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Recensione Total War: Three Kingdoms, la Guerra tra le dinastie

Abbiamo giocato al nuovo capitolo della serie Total War di SEGA ambientato nella Cina del II secolo d.c, ecco cosa ne pensiamo!

Per gli amanti dei videogiochi strategici, la serie Total War ha riservato negli anni mille e più sorprese. Dai titoli un po’ più deboli, come Empire Total War, a quelli più riusciti e conosciuti, come Rome o Medieval II, le battaglie che ci ha regalato questa serie restano leggenda e quest’anno, SEGA ci regala un nuovo epico capitolo con Total War: Three Kingdoms.

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Lo scenario in cui si sviluppa Three Kingdoms è quello della Cina del II secolo d.c. La dinastia Han è giunta alla fine e la Cina si prepara ad affrontare un lungo periodo di sanguinosi conflitti conosciuto, appunto, come il periodo dei Tre Regni. Scopriamo di più!

La guerra totale raggiunge la Cina

L’anno di inizio della campagna è il 190 d.c. L’usurpatore Dong Zhuo, dopo la morte dell’Imperatore, ha occupato la capitale approfittando dell’assenza dei generali Cao Cao e Sun Jian impegnati a sedare delle rivolte ad est. I territori del nord sono invasi da eserciti di banditi guidati da Zheng Jiang e Zhang Yan che desiderano porre fine alle dinastie del regno e ottenere fama e ricchezza. Il resto della Cina è spezzettato tra i tanti governatori e generali (chi più, chi meno illuminato) desiderosi di unificare il regno sotto il loro vessillo. A complicare la situazione c’è la rivolta dei turbanti gialli, i “ribelli” di questo capitolo, stufi dei soprusi e del lungo periodo di instabilità della Cina.

La situazione iniziale della nostra partita dipenderà, com’è prevedibile, dalla fazione con cui inizieremo a giocare. Ogni fazione presenta delle caratteristiche, strutture e unità particolari a seconda dello stile di gioco che più gli si confà. I Governatori, per esempio, presentano uno stile di gioco più incentrato sul commercio o sulla crescita della popolazioni, i Fuorilegge, invece, hanno uno stile più aggressivo volto alla conquista. Una volta scelto il vostro generale sarà necessario selezionare tra due modalità di partita: la Modalità Romanzo o la Modalità Cronache.

La nuova Modalità Romanzo introduce un’esperienza di battaglia più incentrata sul singolo eroe che andrà in battaglia come unità speciale con abilità potentissime in grado di ribaltare il risultato di uno scontro. Due generali potranno inoltre confrontarsi durante una battaglia per una sfida, uno contro uno all’ultimo sangue. La Modalità Cronache, invece, è la classica modalità a cui Total War ci ha abituato. I generali scenderanno in battaglia accompagnati da truppe speciali e perderanno parte della potenza della precedente modalità. C’è da dire che queste differenze sono percepibili esclusivamente durante le battaglie mentre la parte gestionale sulla mappa strategica rimane pressoché invariata.I G

I grandi Generali

Gli ingredienti per un Total War con i fiocchi ci sono tutti: un’epoca ricca di battaglie, uno scenario affascinante e guerrieri determinati pronti a scontrarsi. Ogni generale (e quindi ogni fazione) ha delle caratteristiche ben precise e ben delineate. In onore dell Princess, per la stesura di questa recensione, abbiamo iniziato la prima campagna con la regina bandito Zheng Jiang, l’unico generale donna selezionabile all’inizio del gioco nonché uno dei più difficili da usare. La sua fazione, infatti, non prevede nessun insediamento iniziale. La nostra campagna è iniziata, proseguita e finita (male) con la guerra più spietata.

Tra le specializzazioni di Zheng Jiang, infatti, è presente la “risorsa” dell’Infamia, una caratteristica unica del personaggio che vi spingerà a comportarvi in maniera poco onorevole costruendo la sua nomea di spietata guerriera. Radere al suolo le città o giustiziare i generali nemici catturati vi farà guadagnare più infamia che fornirà numerosi vantaggi al vostro regno. Ma attenzione! Maggiore è l’infamia, maggiore sarà il disprezzo degli altri stati nei vostri confronti. Tessere rapporti pacifici sarà praticamente impossibile. Altri generali hanno altre specializzazioni come Credibilità, Eroismo o Monopolio del commercio che arricchiscono moltissimo la variabilità del gioco.

Ogni generale, così come anche i personaggi principali nella campagna, possiede inoltre 5 virtù: Perizia, Risolutezza, Astuzia, Istinto e Autorità. Maggiore è il loro livello, maggiore è il buff garantito alle truppe durante la battaglie. Per esempio, la risolutezza aumenta la salute dei generali e la crescita della popolazione, l’Autorità aumenta il morale delle truppe e così via. Non manca nemmeno uno skill tree semplice ma efficace che vi garantirà abilità attive e non da usare in battaglia o altri vantaggi che avranno effetto sulla mappa strategica. Come se non bastasse, ogni personaggio possiede anche un piccolo inventario per migliorare le armi, le armature o le cavalcature che porterà in battaglia.

Scontro dinastico

La mappa strategica è, ovviamente, la Cina, tanto grande quanto smembrata in piccole regioni raggruppate in comanderie. Ogni comanderia è costituita da una città principale e piccoli insediamenti che garantiscono risorse in più o procurano vantaggi. Le risorse principali a cui guardare con particolare attenzione sono solo due, l’oro, che ci servirà per acquisire nuove truppe o costruire e potenziare le strutture all’interno della comanderia, e il cibo, per nutrire il popolo e le truppe.

Sulla mappa sono presenti ovviamente elementi che vi potranno aiutare anche in battaglia come le foreste, utili per lanciare un’imboscata al nemico o il Fiume Giallo, navigabile per raggiungere i nemici anche a lunghe distanze. A tal proposito c’è da segnalare la totale mancanza di unità e di battaglie navali. Questo è dovuto dalla collocazione geografica della Cina.

Le battaglie sul campo sono invece ben realizzate in perfetto stile Total War. Anche se la varietà delle unità a disposizione non è alta, soprattutto nelle prime fasi del gioco, gli scontri sono avvincenti e richiedono una buona dose di strategia. C’è da dire, però, che, nel caso di una partita in Modalità Romanzo, i generali in battaglia risultano troppo potenti rispetto alle altre truppe e rischiano spesso e volentieri di sbilanciare enormemente le partite.

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Strategia in ogni dove

L’attenzione alla personalità dei generali di fazione si ripercuote inevitabilmente sulla diplomazia tra i regni, mai come in questo titolo così ben caratterizzata. Ogni azione condiziona inevitabilmente gli altri protagonisti della campagna e una dichiarazione di guerra ad un nemico “sbagliato” può rivelarsi fatale. Le azioni influenzano infatti anche i personaggi non direttamente coinvolti, gli altri generali non aspetteranno molto prima di reagire.

Nelle fasi più avanzate del gioco la diplomazia assumerà un’importanza fondamentale. Le piccole provincie finiranno inevitabilmente per sparire e le fazioni più potenti inizieranno a procurarsi dei vassalli o stati-fantoccio e formare con loro delle eventuali coalizioni. Le regioni diventeranno Regni e quindi Imperi e a quel punto sarà dura contrastarli. Questo espediente arricchisce e movimenta le fasi finali del gioco solitamente sempre molto piatte. Non basterà più attaccare le piccole provincie rimaste vive dopo il vostro successo; queste possono coalizzarsi e impedirvi di conquistare l’intera Cina.

La componente strategica è davvero importante e stimolante. Oltre alla diplomazia, sarà necessario pensare ad ogni mossa con estrema cautela. Anche una minima azione, come lo spostamento delle truppe, può avere ripercussioni disastrose per la vostra partita. Per esempio, in inverno (in Tree Kingdom ogni turno corrisponde ad una stagione tra Primavera, Estate, Raccolto, Autunno e Inverno) le truppe si muovono più lentamente e consumano più cibo al di fuori di un insediamento. Nel caso in cui abbiate lanciato un attacco in autunno fuori dai vostri territori…beh, preparatevi a subire molte perdite!

Il dettaglio che manca

Dal punto di vista tecnico Three Kingdoms mantiene lo stile dei Total War precedenti, ne più ne meno. La resa grafica delle battaglie risulta fluida e scorrevole salvo qualche piccolo calo di frame durante le battaglie con un gran numero di soldati coinvolti. Non sono stati riscontrati bug particolarmente fastidiosi o degni di nota.

Siamo sicuri che le piccole mancanze o i problemi di bilanciamento che abbiamo riscontrato in Three Kingdoms verranno aggiustati con i prossimi aggiornamenti e DLC. Considerando che un’espansione, che permette di usare i generali della Rivolta dei Turbanti Gialli, è già stata rilasciata per gli utenti che hanno effettuato il pre-order.

Concludendo, Total War: Three Kingdoms fa tesoro dei 20 anni di esperienza per creare un ottimo prodotto in grado di regalare moltissime ore di gioco con decine e decine di fazioni una più particolare dell’altra. Un’altra perla tra gli strategici a turni che nessun appassionato del genere può lasciarsi scappare.

Total War: Three Kingdoms

Pro Pros Icon
  • Campagna avvincente ambientata in un periodo interessante
  • Diplomazia rivisitata ed efficace
  • Grande attenzione ai personaggi e al loro modo di relazionarsi
  • Epiche battaglie in perfetto stile Total War
Contro Cons Icon
  • Qualche problema di bilanciamento
  • AI non sempre perfetta
  • Mappa di gioco ridotta rispetto ai precedenti capitoli della serie

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Daniele Cicarelli

Indigente giramondo con la grande passione per i videogiochi, l'Arte e tutte le storie Fantasy e Sci-Fi che parlano di mondi alternativi senza zanzare. Fermo sostenitore dell'innovazione, del progresso tecnologico e della superiorità del Tipo Erba. Dalla parte dei Villains dal 1991.

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