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Il modem 56K (e il suo suono agghiacciante). La macchina del tempo

Il mitico strumento che ci ha fatto conoscere la Rete

Nei rari istanti in cui non siamo collegati alla Rete, magari tramite più di un device contemporaneamente, non ci viene certo da pensare a quanto è stata dura, all’inizio. Perché quando si raggiunge una condizione di benessere, si sa, la tendenza è quella di rimuovere le sofferenze patite.

Eppure, se ci sforziamo di ricordare, riaffiorerà alla mente di noi tutti la lentezza snervante del caricamento di un’immagine sullo schermo del nostro computer. E verso la metà dell’operazione, quando ci sentivamo ingenuamente vicini al traguardo, zac: la connessione saltava.

Comunque, se negli anni Novanta del secolo scorso abbiamo scoperto il magico mondo di Internet, lo dobbiamo a un rumorosissimo Caronte: il modem 56K.

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Oggi siamo qui per tributargli il doveroso omaggio. E per svelare finalmente, a distanza di decenni, il perché di quel suo suono non esattamente paradisiaco.

Il modem

Alla (breve) storia del modem abbiamo a suo tempo dedicato un articolo.

Qui vale solo la pena di ricordare che la parola modem nasce dalla contrazione di due termini, modulazione e demodulazione, che spiegano già tutto.

Il modem infatti è lo strumento che, attraverso le due suddette operazioni – su cui qui non ci soffermeremo – permette di convertire gli impulsi (analogici) di una linea telefonica nei segnali (digitali) elaborati da un computer, e viceversa.

Vogliamo dirla semplice semplice? Il modem ci permette di accedere a Internet tramite la linea telefonica.

modem 56k loading

Il modem 56K

Prima di ADSL e altre diavolerie, quando ancora ci affidavamo ai modem analogici, a un certo punto arriva lui: il modem 56K.

Dobbiamo l’invenzione all’ingegnere canadese Brent Townshend, che lo brevetta nel 1996. La leggenda vuole che Townshend non abbia chiesto alcun compenso immediato, ma una sorta di diritto d’autore: 2,5 dollari (poi diventati 22 centesimi di dollaro) per ogni apparecchio venduto. Dicono che oggi l’ingegnere non se la passi malissimo.

Ma occorre una precisazione: quello che noi familiarmente chiamiamo modem 56K in realtà è il modem 56Kbps, ovvero che viaggiava alla velocità massima di 56 Kilobyte al secondo. Insomma, riceveva al massimo 56.000 bit al secondo (il massimo dell’upload era invece di 48.000 bit).

Bene. Terminata la disquisizione tecnica, entriamo nel mito.

Il mito del modem 56K

Quando, nella preistoria informatica, eravamo agli albori di Internet, ogni collegamento costava oro, e i genitori catechizzavano i figli in questo senso.

Vi ricordate? Mica si era sempre collegati: la procedura per inviare un’unica e desolata mail prendeva il tempo di un pranzo di nozze. E nemmeno ci si poteva connettere di nascosto, visto il demoniaco suono prodotto dal modem (su cui torneremo).

Comunque, ostacoli a parte, il nostro fido e rumoroso modem 56K era la scatola delle meraviglie. Portava noi, giovani cresciuti con gli schiacciapensieri, in questa misteriosa giungla virtuale piena di cose da scoprire.

E, come in ogni giungla che si rispetti, non era facile cavarsela: dopo svariati minuti di attesa, il collegamento era lentissimo e instabile, il che imponeva un utilizzo della Rete limitato alle strette necessità.

Ma qualcosa di epocale, giusto per usare una parola abusata, stava accadendo. Noi ne eravamo i testimoni, e quella scatoletta infernale e starnazzante era la vera protagonista.

Non a caso, una recente serie TV ha per titolo Generazione 56K, a indicare chi è stato giovane negli anni Novanta del secolo scorso.

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  • SUPPORTO VOCE E ID CHIAMANTE: consente di effettuare e ricevere telefonate attraverso il PC desktop/portatile; questo...
  • SUPPORTO MODALITÀ DATI/FAX: Dati: V.92, V.90, V.34, V.32bis, V.32, V.22bis, V.22, V.23, V.21 Bell 212A e Bell 103; Fax:...

Ma quel suono?

Ci abbiamo girato intorno, ma il vero motivo per cui siamo tutti qui è svelarvi (noi) e conoscere (voi) il motivo di quel suono, a metà tra un urlo di dolore e una sonorità aliena.

Dunque. Abbiamo detto che il modem 56K trasformava da digitali ad analogiche le informazioni ricevute dal computer. E le trasmetteva lungo il doppino telefonico a un altro modem che poi le “ritraduceva” in digitale.

Detta di nuovo semplice semplice, il modem telefonava al provider di riferimento per dirgli: ehi, lanciami in Rete!

Il modem contattato rispondeva inizialmente con un determinato tono, per verificare il protocollo di comunicazione da utilizzare con il modem chiamante.

Inviava anche un comando per bloccare la soppressione dell’eco di linea, sistema utile per le telefonate vocali tra due persone (per non avere il ritorno della propria voce) ma non per una tra modem.

Poi i due modem si accordavano, diciamo così, sul tipo di frequenze da impiegare e sulla velocità da utilizzare sulla linea. Infine, veniva calibrato il segnale e resa stabile (si fa per dire) la connessione.

Ecco spiegati i suoni sinistri provenienti dal Modem 56K. Era la tecnologia del Novecento, bellezza.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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