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McCartney 3, 2, 1: com’è la docuserie Disney+

McCartney 3, 2, 1 è disponibile nel catalogo di Disney+.

Dopo oltre 50 anni dalla loro separazione, non si placa l’amore e l’interesse nei confronti dei Beatles, leggendario gruppo musicale britannico formato da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr. In attesa della miniserie di Peter Jackson The Beatles: Get Back, che arriverà sulla piattaforma il 25 novembre, Disney+ ha pubblicato in catalogo McCartney 3, 2, 1, docuserie in 6 episodi in cui Paul McCartney incontra il celebre produttore Rick Rubin scavando nei meandri e nei segreti della sua carriera. Un progetto decisamente imperdibile per tutti gli appassionati di musica, durante il quale due straordinari artisti dialogano liberamente sulla carriera di McCartney, sul suo processo creativo, sulle sue svariate influenze culturali e sui diversi elementi di novità che i Beatles hanno introdotto nelle loro canzoni, non sempre riconosciuti dagli ascoltatori e dagli addetti ai lavori.

Il filo conduttore di McCartney 3, 2, 1 non è la biografia del celeberrimo bassista, ma la stessa musica, dalla quale partono tutte le riflessioni della coppia di protagonisti. Non a caso, McCartney e Rubin dialogano all’interno di uno studio di registrazione, con la sola compagnia della troupe, degli strumenti musicali e dei sistemi di riproduzione, avvolti da una suggestiva oscurità e da un evocativo bianco e nero, che sottolineano il peso delle loro parole e delle loro riflessioni. Non mancano le immagini di repertorio, necessarie per mantenere viva l’attenzione dello spettatore, ma tutte le analisi sui pezzi che sono entrati a fare parte dell’immaginario collettivo nascono proprio dalle composizioni musicali, che McCartney e Rubin scandagliano con competenza e passione, studiandone i maggiori pregi.

McCartney 3, 2, 1: dietro le quinte della storia della musica

McCartney 3, 2, 1
Photo Courtesy of Hulu

Il risultato di questo viaggio emozionale nella storia della musica è una serie infinita di aneddoti, alcuni abbastanza noti come la nascita di Yesterday (che McCartney ha assimilato durante un sogno, stentando a credere che fosse una melodia inedita), altri meno conosciuti come la memorabile tromba ottavino di Penny Lane, nata da un concerto di Bach visto in televisione dallo stesso McCartney. Non mancano inoltre racconti sul processo creativo dei Beatles, che secondo McCartney era alimentato dalla necessità degli stessi elementi del gruppo di fissare nella mente i pezzi che scrivevano. All’epoca infatti non erano disponibili gli avanzati strumenti portatili di registrazione di cui disponiamo oggi. Inoltre, da autodidatti i Beatles avevano diverse incertezze nella scrittura e nella lettura della musica, aspetto che rende ancora più sorprendente la portata della loro produzione musicale.

Inevitabile emozionarsi di fronte al sincero rispetto che Rubin dimostra per McCartney e alla modestia dell’artista, che con invidiabile naturalezza rivela tutte le proprie debolezze e le maggiori fonti di ispirazione, non mancando di sottolineare l’indispensabile contributo degli altri elementi del gruppo. Ovviamente, una menzione particolare la merita John Lennon, amico fraterno di McCartney fino dall’adolescenza e fondamentale spalla della sua carriera. McCartney 3, 2, 1 ci regala in questo senso anche un ritratto onesto e intimo di John da parte dello stesso Paul, che non esita a rimarcare l’estrema durezza di alcuni tratti caratteriali dell’amico, ma non può fare a meno di commuoversi quando ricorda i momenti più felici e creativi del loro rapporto, seppellendo definitivamente gli attriti che hanno portato alla separazione dei Beatles. Uno dei segmenti più toccanti di una docuserie che fa già parte della storia della musica e impreziosisce il catalogo Disney+.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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