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Le cuffie a energia solare hanno senso?

Le cuffie wireless, sempre più diffuse e onnipresenti nelle nostre vite a discapito di quelle tradizionali con il cavo, hanno un importante difetto: devono essere periodicamente ricaricate. Che la cosa vi scocci o meno è una questione soggettiva, ma sarebbe bello, a prescindere, non dover dipendere dal livello di carica per ascoltare la propria musica. Urbanista ha provato ad andare in questa direzione con le sue cuffie a ricarica solare Los Angeles, dotate di una superficie fotovoltaica capace in teoria di ricaricare le cuffie con soltanto la luce. Una svolta tecnologica o un gimmick commerciale? Per scoprirlo, le abbiamo provate: ecco quindi la nostra recensione delle cuffie Urbanista Los Angeles.

La nostra recensione di Urbanista Los Angeles

Partiamo dal primo impatto, quello visivo. Le cuffie hanno un’estetica pulita e minimale, con superficie opache e materiali di alta qualità. L’archetto è estremamente flessibile e non teme deformazioni in praticamente qualunque direzione. Sia l’archetto che i padiglioni sono imbottiti, anche se non troppo, il giusto.

Urbanista Los Angeles recensione pulsanti

A livello di indossabilità, l’imbottitura assicura che non ci siano punti di attrito scomodi con la testa o con le orecchie. Il peso è però superiore a quello della media delle cuffie over-ear. Ancora più rilevante per l’utilizzo prolungato è l’estrema aderenza delle cuffie: anche regolando l’ampiezza delle stanghette perfettamente, dopo un po’ di ore le cuffie cominciano a stare strette e a dare fastidio alle orecchie. Parliamo comunque di un sensazione che comincia a presentarsi dopo quasi diverse ore di utilizzo consecutivo che, come vedremo, non è forse l’utilizzo designato per questo prodotto.

Qualche bordo da smussare

A livello di esperienza di utilizzo, il risultato è tendenzialmente positivo, ma con qualche bordo da smussare. L’esperienza musicale è molto buona, con una riproduzione ricca e fedele. I bassi non sono particolarmente carichi, ma neanche troppo sacrificati.

L’isolamento passivo è già sufficiente ad ottenere un certo livello di isolamento dal mondo esterno, grazie alla buona aderenza delle cuffie alla testa. Volendo sono disponibili due modalità dedicate: ANC (Cancellazione attiva del rumore) e Ambient Sound (che evidenzia i suoni esterni, quando dobbiamo comunque essere attenti a ciò che ci circonda). La prima migliora un po’ l’effetto di isolamento, anche se di poco, e ha l’effetto principale di far sembrare la musica più alta, ma con anche una fedeltà apparentemente più bassa. Anche la seconda fa il suo lavoro, e l’abbiamo effettivamente utile per usare le cuffie in movimento senza isolarci da pericoli come il traffico cittadino.

Urbanista Los Angeles recensione applicazione

Un nota di demerito va all’app associata, forse un po’ troppo semplice e non sempre funzionante. È da questa app che possiamo infatti monitorare lo stato di carica e ricarica (che approfondiremo tra un attimo), la modalità di utilizzo più qualche altre opzione. A volte ci sono delle difficoltà nell’individuare le cuffie, nonostante queste siano collegate al telefono e magari stiano anche riproducendo della musica. A volte, poi, le modifiche apportate alle impostazione sembrano annullarsi da sole: abbiamo ad esempio dovuto disattivare varie volte, tra un uso e l’altro, il riconoscimento dell’indossamento (che in teoria interrompe la riproduzione in automatico quando ci si toglie le cuffie, ma nella pratica porta ad un comportamento difettoso per cui la musica in alcuni momenti, anche solo toccando poco le cuffie, si ferma e riparte da sola), perché dopo un po’ si riattivava da solo.

Solare, ma perché?

Veniamo a quello che dovrebbe essere il punto forte di queste cuffie, ovvero l’autonomia e la ricarica solare. La prima è effettivamente buona, forse non le 80 ore sbandierate in confezione, ma comunque nell’ordine di diverse decine di ore.

La ricarica solare, invece, si è rivelata abbastanza deludente, almeno per il nostro utilizzo non totalmente outdoor, ma con molti momenti serali e/o al chiuso. Per avere una ricarica che superi il consumo durante la riproduzione o che sia anche solo sensata per giustificare il lasciare le cuffie al sole invece di attaccarle alla presa, serve veramente un sole intenso e diretto. In ogni altro caso, con un cielo parzialmente nuvoloso o una luce artificiale, il consumo sarà vagamente ridotto dalla ricarica fotovoltaica, ma sarà comunque netto. Il sogno di un’autonomia infinita senza bisogno mai di una presa è, per la maggior parte degli utilizzi, solo quello.

Ne valgono la pena?

Quello che emerge dalla nostra recensione delle Urbanista Los Angeles, queste cuffie sono un prodotto di qualità buona, ma veramente adatte ad una categoria molto ristretta di persone: chi passa molto tempo all’aria aperta per spostamenti e altre attività non sportive (i materiali, la mancanza di una certificazione IP e l’estrema aderenza non ci fanno pensare a queste cuffie come adatte per lo sport). Solo in questo caso, infatti, si può realisticamente sfruttare la ricarica fotovoltaica e i problemi legati all’uso prolungato sono meno accentuati. In altri scenari, tolto il vantaggio teorico della ricarica solare, allo stesso prezzo si possono trovare prodotti qualitativamente migliore da molti punti di vista.

Urbanista Los Angeles recensione overview 1

PRO

  • Buona qualità musicale
  • Autonomia estesa
  • Buon isolamento passivo e attivo
  • Estetica curata

CONTRO

  • Ricarica solare molto situazionale
  • Mancanza di un jack audio
  • Estrema aderenza che dà fastidio sull’uso prolungato
  • Applicazione e funzionalità migliorabili
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Maggiori informazioni sul sito ufficiale di Urbanista.

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Giovanni Natalini

Ingegnere Elettronico prestato a tempo indeterminato alla comunicazione. Mi entusiasmo facilmente e mi interessa un po' di tutto: scienza, tecnologia, ma anche fumetti, podcast, meme, Youtube e videogiochi.

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