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Missione JUICE: da questa giungla partirà verso Giove – reportage

Il 13 aprile - 14.00 ora italiana - verrà lanciato JUICE, il satellite scientifico simbolo della cooperazione tra nazioni europee. Sarà il penultimo lancio del razzo Ariane 5. Ecco il nostro reportage dalla Guyana Francese.

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KOUROU (GUYANA FRANCESE) – Domani 13 aprile, sarà un giorno importante per lo spazioporto europeo di Kourou in Guyana e per tutta l’Europa. Innanzitutto perché (alle 14.15 ora italiana) verrà lanciato il satellite scientifico della missione JUICE – missione guidata dall’Agenzia Spaziale Europea ESA – e che avrà il compito di indagare la presenza di forme di vita sulle lune ghiacciati di Giove (Europa, Ganimede e Callisto) ma soprattutto perché questo sarà il penultimo lift-off del mitico lanciatore pesante Ariane 5 prima del suo definitivo pensionamento, per lasciare posto al nuovo e moderno Ariane 6.
Ormai allo Spazioporto Europeo di Kourou è tutto pronto, JUICE è stato installato a bordo del razzo e Ariane 5 ha raggiungo la rampa di lancio, non resta quindi che attendere il countdown… rigorosamente in francese. Ma come sono andati i preparativi di questa lunga missione? Sono stata al Centre Spatial Guyanais proprio durante i giorni del prelancio e ho scoperto un mondo completamente nuovo e davvero poco conosciuto ai più. Vi racconto tutto in questo lungo reportage.

Il nostro reportage dallo Spazioporto Europeo di Kourou in Guyana Francese durante la fase di pre-lancio del satellite JUICE

Missione JUICE: Jupiter Icy Moon Explorer

Quando mi sono ritrovata al cospetto di JUICE nella clean room (o camera bianca) del centro spaziale, un po’ mi è mancato il fiato. Non immaginavo un satellite potesse essere così grande ma soprattutto non immaginavo che un satellite potesse far brillare gli occhi di un’ingegnere. Questo è l’effetto che JUICE fa su Manuela Baroni, AIT & Launcher Interface Engineer per l’Agenzia Spaziale Europea e che da 10 anni circa lavora sul progetto JUICE (Jupiter Icy Moon Explorer), la sonda che tra otto anni raggiungerà le lune ghiacciate di Giove – Europa, Ganimede e Callisto – per indagare come funziona il nostro Sistema Solare.

Da missioni precedenti abbiamo capito che la luna Ganimede ha dieci volte più acqua che tutti gli oceani della Terra messi insieme, per quello è davvero molto interessante. Ganimede inoltre è uno dei pochissimi corpi celesti del Sistema Solare ad avere un campo magnetico. Perché? Non lo sappiamo ancora, e magari attraverso similitudini e differenze potremo capire anche come funziona il campo magnetico della nostra Terra” ci confessa Manuela Baroni.

JUICE è una missione molto completa” aggiunge “perché avrà una visione globale di tutto il sistema gioviano. Potremo scoprire tante cose orbitando attorno alle lune anche senza scendere sulla superficie. Ad esempio abbiamo un radar, con un’antenna lunga 11 metri, in grado di penetrare sotto la superficie ghiacciata“.

JUICE manuela baroni esa kourou 1
Manuela Baroni – ingegnera ESA – alle sue spalle JUICE

Il satellite trasporterà dieci strumenti all’avanguardia, tra cui i più potenti strumenti di telerilevamento, geofisici e di misure in situ, mai usati prima nel Sistema Solare esterno. Nove degli strumenti sono guidati da partner europei e uno dalla NASA. Juice include anche un esperimento chiamato Pride, che effettuerà misurazioni di precisione utilizzando radiotelescopi sulla Terra.

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Quella che JUICE condurrà sarà un’indagine mirata a scoprire le modalità di formazione di mondi favorevoli alla vita attorno ai giganti gassosi. L’atmosfera turbolenta di Giove quindi è perfetta per effettuare questi studi: il suo enorme campo magnetico, gli anelli polverosi e una miriade di lune più piccole che orbitano intorno al pianeta.

Attenzione, non stiamo andando in cerca di vita aliena. JUICE non è in grado di rilevare la vita. La missione ha lo scopo di scoprire se intorno a Giove, all’interno delle lune ghiacciate, possano esserci luoghi dove sono presenti le condizioni necessarie (acqua, elementi biologici essenziali, energia e stabilità) per sostenere la vita.

JUICE satellite ESA
JUICE in fase di test nella clean room del centro spaziale europeo di Kourou

L’Italia che non pensavi di trovare qui

JUICE rappresenta la quintessenza della collaborazione tra le nazioni europee; dei dieci strumenti a bordo, quattro parlano italiano. Tra questi JANUS e MAGIS: il primo è una camera ad alta risoluzione che opera nelle bande ottiche del visibile e dell’infrarosso, mentre il secondo – sviluppato da Leonardo – è camera iperspettrale che consentirà di capire la composizione chimica delle lune, necessaria a comprendere la loro effettiva abitabilità e la loro capacità di ospitare la vita.

Se volete saperne di più di quanta Italia ci sia tra gli strumenti di questo satellite, vi suggerisco di leggere questo approfondimento che abbiamo fatto in seguito alla nostra visita nella camera bianca di Leonardo.

Le missioni scientifiche ESA a bordo di Ariane 5

Qui da Kourou – a bordo di Ariane 5 – sono partite diverse missioni scientifiche che stanno facendo la storia dell’umanità. L’ultimo in ordine temporale è stato il lancio, in collaborazione con NASA, del telescopio spaziale James Webb il giorno di Natale del 2021 preceduto nel 2018 dal lancio del satellite BepiColombo (chiamata così in onore di Giuseppe Colombo eminente matematico, fisico, astronomo e ingegnere italiano).

JUICE quindi sarà l’ultima missione scientifica trasportata da Ariane 5; una missione dal costo di oltre 1,6 miliardi di euro che ha coinvolto 23 paesi, 18 istituzioni, 83 aziende private, con oltre 2000 persone che lavorano al progetto da 10 anni a questa parte. Insomma l’eredità di JUICE ha un passato parecchio “ingombrante”.

spazioporto kourou
Il CSG – Centro Spaziale Guyanese di Kourou – è immerso nella giungla equatoriale

Il centro spaziale europeo in Guyana Francese è un posto incredibile

Quando mi hanno detto che sarei andata in Guyana Francese per visitare lo Spazioporto di Kourou e per vedere JUICE dal vivo “impacchettato” nella clean room, ho provato sensazioni contrastanti. Sarebbe stato un mix di prime volte, di quelle capaci di togliere il fiato e di riempire gli occhi di meraviglia. Raggiungere la Guyana Francese (e specifico “francese” perché non è da confondere con le molteplici Guyane esistenti nell’area) non è proprio un gioco da ragazzi.

Ci sono solo due voli diretti da Parigi Orly, spesso stracolmi di gente che lavora al centro spaziale. Ma nonostante le 8 ore di ritardo, causa guasto dell’aereo, sono arrivata in Sud America piena di curiosità e adrenalina e un po’ di fiato corto a causa dell’umidità. Ma in che posto stavo andando?

LE GUIANE
Le Guyane sono tantissime. Lo sapevi?

Il giorno successivo all’arrivo, ci hanno portato al centro spaziale europeo dove ho scoperto che qui si parla in inglese, ma molto di più in francese e soprattutto per sigle e acronimi; acronimi che ho dovuto imparare a riconoscere in fretta altrimenti non ci avrei capito un tubo di niente.

Cosa diavolo è uno spazioporto?

Partiamo dalle basi. Cos’è uno spazioporto? Direi che la parola è abbastanza auto esplicativa: si tratta di un “porto” dai cui “moli” partono i razzi per lo spazio. Guardate a questi razzi come dei camion, oppure delle navi cargo, che devono trasportare della merce nello spazio. I carichi sono di solito satelliti commissionati da aziende che si occupano di telecomunicazioni e che devono essere posizionati in orbita bassa (LEO) oppure orbita geostazionaria (GEO), satelliti scientifiche come JUICE, che ormai abbiamo imparato a conoscere e che intraprenderanno viaggi di anni e anni, oppure rifornimenti o attrezzature destinati alla Stazione Spaziale Internazionale – ISS.
Giusto per intenderci, uno degli ultimi “carichi” più importanti – tecnicamente chiamati payload – è stato il telescopio spaziale James Webb partito da Kourou il giorno di Natale del 2021.

Ariane 5 liftoff pillars
Il lanciatore pesante Ariane 5 decolla da Kourou

Ma ora un po’ di storia per capirci qualcosa in più. Il CSG (o Centre Spatial Guyanais per gli amici) è stato costruito alla fine degli anni ’60 dall’Agenzia Spaziale Francese (CNES) e solo una decina di anni più tardi divenne una base europea. Grazie a questo luogo che si estende per circa 700 km quadrati (12 volte il centro di Parigi) l’Europa può garantirsi un accesso indipendente allo spazio giocando così un ruolo da protagonista.

La struttura fatta di centri di sviluppo, centri di assemblaggio, centri di produzione del propellente e rampe di lancio dei diversi razzi vettore (Vega, Ariane 5, Soyuz e nel futuro Ariane 6), si trova completamente immersa nella foresta equatoriale guyanese che copre il 92% del territorio d’oltremare.

Ma ‘sta Guyana Francese… dove, come e perché?

Ci sarebbe da aprire una parentesi gigantesca per spiegarvi perché lo spazioporto si trovi in Guyana Francese ma ci proveremo. La Guyana Francese non è uno stato del Sud America – come sarebbe logico – bensì un dipartimento d’oltremare della Francia (insieme a Guadalupa, Martinica, La Reunion e Mayotte). Si trattava di una colonia penale. La Guayana Francese è quindi a tutti gli effetti territorio francese e questo fa si che la regione sia racchiusa in una spessa bolla. Per arrivarci c’è un volo diretto di 9 ore operato da Air France da Parigi Orly, in teoria basta la carta d’identità per entrare nella regione, si paga con l’EURO, i prezzi sono europei (è molto cara) e non di certo quelli che ti aspetti di trovare in Sud America, c’è una forte immigrazione clandestina dal Brasile che nella Guyana Francese trova il suo accesso all’Europa e nei ristoranti servono cucina francese con adattamenti locali. Un esempio? I francesi amano terribilmente le salse… che qui diventano salsa al mango o alla maracuja… che ti piazzano un po’ ovunque.

Dite pure che ho moltiplicato le domande piuttosto che darvi delle risposte. Siamo tutti d’accordo ma questa introduzione era necessaria.

Ci troviamo all’equatore; la regione, che per estensione è grande come il Portogallo, è praticamente disabitata (in totale qui vivono 200 mila persone circa), per il 92% è ricoperta di foreste e possiede un lunghissimo tratto di costa completamente libero da isole. Queste sono tutte condizioni perfette per costruire uno spazioporto. Lo spazioporto europeo. Eh già perché in Europa di spazioporti non ce ne sono (come potete vedere dalla mappa prodotta da Bryce Tech) e quello di Kourou, per l’appunto, garantisce all’Europa un accesso indipendente allo spazio.

spazioporto nel mondo

Un luogo strategico…

All’equatore la Terra gira più velocemente quindi i razzi che partiranno da qui necessiteranno di meno carburante e potranno trasportare più carico (sto parlando di satelliti perché nessun umano è mai partito dallo spazioporto di Kourou) in orbita geostazionaria, a 35.786 km dalla Terra. Inoltre il fatto che tutto attorno ci sia solo foresta e pochissime persone fa si che in caso di problemi gravi, non verranno messe in pericolo vite umane.

Pensavate che i lanci avvenissero solo da Cape Canaveral negli USA e dal Cosmodromo di Bajkonur in Kazakistan? Ecco, vi sbagliavate, sono sicuramente i siti di lancio più famosi ma non gli unici. Nel mondo ne esistono più di una trentina operativi. Pensate che anche l’Italia possedeva una base di lancio al largo di Malindi in Kenya (oggi si chiama Centro Spaziale Luigi Broglio). Vi suggerisco di leggere questo articolo di approfondimento per conoscere il ruolo di protagonista che l’Italia ha e ha avuto nelle esplorazioni spaziali.

Ma torniamo allo spazioporto di Kourou. Questa è stata la mia prima esperienza tropicale fatta di caldo afoso, piogge torrenziali improvvise e della durata di 30 secondi al massimo, zanzare e altri insetti spaventosi. Lo spazioporto è davvero immerso nella giunga e me ne sono resa conto solo quando ci hanno fatto salire in cima alla rampa di lancio di Ariane 5. Attorno senti solo uccelli tropicali, urubù svolazzanti in cerca di carcasse e il fruscio delle vento che muove le palme. Per il resto solo un muro di vegetazione impenetrabile puntellata qua e là dalle strutture erette da ESA e dai suoi partner. Eh si perché qui l’Agenzia Spaziale Europea non è l’unico attore in gioco: a fare la propria parte ci pensano anche Ariane Space (che gestisce operativamente i lanci, proprio come fa una compagnia aerea con i voli) e CNES (Agenzia Spaziale Francese). Non a caso dentro lo spazioporto lavorano regolarmente circa 1700 persone, praticamente una città.

Come fate con gli animali?

Mi sono immaginata cosa significhi essere qui durante un lancio. Qualcuno del mio gruppo mi ha detto “ti trema il petto talmente è grande la vibrazione durante il decollo del razzo“. Ho provato ad immaginarmelo, ma non credo di aver capito l’effetto. Mi sono però chiesta se tutto questo non sia traumatico per la natura che circonda lo spazioporto.

Mi hanno raccontato che si, lo è, ma mi hanno mostrato come il danno da calore si estenda solo qualche centinaio di metri attorno alla rampa di lancio. Qui la vegetazione è bassissima, bruciata, ma sembra sana a distanza di tempo dall’ultimo lancio.

Qui la fauna è rigogliosa tanto quanto la flora. Durante i nostri spostamenti qualcuno si è stupito perché “ohh… un formichiere ci ha attraversato la strada!

E con gli animali come fate?” ho chiesto. “Abbiamo dei sistemi audio che spaventano gli animali in modo che si allontanino dai siti almeno durante il giorno del lancio. Per il resto qui chiudiamo tutto nel raggio di diversi chilometri – strade comprese – e abbiamo la Legione Straniera a supporto di questa operazione. Evacuiamo anche le Les iles da la Salut che si trovano proprio qui di fronte” mi ha raccontato qualcuno che lavora qui al CSG.

Insomma il centro spaziale qui è il cuore pulsante della regione attorno al quale si è sviluppata l’economia locale, il turismo e tutto il resto. La popolazione da quello che ho capito ama e odia il centro spaziale. Da un lato favorisce il lavoro alle strutture alberghiere, ai ristoranti, ai trasporti ma dall’altro il centro spaziale è accusato di non aver investito abbastanza nello sviluppo del territorio. Le accuse fanno notare come la Francia spenderebbe più denaro per il centro spaziale che per la popolazione locale che verrebbe lasciata ai margini in condizioni di indigenza. Nel 2017 ci sono state diverse proteste a riguardo.

Da una statistica pare che la Guyana Francese sia la regione francese con il più alto tasso di crimini e omicidi anche se, chiacchierando con un po’ di espatriati che lavorano al centro spaziale e che si sono trasferiti qui da diverse nazioni europee, nessuno di loro mi ha detto di essersi mai sentito in pericolo. Anzi.

centro spaziale europeo
Vista da Google Maps dello spazioporto… e non si capisce molto. Concordate con me?

Gambe in spalla… anzi auto

Quando ho provato cercare Kourou su Google Maps non riuscivo a capire dove iniziasse e finisse la città (che potete vedere in basso a destra sulla mappa satellitare) e dove proseguisse il centro spaziale. Io è il mio candore pensavamo si trattasse di una base completamente recintata e invece non è proprio così. C’è un ingresso, quello è vero, ma per raggiungere i diversi siti di assemblaggio, di lancio, di produzione del propellente, bisogna prendere la macchina e guidare per 10 o 15 minuti percorrendo una strada pubblica (prontamente chiusa durante i lanci). Poi quando ci si avvicina al punto di interesse, c’è una bella sbarra a ostruire il passaggio e bisogna mostrare il badge a una guardia, che controllerà che abbiate i permessi corretti per entrare in quell’area.

Ah, se vi state chiedendo perché il mare sia marrone visto dal satellite… no non è un errore. E’ marrone per davvero. Il fiume Kourou – che è un fiume amazonico – è parecchio fangoso…. fango che si porta con sé e che riversa in mare. Per cui questa zona della Guyana Francese non è particolarmente turistica.

Qui i turisti vengono per addentrarsi nella giungla con diverse attività offerte (vista anche l’incredibile biodiversità del territorio), fanno un giro alla famigerata Isola del Diavolo oppure si viene proprio per visitare il centro spaziale con dei tour guidati (qui per info in caso vi interessasse fare una gita da queste parti).

ariane 6 rampa di lancio kouru 1
Ariane 6 sulla rampa di lancio

Buongiorno Ariane 6

Durante la nostra visita allo Spazioporto Europeo abbiamo avuto modo anche di vedere il nuovissimo Ariane 6 sulla sua rampa di lancio mobile. Ariane 6 è il nuovo vettore che andrà a sostituire il lanciatore pesante Ariane 5.

Il futuro vettore – che doveva essere lanciato proprio durante la pandemia – appartiene a una nuova categoria: si tratta infatti di un razzo “modulare” alto 62 metri e sarà disponibile in due diverse configurazioni: Ariane 62 con 2 booster e Ariane 64 con 4 booster.

Si tratta di un lanciatore più agile, più leggero più modulabile in grado di ospitare anche due satelliti per volta in modo da ottimizzare i lanci anche in ottica di efficienza energetica e attenzione al pianeta.

Vedere le porte della rampa di lancio di Ariane 6 aprirsi all’alba, davvero, ha lasciato tutti a bocca aperta. Un’operazione lenta e inesorabile che ci la lasciati sospesi nel tempo mentre l’alba sorgeva sulla Guyana Francese.

Con l’esplorazione della rampa di lancio di Ariane 6, è terminato il nostro tour del Centro Spaziale Guyanese che ci ha inondati l’anima di speranza e di sogni. Non ci resta quindi che attendere il lancio di JUICE il 13 di aprile 2023.

Il lancio di JUICE, come seguirlo

Il lancio di JUICE si potrà seguire sul canale Youtube ufficiale di ESA (Agenzia Spaziale Europea) in live streaming dalle ore 13,45 fino alle 16,05. A seguire ci sarà una conferenza stampa.

Le tappe del lancio – salvo imprevisti o meteo sfavorevole – dovrebbero essere queste:

14:15 lancio di Juice a bordo di Ariane 5
14:42 Separazione dello stadio superiore di Ariane 5
14:51 ESA acquisisce il segnale di JUICE
15:55 Dispiegamento dei pannelli solari di Juice


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Fjona Cakalli

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