Samsung Innovation Camp torna per la sua quarta edizione. Il progetto di responsabilità sociale di Samsung e pensato in collaborazione con Randstad si pone l’obiettivo di accompagnare la prossima generazione di professionisti nel mondo digitale. Infatti si rivolge agli studenti delle università pubbliche italiane, offrendo loro una formazione completa in ambito digital.
Samsung Innovation Camp
La nuova edizione di Samsung Innovation Camp si concentra in particolare su sostenibilità e sulla responsabilità verso la collettività. L’obiettivo è quello di fornire le skill necessarie per adattarsi e gestire il cambiamento. Un investimento sul potenziale dei giovani, per formare professionisti e generare un dialogo fra le aziende del territorio e le istituzioni.
Progetti sviluppati con le aziende
I 60 studenti migliori di ogni ateneo, selezionati tramite i test dopo la prima fase del percorso, accedendo a una seconda fase. In questa seconda formazione possono seguire le lezioni tenute dai professionisti Samsung e Randstad. Durante le lezioni le aziende del territorio coinvolte assegnano un project work, che permette agli studenti di sperimentarsi su problemi reali. Gli studenti possono svolgere i project work in gruppi multidisciplinari, per sviluppare competenze complementari e affinare la collaborazione.
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Alla fine della formazione è previsto un evento di networking durante il quale vengono presentati i progetti ai dipendenti, ai rappresentati Samsung e Randstad e a quelli dell’ateneo.
“Samsung Innovation Camp è un percorso formativo agile e dinamico che offre l’opportunità di integrare le conoscenze e le abilità acquisibili nei corsi universitari con capacità digitali e trasversali, utili a promuovere il conseguimento di competenze complesse indispensabili per avere successo nell’attuale contesto imprevedibile e ipercompetitivo. UPO, da sempre impegnata a cogliere ogni segnale innovativo per tradurlo in condizioni favorevoli per i suoi studenti e il territorio, ha accolto con pieno spirito collaborativo il progetto”, commenta Roberto Candiotto, Responsabile del progetto per l’Università degli Studi del Piemonte Orientale.