Saint Kotar, il gioco in cui il genere del punta e clicca si unisce all’horror: in questa recensione vi diremo se il titolo di Red Martyr Entertainment è riuscito a convincerci oppure no. Scopriamo insieme tutti i dettagli. Di seguito vi riportiamo il trailer di lancio ufficiale.
La recensione di Saint Kotar: tra le strade della Croazia
Ogni titolo horror che vuole attirare l’attenzione del pubblico, si svolge in un ambiente caratterizzato da un’atmosfera lugubre e terrificante. La nostra avventura inizia infatti in una strana città della Croazia chiamata Sveti Kotar. In questo titolo, giochiamo nei panni di due protagonisti: Benedek e Nikolay.
Nikolay è sposato con Viktoria e Benedek è suo fratello. Benedek è un uomo di Dio, un monaco e difficilmente dubita del Signore. La fede di Nikolay, invece, si sta lentamente deteriorando e svanendo.
All’improvviso Viktoria, la moglie di Nikolay, scompare e la città acquista una nota ancora più inquietante, incomprensibile e strana. All’inizio della nostra storia veniamo a conoscenza del fatto che, probabilmente, Viktoria è la principale indiziata dietro le recenti morti avvenute in città.
Benedek è certo di questa cosa. Nikolay, invece, si rifiuta di crederlo. Nel corso della nostra avventura verremo anche a conoscenza di una particolare setta che si nasconde nella città, caratterizzata da “demoni della luna e attività misteriose.” Cosa succede in questa città? Spetta a noi scoprirlo.
La città è probabilmente l’elemento migliore del titolo. Risulta inquietante e i personaggi che vi abitano, la rendono ancora più temibile e strana. Un aspetto interessante riguarda il pensiero dei personaggi riguardo la città: ognuno di loro la odia ma non riesce – o non può – andarsene.
Lo sviluppatore ha utilizzato personaggi 3D e li ha riposti in un ambiente 2D. Il comparto grafico è molto interessante, è disegnato a mano e si può notare il tocco personale che gli artisti hanno applicato in ogni piccolo angolo del titolo. Lo sviluppatore avrebbe potuto prestare più attenzione all’animazione dei personaggi, nettamente inferiore rispetto alle ambientazioni, ma non ci lamentiamo troppo.
Le ombre, l’illuminazione, l’attenzione ai dettagli su tutti i vecchi edifici, i dipinti o semplicemente la nebbia che copre la città sono stati progettati in modo ammirevole. L’attenzione al dettaglio rende l’intera città inquietante al punto giusto. Inoltre riteniamo che con il giusto paio di cuffie, l’esperienza potrebbe diventare ancora più immersiva e realistica.
Gameplay e comparto sonoro
Il gameplay risulta divertente, semplice e funzionale. Si tratta di un punta e clicca quindi avremo a disposizione una schermata dell’inventario e il cursore che cambia forma ogni volta che dobbiamo parlare con un personaggio, osservare da vicino qualcosa o utilizzare un oggetto.
Ogni minima informazione extra riguardo un personaggio o un oggetto la possiamo ottenere attraverso il tasto sinistro del nostro mouse. Tuttavia tenete a mente che queste informazioni extra non saranno disponibili a meno che non siano effettivamente utili per il nostro caso.
Per quanto riguarda i puzzle, non aspettatevi enigmi troppo complicati. Il titolo si concentra principalmente sull’esplorazione e le informazioni che ricaviamo da essa. La trama invece ci è sembrata molto interessante ed avvincente. La curiosità cresce sempre di più, fino a quando non scopriremo la verità e i segreti che si celano negli angoli bui della città.
Adesso parliamo un attimo di comparto sonoro. Sappiamo che risulta essere uno degli elementi fondamentali del genere horror. Deve infatti essere realizzato alla perfezione in modo da poter trasmettere al pubblico inquietudine e angoscia. In Saint Kotar l’elemento principale sono le conversazioni, che risultano estremamente utili per proseguire con la nostra storia.
A malincuore possiamo affermare che il doppiaggio è stato realizzato in modo mediocre – sinceramente ci aspettavamo di più. Molti personaggi risultavano piatti e legnosi e le scelte di dialogo erano particolarmente strane e poco realistiche.
Questo è un bel problema, in particolare perché il titolo si basa molto sui dialoghi e sulle scelte. Stranamente, però, siamo riusciti a comprendere alla perfezione l’intera storia. È stata fortuna oppure il team di Red Martyr ha calcolato tutto? Chi lo sa.
Per quanto riguarda la colonna sonora, possiamo dire con gioia che se l’è cavata meglio. È semplice ma d’effetto. Fortunatamente si fonde alla perfezione con l’atmosfera inquietante costruita dalla grafica e dalla trama e riesce, quindi, a trasmettere le giuste vibrazioni: quelle di cui avevamo bisogno.
In conclusione
Tutto sommato, Saint Kotar è un buon titolo. Il team di Red Martyr ha svolto un lavoro brillante nell’offrire un punta e clicca horror degno del genere. Certo, riconosciamo che ci siano dei difetti: primo tra tutti i dialoghi a cui, il team, avrebbe potuto prestare più attenzione in quanto colonna portante del gioco.
Il fatto che molti di essi risultassero surreali e poco credibili, non ci ha permesso di godere al massimo del titolo. Se i dialoghi fossero stati secondari, avremmo chiuso un occhio. Tuttavia sono uno degli elementi principali di Saint Kotar quindi ci sembra giusto sottolineare questo difetto nella nostra recensione.
In ogni caso, nonostante questo difetto, Saint Kotar riesce comunque a trasmettere una storia inquietante e complessa. Inoltre, senza mostrare troppa violenza, il titolo ci permette di andare oltre con l’immaginazione: tutto ciò è merito della storia, delle ambientazioni e di tutti quegli angoli sinistri e bui.
Se il titolo ha attirato la vostra attenzione, potete trovarlo su Steam ed Epic Games.
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