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Dark: Perchè guardarla?

Una serie che vi chiede di impegnarvi, ma è proprio questo il bello

Si è conclusa da poco Dark, serie Netflix tedesca di fantascienza. Si tratta di uno show che, senza fretta né troppo rumore, è riuscito a costruirsi un pubblico solido di appassionati. Questo grazie a un lavoro profondo e preciso dal punto di vista della scrittura, che è il vero punto di forza di questo progetto. Andiamo più nel dettaglio per scoprire tutti i motivi per cui dovreste vedere Dark.

I segreti di Winden

dark perche guardarlaDark si ambienta in una cittadina tedesca, dove avvengono alcune sparizioni di giovani. Nonostante le approfondite ricerche degli abitanti e della polizia, i ragazzi sembrano definitivamente scomparsi senza lasciare traccia. Scopriamo poi che la causa sono alcune figure misteriose che agiscono nella città, nonché l’effetto di un varco che permette di viaggiare nel passato. Winden infatti si trova immersa in un fitto intrico di linee temporali, che la rendono un caso davvero unico. Jonas e tutti gli altri abitanti della città (compresi quelli passati) dovranno cercare di sbrogliare la matassa e gli spettatori insieme a loro.

Inoltrandosi al suo interno, non è possibile non pensare a un’altra cittadina isolata, abitata da tanti personaggi legati fra loro e soprattutto avvolta dal mistero. Si tratta di Twin Peaks, ambientazione di una delle serie TV più importanti di sempre, creata dagli eccezionali Mark Frost e David Lynch. Le similitudini sono moltissime, ma c’è una cosa che differenzia i due progetti ed è molto importante: Dark è riuscita a mantenere la sua promessa.

Il grande pregio dello show Netflix infatti è essere riuscito a rimanere sempre fedele alla direzione intrapresa sin dall’inizio. Nonostante la propria rilevanza, evidente ancora oggi, Twin Peaks ha avuto tantissime difficoltà nel proprio sviluppo, subendo pressioni per cambiare la visione originale, correggersi, adattarsi alle pretese del pubblico. Un aspetto che ha pesato parecchio, nonostante il livello qualitativo sia rimasto immenso.

Viceversa, Dark è riuscita a restare sulla propria linea, senza cedere di un passo. Forse più che un suo pregio è stata semplicemente una questione di fortuna. Il suo successo è sempre stato, almeno fino al debutto dell’ultima stagione, piuttosto equilibrato. Ha avuto abbastanza seguito per non rischiare cancellazioni, ma non è mai stato tanto grande da richiedere di piegarsi ai desideri del pubblico. Neanche (e soprattutto) per quanto riguarda l’approccio alla narrazione.

Dark non ti prende per mano

dark perche guardarlaQuesto show si è costruito nel tempo la fama di essere estremamente complicato e impossibile da seguire. Questo perché è necessario seguire tante diverse sottotrame, tenere traccia dei personaggi, delle loro relazioni e delle loro diverse versioni e, per chi non è avvezzo ai racconti di viaggi nel tempo, anche fare i conti con la concezione di flusso temporale dello show. Nulla che sia troppo difficile per un appassionato di fantascienza certo, ma per un novizio del genere richiede un certo sforzo. Ed è proprio questo il punto.

Dark non si piega in alcun modo allo spettatore, non cerca di prenderlo per mano, di rendersi il più accessibile possibile. In un momento in cui gran parte del mondo dell’intrattenimento (non solo quello seriale) fa di tutto per semplificarsi, questa serie torna a richiedere l’impegno di chi lo guarda. La fama sopracitata non è quindi totalmente meritata, derivando in gran parte dal contrasto con il resto del panorama in cui è immerso.

Guardando questa serie siamo portati a stare sempre attenti, perché non ci sono ‘spiegoni’ didascalici in cui i personaggi ci raccontano tutto. Siamo noi a dover lavorare al loro fianco, cercando di ricostruire i pezzi. Una sfida che Baran bo Odar, creatore di Dark, ci lancia e che è divertente e coinvolgente raccogliere.

L’impegno poi va oltre il semplice livello superficiale della trama. Perché se davvero vogliamo vedere “quant’è profonda la tana del Bianconiglio” abbiamo altri intrecci da dipanare. Baran bo Odar (di cui non vediamo l’ora di scoprire il prossimo lavoro) crea un incredibile gioco di simbologia, che passa sottotraccia ma c’è. Dagli innumerevoli richiami biblici al tema dello specchio, la struttura su cui si regge Dark è complessissima e appassionante da ricostruire. Soprattutto perché va oltre quello che racconta, sfruttando anche i titoli degli episodi e la sigla stessa per portare avanti questo discorso.

Dark quindi è una di quelle poche serie che è riuscita a iniziare e finire senza mai perdersi, prendendosi esattamente i tempi necessari. Tutto questo le ha permesso di arrivare sana e solida fino al suo finale che, pur non potendo conquistare tutti, chiude tutto in maniera molto più soddisfacente di tanti altri show negli ultimi anni.

E ora, correte a guardarla.

Dark è disponibile su Netflix.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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