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Cos’è Inworld AI, il punto d’incontro fra l’intelligenza artificiale e il metaverso

È una piattaforma pensata per il gioco e l’intrattenimento

Hai mai immaginato di chattare con Mercoledì e Vito Corleone? Da oggi puoi con Inworld AI.

Ogni giorno, da qualche mese a questa parte, stiamo apprendendo sempre nuove possibilità di applicazione delle intelligenze artificiali generative.

Soprattutto quelle che, come ChatGPT, danno vita a testi autonomi. O anche quelle che, come la chiacchieratissima Midjourney, producono immagini partendo proprio dai testi. Negli ultimi giorni abbiamo ammirato prima l’arresto e la fuga di un presunto Donald Trump, poi un presunto Vladimir Putin che si inchinava di fronte a Xi Jinping. E infine un quasi vero Papa Francesco avvolto in uno stilosissimo (e un po’ kitsch) piumino bianco.

Abbiamo anche scoperto di come l’IA potrà, nel futuro prossimo, compromettere la posizione lavorativa di qualcosa come circa 300 milioni di persone.

Per fortuna oggi parleremo di un argomento più leggero, ossia l’applicazione dell’intelligenza artificiale al gioco e all’intrattenimento. E il suo incontro, in un certo senso, col metaverso. Stiamo parlando della piattaforma Inworld AI.

OpenAI

Cos’è Inworld AI

Inworld AI è una piattaforma ideata da un gruppo di giovani ingegneri, designer, inventori, creativi, scienziati e tecnologi.

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Questi ingegneri hanno costruito una tecnologia, leggiamo nell’ambiziosa autodefinizione che appare in una pagina del sito ufficiale, “che trasformerà la cultura pop, l’intrattenimento, la comunicazione uomo-macchina e le esperienze coinvolgenti”.

Inworld AI permette, in pratica, di creare personaggi con l’intelligenza artificiale, e con loro istituire dialoghi in chat o farli coabitare sul Web, in un ambiente virtuale del tutto simile al metaverso (inteso come mondo virtuale immersivo).

Personaggi inventati? Sì e no. Perché, come vedremo, si può anche cercare di ricalcare il più possibile le caratteristiche psicofisiche di un qualche personaggio famoso. O di se stessi. Oppure inventarsi di sana pianta un nuovo amico virtuale.

Come funziona Inworld AI

Una delle due possibilità che si hanno, una volta entrati nella piattaforma, è quella di creare da zero un personaggio.

E lo si può fare con diversi gradi di precisione. Spieghiamoci meglio: lo si può definire con minuzia nelle caratteristiche psicologiche, debolezze comprese, e somatiche, con una buona approssimazione alla realtà.

O si possono soltanto fornire alcune linee guida generiche, e lasciare che sia poi l’intelligenza artificiale a completare il personaggio.

Ogni creazione avrà un profilo culturale, emotivo, ma anche obiettivi e speranze. Oltre che uno specifico timbro vocale. I personaggi sono poi modificabili, se dovessero comportarsi in un modo distante da quello voluto: e dopo ogni modifica c’è una chat di test per verificarne la resa.

Inworld AI si basa naturalmente sui più recenti modelli linguistici conversazionali. Inoltre, grazie all’integrazione con le API di Unity e Unreal Engine, si può dar vita a personaggi 3D.

I modelli preesistenti

Ma c’è una seconda e più spiccia possibilità. Perché in una sezione specifica di Inworld AI si può anche chattare con una serie di personaggi già impostati da alcuni creator.

E c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Si può dialogare con protagonisti di cartoni animati e film celebri, ma anche con Elon Musk o Noam Chomsky, o addirittura con Winston Churchill o Sigmund Freud.

Per chi è stato pensato

Inworld AI permette anzitutto di intrattenersi con personaggi che si comportano con la coerenza e la competenza che riconosciamo ai modelli linguistici conversazionali.

È ancora nella versione alfa, ma presto sarà possibile esportare i personaggi creati, che potranno così essere adoperati, ad esempio, per interagire nel mondo virtuale, come assistenti nel proprio lavoro, o implementati nei giochi (anche se sul sito non è ancora specificato come ciò avverrà concretamente).

Elon Musk e l’intelligenza artificiale

Intanto, curiosamente, Elon Musk (assieme a un altro migliaio di firmatari del mondo tech) ha espresso forti perplessità sui più recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale.

Nella lettera aperta si legge che “i sistemi di AI con intelligenza competitiva simile a quella umana possono rappresentare seri rischi per la società e l’umanità, come dimostrato da ricerche approfondite e riconosciuto dai migliori laboratori di intelligenza artificiale”.

Detto da uno che vuole conquistare Marte, e impiantare chip nei cervelli degli esseri umani, la cosa desta un certo stupore.

Bisognerebbe interrogare il personaggio di Elon Musk presente su Inworld AI per chiedere lumi al riguardo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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