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Secondo Twitter i dati rubati non provengono dai database della società

La perdita di oltre 200 milioni di indirizzi e-mail appartenenti agli utenti di Twitter, dati rubati finiti sul mercato nero del web a novembre 2022, non sarebbe frutto di un attacco che ha sfruttato la vulnerabilità interna della piattaforma. O almeno questo è quello che sostiene la società. Gli esperti però non sembrano credere troppo a questa versione.

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La risposta di Twitter arriva dopo alcune speculazioni che ritenevano responsabile della fuga di dati una vulnerabilità risalente al 2021. La società aveva corretto la criticità a gennaio 2022 e ora ha fortemente respinto quanti credono che sia stato proprio quella la porta di ingresso per gli hacker.

Cos’è successo: i dati rubati a novembre e la posizione dell’azienda oggi

A novembre 2022, pochi mesi fa, un forum hacker aveva pubblicato online i dati di oltre 5,4 milioni di account di Twitter, rubati apparentemente all’inizio dell’anno. Inoltre, sembrava che gli hacker avessero sottratto anche le informazioni di oltre 1,4 milioni di account sospesi, ma questi dati sono erano stati condivisi solo privatamente.

Opinione comune, come detto, era che gli hacker avessero sfruttato di vulnerabilità corretta a gennaio 2022. Si ritiene infatti che i dati siano stati rubati a inizio 2022, nonostante siano stati messi “in vendita” a fine anno. Di seguito la risposta formale di Twitter:

“Abbiamo condotto un’indagine approfondita e non ci sono prove che i dati recentemente venduti siano stati ottenuti sfruttando una vulnerabilità dei sistemi di Twitter. Il set di 200 milioni di dati non può essere correlato con l’incidente segnalato in precedenza o con qualsiasi dato proveniente da uno sfruttamento dei sistemi di Twitter. Nessuno dei set di dati analizzati conteneva password o informazioni che potrebbero portare alla compromissione delle password.”

Insomma Twitter, in pratica, se ne lava le mani. La società afferma quindi che quello specifico database, ritenuto vulnerabile agli attacchi, semplicemente non conteneva quei dati che sono finiti in rete. “I dati rubati provengono probabilmente da banche dati raccolte altrove, disponibili online attraverso diverse fonti”, ha chiosato Twitter.

Questa posizione non ha però convinto gli esperti. Questi chiedono maggiori informazioni a Twitter, in quanto non credono nella teoria del “quel database non conteneva informazioni sensibili”.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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