenti, piuttosto che su una narrazione lineare. Questa meccanica, però, a nostro avviso, si adatta meglio a un pubblico di casual player. Cosa che non coglie molto di sorpresa se ricordiamo che il gioco è stato inizialmente progettato per dispositivi mobili e, anche per PC, viene indicato come compatibile con lo Steamdeck.
L’esperienza di gioco
L’esperienza di gioco è fluida e anche abbastanza piacevole. Tuttavia, secondo noi, poteva capitalizzare un po’ di più dai feedback arrivati sul porting su Switch. I due difetti principali che sono stati contestati al gioco: la necessità di un gamepad e gli ambienti un po’ troppo stretti, ci sono ancora.
Per quanto riguarda il gamepad, questo continua ad essere l’unico dispositivo con cui si può giocare comodamente. Poteva avere un senso sulla Switch, ma ne ha, secondo noi, un po’ meno su un PC.
Passando alla questione delle visuali, il problema nasce sempre dal fatto che il design è stato fatto partendo da un dispositivo mobile, e quindi da uno schermo piccolo. Con uno schermo più grande come quello di un PC, o si ingrandiscono (troppo) i personaggi o si allarga la visuale. La planimetria delle stanze, però, deve rimanere sempre la stessa. Quindi, nonostante sia stato fatto un ottimo lavoro di adattamento, ci troviamo con delle stanze di poco più grandi dello schermo che, soprattutto in modalità cooperativa, diventano subito molto affollate. Volendo fare una battuta, ci sono stati momenti in cui ci sembrava quasi più un bullet hell (uno di quei giochi in cui bisogna evitare centinaia di proiettili sparsi ovunque) che non un roguelike.
La recensione di La recensione di TMNT: Splintered Fate per PC in breve
Si tratta di un gioco che ha sicuramente un buon appeal grazie anche a dei personaggi consolidati. Questo ultimo capitolo propone una interessante combinazione con il genere roguelike che, seppur non offra grosse novità a livello di gameplay, fornisce comunque un’esperienza di gioco godibile.
Come redazione, ci sentiamo però di consigliarlo più ai casual player: giocatori che si cimentano per brevi periodi senza cercare un’esperienza di gioco articolata nel tempo. Per tutti gli altri, è forse consigliabile provare prima la versione demo disponibile sullo store di Steam. Per fare l’acquisto, invece, è possibile rivolgersi anche a Epic Store.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API