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Dieci anni di Hunger Games: il Distretto 12 vive ancora

Parliamo di una saga forse esplosa troppo in fretta, ma le cui ceneri ardono ancora

Esattamente dieci anni fa arrivava al cinema Hunger Games, primo film di una fortunata saga cinematografica, adattamento di una altrettanto fortunata saga letteraria. In tutto questo tempo si è detto moltissimo sulle avventure di Katniss Everdeen, un personaggio diventato parte della cultura popolare molto rapidamente. Ora è giunto il momento di riflettere su questa serie, su come ci abbia cambiati e su cosa abbia lasciato.

Hunger Games, gladiatrice nell’arena

Per chi non lo sapesse, questa saga ruota intorno a uno show che si svolge annualmente in un futuro post-apocalittico. Si tratta appunto degli Hunger Games, una sorta di reality terrificante in cui 24 giovani si scontrano all’ultimo sangue per la sopravvivenza. Non è però una competizione come le altre. Si tratta di uno strumento governativo con cui mantenere una stretta rigidissima sulla popolazione.

Ciascuno dei 12 Distretti in cui è divisa la Nazione di Panem (probabilmente gli Stati Uniti in un futuro lontano, completamente isolati dal resto del mondo) è costretto a inviare due dei suoi ragazzi a Capitol City ogni anno per gli Hunger Games. Quando però Primrose Everdeen viene scelta per il Distretto 12, sua sorella Katniss decide di sacrificarsi, offrendosi come volontaria. E da lì inizia la sua storia, che la renderà un volto celeberrimo a Panem.

L’arrivo del film nelle sale coincideva con un momento molto particolare per il cinema. Solo l’anno prima si era conclusa con il botto la serie di Harry Potter e l’industria era alla ricerca di un nuovo filone young adult che voleva riempire quel vuoto. Una posizione estremamente remunerativa e quindi ambita, con tantissimi contendenti pronti a conquistarla.

E Katniss scese nell’arena, sia in quella letterale che quella metaforica del box office, trionfando. I risultati furono eccezionali, riuscendo almeno in parte a conquistare il trono che fu del maghetto. Milioni di fan in tutto il mondo si appassionarono alla sua storia di rivalsa, le fiere erano invase da cosplayer della Ragazza di Fuoco e la sua interprete Jennifer Lawrence vide la sua carriera (già ben lanciata) decollare definitivamente.

Un’opera con pregi e difetti

hunger games dieci anni 01

Ricordiamo come fosse ieri le innumerevoli discussioni in merito a questa saga. Dibattutissimo il rapporto con Battle Royale ad esempio, romanzo e manga di Koushun Takami dalle premesse simili. In realtà questa vicinanza è solo apparente: le radici di Hunger Games sono soprattutto nella mitologia classica. L’idea stessa dei tributi è presa dal mito del Minotauro, così come tantissimi nomi di personaggi.

Non solo, ma la stessa Panem (che richiama il concetto di “Panem et Circenses“) aveva un’atmosfera decadente che ricordava la fine dell’Impero Romano. Il film riprese fortemente questo stile, rappresentando in maniera straordinaria i costumi opulenti degli abitanti di Capitol City. Un design che sembrava strappato con forza al Satyricon di Federico Fellini, che lasciava a bocca aperta.

A questo si accompagnava una storia sicuramente accattivante. L’idea della giovane che si trova a capo della rivolta contro il potere è fortissima, soprattutto in un momento storico che stava iniziando a chiedere a gran voce eroine femminili. Il fatto che lo facesse quasi controvoglia, perché travolta dagli eventi, unito alla riflessione sulla cultura dell’immagine della nostra società elevava la saga, facendola distinguere dal resto dei franchise young adult.

Certo, c’erano i suoi problemi. Il triangolo amoroso tra Katniss, Peeta e Gale era un cliché già visto e la sua risoluzione non è stata particolarmente soddisfacente, ad esempio. E se nei libri, raccontati in prima persona, poteva offrire uno spunto interessante seguendo l’evoluzione dei sentimenti della protagonista da vicino tramite i suoi pensieri, sullo schermo risultava decisamente appiattito. Ma in fondo è tutta parte del gioco quando si passa dalla carta alla celluloide e in generale nei racconti young adult.

Due ricordi sugli Hunger Games

hunger games dieci anni 02

Per quanto mi riguarda, ci sono due momenti della mia vita che ricordo con particolare affetto legati a Hunger Games. Il primo è stato il mio contatto travolgente con la saga. Ero in libreria in cerca di qualche nuova lettura e trovai il primo libro. Ricordando il successo cinematografico del film in quei giorni negli Stati Uniti decisi di fare un tentativo. Fu una folgorazione completa.

Tornai a casa, iniziai a sfogliare le prime pagine e non riuscii più a fermarmi. Non mi succedeva da tempo di essere così coinvolto da un libro da leggerlo in un’unica sessione (tolte necessarie pause per nutrirsi e dormire). Il mattino dopo ho voltato l’ultima pagina e mi sono lanciato a recuperare i due volumi successivi. Anche per quelli l’esperienza fu simile: da copertina a copertina in poche ore, senza mai lasciare Panem.

Sono consapevole dei difetti di Hunger Games naturalmente e già allora alcuni dei passaggi più stereotipati mi facevano storcere il naso. Tuttavia, bisogna riconoscere a Suzanne Collins la grande abilità nel creare un intreccio coinvolgente, da cui è impossibile staccarsi.

Il secondo ricordo mi riporta direttamente a Lucca Comics & Games, il grande evento pop italiano. Era una delle prime edizioni a cui partecipavo e con un amico vagavo per le strade in mezzo alla folla. Qualcuno davanti a noi, forse spiegando qualche dettaglio di Hunger Games a chi stava di fianco a lui, alzò le tre dita della mano sinistra ed emise il fischio della Ghiandaia Imitatrice. Tre persone, me compreso, da altrettanti gruppetti risposero immediatamente a quel gesto, replicandolo. Fu un momento di unione unico, tra ragazzi e ragazze che non si conoscevano ma avevano un cuore comune.

Hunger Games oggi

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È strano pensare quanto sia bruciata relativamente in fretta la meteora di questa saga. A oggi è difficile sostenere che abbia tenuto la stessa rilevanza nella cultura pop che aveva all’epoca. Esiste ancora un fandom, ma è passato in secondo piano e il paragone con saghe come quella di Harry Potter è piuttosto impietoso.

Il suo impatto si percepisce forse soprattutto nella carriera dei suoi interpreti. Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson e Liam Hemsworth devono parte del loro successo attuale proprio a Katniss, Peeta e Gale. Altri attori hanno avuto la possibilità di rilanciare la propria carriera grazie a quella saga o viceversa ottenere un primo ruolo, come nel caso di Jack Quaid, oggi protagonista di The Boys.

Perché è successo questo? Forse perché non si è cercato di “spremere la mucca” fino alla fine, lasciando concludere la saga cinematografica senza tentativi di rilanci. Dopo l’ultimo film nel 2015, Hunger Games non ha più regalato ulteriori contenuti, lasciando spegnere il proprio fandom che nel frattempo poteva rivolgere l’attenzione a nuovi franchise di successo, con il ritorno di Star Wars e l’ascesa del MCU nello stesso periodo.

Però una svolta potrebbe arrivare. Il 2020 ha visto il debutto della Ballata dell’usignolo e del serpente, prequel di Hunger Games incentrato sul futuro Presidente Snow. Una storia appassionante, che ha riacceso nei fan l’amore per la saga di Suzanne Collins. E chissà che l’adattamento cinematografico in sviluppo non possa riportare in cima al mondo questa serie. Come una fenice, la Ghiandaia Imitatrice potrebbe risorgere dalle ceneri del suo fandom, ancora ardenti.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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