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Recensione Shadow of the Tomb Raider – Tramonto di una trilogia

Ritorno agli albori di Lara Croft, tra luci di fuochi aborigeni e ombre di templi del Perù

L’arte vuole la sua parte

Come anticipato qua e là nel corso del pezzo, un titolo di questo calibro non può permettersi troppe sbavature, e il lavoro fatto da Eidos e Crystal Dynamics non ci lascia con l’amaro in bocca, tutto sommato. L’alta qualità cinematografica non è casuale; risulta ben studiata per regalarci non solo momenti di svago dall’azione vera e propria, ma anche per offrirci tante belle occasioni per scattare catture in modalità fotografia, un’azione incentivata anche dal lancio dell’hashtag #SOTTR_PhotoContest per caricarle online sui vari social media e mostrare le nostre imprese come trofei.

Gli scatti a effetto migliori saranno quelli che potremo catturare durante le sequenze animate, trattandosi di un capitolo molto cinematografico e scenico, con i personaggi, Lara in particolare, che si muovono sulla scena quasi come se fossero attori su un set, con la nostra eroina che si mostra come un’attrice sullo schermo.

La stessa resa sarà riscontrata durante l’azione vera e propria, gli istanti che vorremo fermare per ricordare le nostre imprese? Ebbene, qui avremo qualche gatta da pelare, sia in modalità fotografica, sia durante il gioco vero e proprio. Da una parte avremo a che fare con una modalità che ci permette sì di modificare (parzialmente) anche le scene di una sequenza animata, con parecchi filtri, loghi, cornici ed espressioni facciali. Purtroppo, quando avremo accesso completo alle opzioni disponibili, noteremo che non vi troveremo nulla di eccezionale o inedito, oltre a qualche pecca: l’immagine si deforma ai lati quando cerchiamo di scattare dei primi piani o mezzi busti su Lara, perdendo naturalezza nello sfondo.

La camera quindi non è al massimo delle possibilità, anche perché quando ci si avvicina troppo a Lara, notiamo altri bug: si passa attraverso il suo corpo con la visuale della telecamera o, qualora fosse appesa al rampino o a sporgenze, si vede solo una parte di corda o di elementi naturali, passando attraverso di lei.

Le imperfezioni non sono finite qui: si contano anche difetti nell’animazione durante le sequenze filmiche, la quale risulta non ben definita, sia per la fluidità a scatti nella transizione da una scena all’altra nel montaggio, sia per il movimento stesso di personaggi ed elementi. Lo scorrimento dell’acqua risulta parecchio artefatto, ma nemmeno tessuti e corde escono illesi da questo difetto. Inoltre dopo poche ore di gioco, potrebbero comparire dei disturbi grafici sulle chiome dei personaggi: in particolare, i capelli danno la sensazione di essere frastagliati, non ben definiti, quasi polverizzati. Un altro aspetto tecnico e grafico riguarda il lip sync: abbiamo riscontrato dei difetti in alcuni filmati e conversazioni, durante i quali il labiale risulta un poco non sincronizzato, così come in pochi casi le animazioni facciali, tra cui sempre il labiale, di alcuni dialoghi risultano incomplete.

Attenzione però, vi sono diverse lance da spezzare a favore di altri aspetti delicati e parecchio apprezzabili di questo titolo. Un notevole punto a favore nello stile sta proprio nella raffinatezza con cui vengono mostrati i momenti di debolezza fisica di Lara, segnalando comunque in modo chiaro nella grafica e tramite le vibrazioni del controller gli eventuali momenti di difficoltà. Non ci sono quindi scene dichiaratamente splatter, nessun versamento di sangue eccessivo, nessun nemico “mostruoso”: Lara soffre, come sempre, ma in modo garbato e senza sottolineare in modo ansioso l’emergenza.

È quindi la grafica che gioca una componente fondamentale in alcuni momenti di gameplay, grazie a cornici e filtri che ci lanciano diversi segnali di stato fisico o la presenza di oggetti particolari. Dunque, da un punto di vista globale, il comparto visivo si presenta molto bene, tra forme fluide e ben disegnate, che mettono in evidenza il lavoro di alto livello per ottenere un risultato (quasi) impeccabile.

In definitiva, abbiamo tra le mani un vero e proprio “riassunto delle puntate precedenti”, dove Lara riscopre e mostra tutto il suo fascino delle origini, sotto nuove spoglie e coniugando perfettamente l’iconico stile delle origini di una donna tutta d’un pezzo, taciturna, solitaria e dall’anima incorruttibile, irraggiungibile e inespugnabile come un fortino, con la moderna ragazza più vivace, espansiva, dalla psicologia maggiormente elaborata e complessa come le tombe e i misteri che si ritrova a dover risolvere. Un intreccio di percorsi quasi difficili da risolvere tanto quanto i suoi complessi esistenziali, in un viaggio alla scoperta di sé che potremo gustare e vivere appieno in un’avventura classica e intramontabile come il sole all’orizzonte della foresta Amazzonica.

Shadow of the Tomb Raider

Pro Pros Icon
  • Ritorno alle origini con un gameplay focalizzato sull'esplorazione
  • Panorami splendidi e dalla profondità visiva notevole
  • Comandi intuitivi e facili da ricordare
  • Difficoltà di gioco effettivamente consona al livello selezionato
Contro Cons Icon
  • Diversi bug elementari, sia tecnici che grafici, non giustificabili
  • Modalità foto non al massimo delle prestazioni possibili
  • Colonna sonora non eccellente

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Francesca Sirtori

Indielover, scrivo da anni della passione di una vita. A dispetto di tutti. Non fatevi ingannare dal faccino. Datemi un argomento e ne scriverò, come da un pezzo di plastilina si ottiene una creazione sempre perfezionabile. Sed non satiata.

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