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Recensione Ghost Giant: un turbinio di emozioni

Zoink Games sbarca su PlayStation VR con un'avventura toccante

Atmosfera bucolica, musiche rilassanti e un bambino di nome Louis. Sono questi tre degli ingredienti principali alla base di Ghost Giant, titolo per PlayStation 4 annunciato in occasione dell’E3 2018 e sviluppato da Zoink Games.

Dopo averci infatti fatto entrare all’interno di Flipping Death e del precedente Fe, uscito lo scorso anno, gli sviluppatori hanno deciso di introdurci una storia coinvolgente ed emotiva, adatta un po’ a tutte le età. Se c’è un genere completamente adatto alla fruizione della realtà virtuale, sicuramente quello dello dei puzzle-game è il prescelto in tal senso. Perché non realizzarlo proprio per PlayStation VR, quindi?

Doverosa premessa: per poter giocare a Ghost Giant sono ovviamente necessari due controller PlayStation Move, che verranno infatti richiesti all’inizio del primo avvio in assoluto. Il giocatore, infatti, impersonerà i panni di un gigante fantasma (da qui il titolo) che si troverà ad interagire in maniera completamente attiva con Louis Lafleur, un piccolo gatto dall’aspetto umano. Lui si presenta come un bambino inizialmente pauroso, giustamente diffidente nei nostri confronti, e i primi passi all’interno di Ghost Giant consisteranno proprio nell’interazione con esso.

Lungo tutto il gioco avremo a disposizione solo ed unicamente le nostre braccia fantasma, per poter interagire completamente sia con Louis che con il mondo circostante. Potremmo tra le altre cose, accarezzarlo nei primi istanti di gioco, in modo tale da tranquillizzarlo, proprio come si fa con un bambino, ed acquisire poco a poco, passo dopo passo, la sua fiducia. 

Il menù di gioco si presenta molto semplice, con un riquadro principale adibito alla selezione del livello da giocare, contornato sulla sua destra da un altro riquadro per le impostazioni tecniche, quali ad esempio volume dei dialoghi e delle musiche, in modo da bilanciarli perfettamente secondo le proprie preferenze.

Benvenuti nella foresta

Nota assolutamente di merito per l’ambientazione che fa da sfondo a Ghost Giant. Nei primi istanti di gioco ci troviamo infatti all’interno di una foresta, completamente immersi in una natura composta da diorama che si paleseranno ed apriranno al nostro passaggio. Luis abita all’interno di una piccola fattoria, contornata da un trattore, campi incolti e animali. Tutto è curato nei minimi dettagli, come il miglior libro interattivo per bambini,  con uno stile che ricalca quasi una favola moderna. Il PlayStation VR aiuta moltissimo in tal senso, calzando alla perfezione e offrendo un coinvolgimento mai visto prima d’ora, e immergendo completamente il giocatore all’interno della storia, pur non partecipandovi direttamente.

In qualità di fantasma, infatti, il nostro ruolo sarà quello di assistere Louis aiutandolo nelle mansioni disparate, come ad esempio strappare le erbacce, lanciargli un salvagente, o trovargli dei costumi che gli serviranno per il corso della storia. L’effetto è quello di assistere a una sorta di teatrino interattivo, con tutta la magia e il divertimento che ne consegue. Molto suggestivo anche il ciclo giorno-notte, che si alterna nelle varie fasi di gioco conferendo al titolo un’atmosfera ancor più surreale ed evocativa.

Uno degli aspetti senza dubbio più interessanti di Ghost Giant, è la possibilità di interagire con gli ambienti di gioco: sarà infatti possibile addentrarsi in ogni palazzo della città di Sancourt, esplorabile in un secondo momento del gioco. Sarà piacevole quindi immergersi nelle conversazioni e nei dialoghi dei personaggi della città, che si troveranno ad interagire con lo stesso Louis, oltre che ammirare i mobili e gli oggetti con cui hanno precedentemente arredato le case. Potremo togliere i tetti, facendo uso dei grilletti del PlayStation Move, e assistere così a scene di vita quotidiana dei vari personaggi di Sancourt.

Aiutiamo Louis

In termini di gameplay ci troviamo quindi di fronte a rompicapi ed enigmi abbastanza semplici, dando così la possibilità di far giocare Ghost Giant anche ai più piccoli, senza mai rendere la situazione frustrante o al limite della risoluzione. Proprio per questo gli sviluppatori sono venuti incontro anche per i movimenti all’interno del gioco, dando la possibilità di girare la visuale con i tasti presenti sul PlayStation Move, evitando quindi qualsiasi problema di nausea derivante dal tanto temuto motion sickness, riscontrato nei giochi più dinamici e movimentati. 

Nonostante l’aspetto bambinesco e a tratti idilliaco dell’ambientazione, quella di Luis è una storia delicata, che affronta anche tematiche molto serie come la depressione, senza mai esagerare. La storia è infatti nata dalla penna di Sara Bergmark Elfgren, una scrittrice svedese che ha collaborato con la stessa Zoink Games nell’ideazione del gioco. Vi risparmiamo ulteriori dettagli, in modo da godervi appieno la narrazione del gioco, evitando di snaturarla. Unica nota leggermente discordante è la durata del gioco, che si completa senza tante difficoltà nel giro di 3 o 4 ore. 

In conclusione, Ghost Giant rappresenta senz’ombra di dubbio uno degli esponenti di maggior rilievo per questi primi mesi del 2019 in ambito PlayStation V. Riesce a coinvolgere ed emozionare il giocatore in un turbinio di sentimenti contrastanti, tra dolori interiori ed amicizie, all’interno di un mondo perfettamente ricreato. 

Ghost Giant

Pro Pros Icon
  • Una storia emozionante
  • Comparto stilistico eccelso
  • Realtà virtuale ben ricreata
Contro Cons Icon
  • Longevità non elevata

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Ivan Miralli

Mi dimeno tra lo studio della Medicina e la passione per la tecnologia e i videogiochi. Romano di origini, vivo tra la nebbia della pianura padana da fin troppo.

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