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Le sale eSports sono illegali?

Le Sale eSports sono illegali?
Beh, se dovessimo rispondere di pancia diremmo di no.  
Negli ultimi anni le abbiamo viste arrivare, crescere ed evolvere, diventando luoghi di aggregazione e divertimento, pensati per mettere a disposizione degli appassionati l’hardware necessario a provare titoli come Fortnite, League of Legends, Call of Duty e molti altri ancora. Tutto questo in compagnia.  E, considerando che il gaming è spesso considerato un’attività solitaria, questa nuova dimensione sociale è sempre stata considerata un beneficio, un plus.  
Ora però le Sale eSports sono a rischio. Pochi giorni fa infatti è stato presentato un esposto che chiede di fare luce su questo genere di attività.

Le sale eSports e l’esposto all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

A firmare l’esposto è stato Sergio Milesi, titolare della LED srl, agenzia che opera nel settore dell’amusement.

“In diversi paesi/città del territorio nazionale abbiamo notato l’avvio di attività aperte al pubblico denominate dai loro promotori: ‘Parchi intrattenimenti digitali’ – ‘Sale Lan’ – ‘Esposts Bar’. Dalle informazioni in nostro possesso – cita l’esposto -, in tali locali aperti al pubblico sono a disposizione della clientela postazioni pc con giochi precaricati e con la possibilità di collegarsi on line e giocare su diverse piattaforme di gioco, postazioni di consolle Playstation o Xbox con giochi precaricati o con la possibilità di accedere alle piattaforme on line dei produttori di consolle per giocare ad altri giochi, simulatori di guida e simulatori di realtà virtuale con giochi preinstallati. In tutti i pc, consolle, simulatori sono installati e in uso alla clientela giochi che sono normalmente destinati al mercato di ‘home video’”.

“Riteniamo che la presenza di attrezzature come quelle sopra menzionate in locali aperti al pubblico e con il pagamento da parte dei clienti di un costo per l’utilizzo di tali attrezzature, siano un’elusione delle normative vigenti“, spiega Milesi, aggiungendo che: “il settore delle sale giochi – visto anche l’articolo 22, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modifiche e integrazioni, che sottopone la produzione, l’importazione e la gestione degli apparecchi da divertimento ed intrattenimento idonei per il gioco lecito a regime di autorizzazione da parte del Ministero dell’economia e delle finanze – Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato sulla base di regole tecniche definite d’intesa con il Ministero dell’Interno -, è sottoposto a normative stringenti per evitare che apparecchi installati in locali pubblici possano essere utilizzati per l’esercizio illegale di gioco d’azzardo mentre, nei locali sopramenzionati, risultano installati dei semplici pc e consolle collegati online, dove anche utilizzatori minorenni possono utilizzare tali attrezzature senza nessun controllo e regolamentazione“.

sale esports illegali esposto

Non comprendiamo come giochi che solitamente sono in commercio per ‘l’home entertainment’ siano messi a disposizione in locali aperti al pubblico a pagamento agli utenti, mascherando il costo di tale servizio nel puro noleggio dell’attrezzatura e non nell’uso del gioco. Riteniamo che queste tipologie di attività svolte abbiano degli aspetti legali che la vostra amministrazione debba verificare, onde evitare che tali attività siano utilizzate per aggirare la normativa nazionale vigente in materia di gioco lecito”.

L’esposto si conclude sottolineando come le attività delle Sale eSports rappresentino concorrenza sleale rispetto all’attività svolta dalla sottoscritta Società che è tenuta a conformarsi in modo zelante e pedissequo alla normativa applicabile. Ci riserviamo di segnalare tale situazione anche all’Autorità Italiana della Concorrenza e del Mercato”.

L’esposto è stato poi seguito dalla presentazione di interpello formale (qui il testo integrale), all’attenzione degli uffici lombardi della stessa amministrazione, chiedendo se sia possibile istallare forme di gioco definite come “esports” all’interno delle sale giochi, senza dover procedere alle attività di omologazione previste per tutti gli altri giochi dal Testo unico di pubblica sicurezza. Tutto questo con il dichiarato obiettivo di ampliare le attività della LED srl proprio con l’aggiunta di postazioni PC, console e simulatori.

Il sequestro dei materiali nelle Sale eSports

Le conseguenze dell’esposto e del successivo interpello non sono tardate ad arrivare. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha messo sotto sequestro le postazioni e il materiale presente all’interno delle Sale eSports presenti sul territorio italiano, come raccontato su Instagram da eSport Palace Bergamo.

I proprietari delle Sale eSport si sono ovviamente rivolti ai propri legali ma per sbloccare la situazione ci vorrà probabilmente parecchio tempo, cosa che rischia di mettere in seria difficoltà queste attività.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

Commenti

  1. In realtà credo che ci sia anche una questione di diritto d’autore. In pratica queste sale stanno noleggiando il videogioco e il noleggio prevede un compenso per il produttore e i detentore del diritto d’autore del gioco e non basta quello per uso personale che si paga quando si compra un gioco. La vendita e il noleggio hanno compensi diversi.

    1. No, per giocare online serve un account personale.
      Non userei mai quello generico della sala dove i miei progressi potrebbero venire buttati dalla cancellazione del personaggio di un altro utente della sala!
      Mi sembra la solita polemica all’italiana di chi non ha saputo evolversi.
      Stessa cosa per la Siae, si usano le cuffie quindi l’ascolto è personale!

  2. Va detto anche che i videogiochi contengo musica e la musica in un videogioco in un luogo pubblico diventa pubblica esecuzione e comporta il pagamento alla SIAE di un compenso che di solito è forfettario e che va al di la del riconoscimento al produttore del diritto d’autore, un po’ come succede per la diffusione di musica nei locali. In questo caso però ho il sospetto che vada pagata una licenza SIAE per ogni postazione di gioco.

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