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Ecco 5 canzoni per celebrare il 25 aprile: la Festa della Liberazione

“Là dove senti cantare, fermati. Gli uomini malvagi non hanno canzoni” recita una celebre frase di Léopold Sédar Senghor, poeta ed ex presidente del Senegal. Non è un caso, infatti, che l’essere umano abbia deciso di affidare anche alla propria voce (e ad una manciata di note) la narrazione della propria storia e della propria cultura. Oggi, per esempio, che si celebra la Festa della Liberazione, per ricordare quel 25 aprile 1945 in cui il nazifascismo in Italia capitolò definitivamente, ci affidiamo alla musica.

Sono molteplici i canti popolari, partigiani e folkloristici celebri. Inni come Bella Ciao, per esempio, ripresi in contesti diversi e divenuti sinonimo di resistenza verso ogni tipo di oppressione. Ci sono però tanti altri brani, magari scritti sull’onda di sentimenti politici o ancora con funzione puramente narrativa. In questo articolo elencheremo 5 canzoni che ricordano e celebrano la Liberazione, cercando di fuggire alla banalità (e alla discografia intera dei Modena City Ramblers, che altrimenti andrebbe citata tutta).

Festa della Liberazione: 5 canzoni per celebrare il 25 aprile

Scugnizzi – 24 Grana

La storica band partenopea (che proprio recentemente si è riunita dopo più di 10 anni di assenza) pubblicò il brano Scugnizzi nel 1998, come parte del live album “Loop Live”. La canzone è una piccola perla, dato che non ne esiste una versione studio. Il testo racconta le celebri 4 giornate di Napoli, quando nel settembre del 1943 un gruppo di giovani imbracciò le armi contro le truppe tedesche, liberando la città dall’occupazione nazista. Verranno ricordati come “gli scugnizzi”, termine con il quale ancora oggi, a Napoli, si indicano i ragazzi di strada. I 24 Grana, in un crescendo di emozioni, descrivono il clima in città, i cadaveri ammassati al porto, la tenacia della popolazione (“chi non ha il fucile lancia le pietre”) e il folklore napoletano (una signora anziana, nel vedere il volto di uno scugnizzo morto, rivede Masaniello).

Viva l’Italia – Francesco De Gregori

Non è facile raccontare le vicende del proprio Paese senza cadere nel nazionalismo più banale. De Gregori ci è riuscito con Viva l’Italia, canzone contenuta nell’omonimo album del 1979, dopo un decennio di bombe, di tensione sociale e di sanguinosi episodi appartenenti all’epoca più buia della Repubblica. Spesso strumentalizzata e fraintesa, Viva l’Italia è una canzone di narrazione storica, in cui il Principe della Canzone italiana rievoca le ferite del Paese. Perché la Resistenza non è solo quella partigiana, ma anche quella alla mafia, agli apparati deviati dello Stato e alle ingiustizie. Insomma “Viva l’Italia: l’Italia che resiste”.

Festa d’Aprile

Come tutti i canti di derivazione popolare, è difficile stabilire esattamente come e quando nacque Festa d’Aprile. La musica è probabilmente una sintesi di vari stornelli partigiani tramandati oralmente tra il 1944 e il 1945. Secondo altri invece il brano nacque a Biella, proprio tra il ’44 e il ’45, grazie a Radio Libertà che trasmetteva musiche e informazioni a chi era impegnato in battaglia contro i nazifascisti. Ad ogni modo il messaggio è chiaro: “sta per arrivare la resa dei conti”.

Rigurgito Antifascista99 Posse

Pochi gruppi hanno interpretato il sentimento dei centri sociali degli anni ’90 come i 99 Posse. Il progetto è riconosciuto per la sua fede antifascista, e questo è un vero e proprio inno contro ogni forma di fascismo, così disgustoso da provocare nel cantante conati di vomito. In Rigurgito antifascista, contenuto nel celebre album Curre Curre Guagliò del 1993, la voce inconfondibile di Luca Zulù Persico spara virtualmente sul fascista contemporaneo, descrivendo diverse scene di cui questo si rende protagonista: dalla violenza allo stadio alle ronde notturne alla ricerca di vittime da picchiare. Insomma, tra le canzoni per celebrare i concetti di “liberazione” e “resistenza” Rigurgito antifascista non può mancare.

Fischia il vento

Fischia il vento è una celebre canzone partigiana italiana scritta dal poeta e combattente Felice Cascione nel 1943, probabilmente a Bologna. La musica è in realtà ripresa da Katjuša, una canzone russa che narra della solitudine di una donna mentre aspetta e spera che il suo amato faccia ritorno dal fronte. Durante il periodo della Resistenza la versione italiana divenne popolarissima tra i partigiani, tanto da divenire inno dalla Brigata Garibaldi. Dal dopoguerra in poi Fischia il Vento verrà ripresa da numerosi artisti. Noi, per scusarci con i Modena City Ramblers, grandi assenti da questa selezione, abbiamo optato per la loro versione.

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  • Audio CD – Audiobook
  • Editore: Sintesi 3000

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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