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Variante Delta: contagi in aumento anche in Italia

Diversi i focolai segnalati dall’Iss. E ora spunta anche la variante Kappa

L’indice Rt continua a scendere ma la variante Delta continua ad aumentare.

Questo, in estrema sintesi, l’ambivalente responso dell’ultimo monitoraggio settimanale, i cui dati sono stati diffusi ieri, venerdì 2 luglio, dall’Istituto Superiore di Sanità.

L’ente vigilato dal Ministero della salute ci parla di un sorprendente balzo in avanti della variante indiana (altro modo in cui viene chiamata la variante Delta, per indicare il Paese dove è stata individuata per la prima volta nell’autunno del 2020).

In Italia la variante indiana è schizzata in una settimana dal 17 al 22,7% dei casi totali. È presente in 16 regioni su 20, e in alcune con percentuali notevoli: in Friuli-Venezia Giulia il 70% dei contagi è da addebitare a questo ceppo, mentre in Sardegna si arriva al 67%.

Vista la rapidità con cui sta progredendo anche negli altri Paesi dell’Ue, è facile pensare che la previsione – secondo cui la variante Delta sarà la prevalente in Europa entro la fine di agosto – è destinata ad avverarsi.

Scopriamo tutto ciò che finora conosciamo della variante Delta, o indiana, il cui nome scientifico è B.1.617.2.

variante delta covid

Trasmissibilità della variante Delta

La variante Delta del Covid, intercettata per la prima volta in India lo scorso autunno, si sta sviluppando con estrema rapidità. E questo grazie alla sua elevata trasmissibilità.

Uno studio pubblicato su Science ci dice che la variante inglese, o Alfa, ha una trasmissibilità dal 43 al 90% maggiore rispetto a quella del ceppo individuato a Wuhan. E la variante Delta ha a sua volta una trasmissibilità tra il 40 e il 60% maggiore rispetto alla variante Alfa.

Inoltre, uno studio apparso il 14 giugno su Lancet, basato sui dati di 19.543 contagi e 377 ricoveri che riguardano la popolazione scozzese, indica un rischio doppio di ospedalizzazione della variante Delta rispetto a quella Alfa.

Il caso del centro commerciale di Sidney

A mostrare impietosamente la facilità di trasmissione della variante Delta del Covid c’è un video, girato dalla telecamera di un centro commerciale di Sidney. Due clienti (senza mascherina) percorrono il corridoio in direzioni opposte. Si incrociano, senza fermarsi né parlarsi. Restano accanto meno di dieci secondi, tuttavia sufficienti al passaggio del virus da uno all’altro. Il tampone, sottoposto a sequenziamento del genoma, avrebbe poi dato l’esito: variante Delta.

Il ministro della Salute locale definisce questo ceppo con una battuta dal sapore amaro: “È medaglia d’oro nel salto da una persona all’altra”.

I sintomi della variante Delta

Mal di testa, naso che cola e mal di gola sono i principali sintomi che presentano le persone contagiate dalla variante Delta del Covid-19. A dirlo è Tim Spector, a capo del progetto Zoe Covid Symptom, creato per raccogliere la sintomatologia di migliaia di positivi al virus tramite un’app.

Niente perdita dell’olfatto e del gusto, dunque. Come conferma Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute: “La variante Delta sembra dare sintomi leggermente diversi: di più a carico dell’apparato respiratorio superiore come mal di gola, naso che cola e mal di testa e raramente anosmia”, ossia perdita dell’olfatto.

La variante Delta in Italia

Il monitoraggio settimanale nel nostro Paese parla di un indice Rt in ribasso, allo 0,63. Nella prima settimana in cui l’Italia è stata tutta in zona bianca si è registrato un ulteriore calo dell’incidenza settimanale, che dagli 11 casi per 100mila abitanti della precedente settimana passa a 9.

Ma a preoccupare anche all’interno dei nostri confini è la variante Delta, che in sette giorni è passata dal 17 al 22,7% dei casi totali, ed è presente in 16 regioni su 20.

Percentuali record in Friuli-Venezia Giulia e Sardegna, dove il ceppo indiano rappresenta rispettivamente il 70 e il 67% dei contagi.

Walter Ricciardi non esclude, in futuro, un nuovo lockdown per arginare questa variante. E il commissario Figliuolo ha dichiarato che si proseguirà al ritmo di 500.000 dosi di vaccino al giorno, per raggiungere l’obiettivo dell’80% degli italiani vaccinati a fine settembre.

Figliuolo ricorda l’importanza di un ciclo vaccinale completo, anche contro le varianti del virus: “La variante Delta, come tutte le altre varianti, è una derivazione del ceppo principale di questa malattia. Gli scienziati dicono che con la doppia dose si è abbastanza sicuri, quindi noi dobbiamo accelerare con le doppie dosi e continuare il piano vaccinale per chiuderlo il prima possibile”.

La variante Kappa

La variante indiana galoppa in tutta Europa: nel Regno Unito, che giovedì 1 luglio ha fatto registrare 27.989 nuovi casi di positività al virus, il ceppo indiano è ormai al 99% dei contagi complessivi.

E intanto aleggia un nuovo spauracchio, quello della variante Kappa. Si tratta di un sottotipo della variante Delta, da cui si distingue per due catene virali mutate. Individuata nel dicembre del 2020 in India, la variante Kappa è responsabile di alcuni focolai ed epidemie in vari Paesi. E anche in Italia si segnalano i primi casi.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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