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Durissime sanzioni tech contro la Russia da parte di Usa e Ue

In arrivo quella che è stata ribattezzata Tech war

Lo abbiamo sentito tutti, al risveglio: alle 4 di mattina (ora italiana) di giovedì 24 febbraio la Russia ha invaso l’Ucraina attaccando su tre fronti.

Non è, il nostro, lo spazio adatto a una disamina politica, o di tattica militare, su questa offensiva tanto drammatica quanto inattesa (anche e soprattutto dagli analisti più esperti).

Tech Princess è una testata che si occupa di divulgare notizie che riguardino in qualche modo la tecnologia. E proprio la tecnologia sta avendo un ruolo importante in queste prime giornate di conflitto. Gli Stati Uniti e l’Unione europea si stanno infatti allineando, e hanno approntato quella che parte della stampa ha già definito Tech war. Contro la Russia sono state stabilite sanzioni pesantissime, che riguardano diversi ambiti, ma soprattutto il settore tecnologico.

Tralasciando dunque gli altri aspetti, per cui rimandiamo i nostri lettori alle notizie che stanno affollando le redazioni, vediamo più da vicino in cosa consiste il Tech war. Quali sono, cioè, le sanzioni contro la Russia decise da Usa e Ue.

Le sanzioni alla Russia

La condanna dell’invasione russa all’Ucraina è pressoché unanime. Così come quasi unanime è stato l’accordo di colpire Mosca non già militarmente, ma semmai intervenendo con una serie di sanzioni e tagli che, oltre all’evidente valore simbolico, potrebbero mettere in ginocchio il Paese.

Si è mosso anche lo sport: la Uefa ha spostato della finale di Champions League 2021-2022 da San Pietroburgo a Parigi. Salteranno anche il Gran Premio di Formula 1 di Sochi, previsto per il 25 settembre, e le gare di Coppa del mondo di sci che si sarebbero dovute disputare in Russia.

Mosca è stata poi esclusa dal Consiglio d’Europa. Ma a queste sanzioni alla Russia ne sono state aggiunte altre, in ambito finanziario e tecnologico, ben più pesanti. Vediamo quali.

Le sanzioni alla Russia: i due pacchetti dell’Ue

Contro la Russia, le sanzioni previste dall’Ue si dividono in due cosiddetti pacchetti.

Il primo è stato ufficializzato martedì 22 febbraio, dopo che Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle regioni del sud-est dell’Ucraina. L’obiettivo è stato quello di isolare la Russia dai mercati finanziari europei.

Il secondo pacchetto è scattato dopo l’invasione. Verranno congelati i beni di Vladimir Putin e del ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Anche Londra e Washington agiranno nella stessa direzione. Il secondo pacchetto alla Russia prevede anche lo stop al trasporto di aerei, parti e attrezzature dall’industria aeronautica e spaziale in Russia. Ma anche il divieto di far arrivare a Mosca le tecnologie di raffinazione per l’industria petrolifera.

Inoltre, le banche dell’Unione Europea non accetteranno depositi superiori ai 100.000 euro se provenienti da cittadini russi. E saranno bloccati i finanziamenti a svariate aziende statali russe.

sanzioni Ue

Le sanzioni Usa alla Russia

Gli Stati Uniti hanno bandito l’ingresso ai cittadini russi e hanno imposto sanzioni a banche statali russe e al Fondo di investimenti diretti russo.

Bloccata l’esportazione di materiale tecnologico a Mosca, e restrizioni ai prestiti sul mercato americano per tredici imprese russe.

Per quanto riguarda nello specifico il mercato dei chip, le sanzioni Usa contro la Russia prevedono che le aziende estere di beni ad alta tecnologia, se usano componenti statunitensi dovranno chiedere una licenza prima di inviare i loro prodotti a Mosca.

Apple Pay e Google Pay inutilizzabili con carte russe

La Banca centrale russa ha inoltre fatto sapere che, come conseguenza delle sanzioni degli Usa, Apple Pay e Google Pay non sono utilizzabili. Sono per ora cinque gli istituti bancari colpiti dal provvedimento: VTB Group, Sovcombank, Novikombank, Promsvyazbank e Otkritie.

I titolari di carte di queste cinque banche non potranno utilizzarle al di fuori della Russia. Ma nemmeno quando tentano di acquistare su piattaforme di e-commerce che sono “registrate nei Paesi che supportano le sanzioni”.

Il nodo Swift

Mentre anche il Giappone ha annunciato il blocco delle esportazioni di materiale tecnologico in Russia, i Paesi europei devono ancora trovare un accordo sull’esclusione di Mosca dal sistema di pagamenti Swift, cioè il circuito di transazioni internazionali.

Swift, società creata nel 1973, è il sistema che gestisce lo scambio della maggior parte delle transazioni finanziarie a livello globale. E ne garantisce la sicurezza.

Escludendo le banche russe dal sistema Swift si taglierebbe Mosca fuori dalle transazioni finanziarie internazionali, e con questo la sua economia. Ma questo significherebbe un contraccolpo anche per l’Europa. Soprattutto per Paesi come l’Italia e la Germania, maggiormente dipendenti dalle forniture di gas proveniente dalla Russia.

Le possibili vie di fuga della Russia

Le sanzioni alla Russia, soprattutto quelle tech, rischiano di isolare seriamente Mosca dal punto di vista finanziario, e di minare la sua economia.

Tuttavia, gli analisti vedono almeno due scappatoie possibili. La prima consisterebbe nel sostituire le transazioni in valute tradizionali con quelle in criptovalute.

La seconda riguarda sempre le criptomonete. La Russia potrebbe comportarsi come l’Iran, altro grande esportatore di petrolio sotto embargo da parte degli Usa. Che è riuscito ad aggirare l’ostacolo utilizzando nel mining di Bitcoin l’energia che non può esportare.

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La reazione di Mosca alle sanzioni

Mosca, intanto, non solo non mostra alcuna flessione. Ma ha anzi annunciato una restrizione parziale dell’accesso a Facebook, dopo che il social del gruppo Meta si è rifiutato di interrompere la diffusione di fake news da parte di alcuni media russi.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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