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“Italia mobility 2030”: il futuro della mobilità secondo AutoScout24

“Italia mobility 2030 – I nuovi orizzonti della mobilità. Elettrico, car sharing, guida autonoma: tante strade, un unico futuro” è il titolo di una ricerca realizzata da Nielsen e commissionata da AutoScout24 con l’intento di rispondere ad alcune pressanti domande: come si evolverà il settore dell’automotive? Smetteremo di stare al volante per diventare tutti passeggeri? E quanta attenzione rivolgeremo all’ambiente?

2030: l’anno della svolta

Stando alle ultime ipotesi sarà il 2030 l’anno della svolta, una svolta che partirà da Milano e ridisegnerà completamente la mobilità urbana. Un futuro che potrebbe essere composto da veicoli elettrici, servizi di sharing e guida autonoma. Tutto questo porterà alla netta divisione tra due categorie di consumatori: quelli per cui l’auto sarà uno sfizio, uno status, qualcosa di acquistare e scegliere con cura, e coloro che invece la considereranno uno strumento, un mezzo per spostarsi dal punto A al punto B.

Ci si aspetta anche un’evoluzione dei carburanti classici, quindi benzina e diesel. Indispensabile visto che la strada per un’Italia elettrificata sembra essere ancora lunga. Ovviamente non è tutto perduto: nei prossimi 10-15 anni si farà più attenzione al risparmio e all’ambiente, un cambiamento che spingerà i consumatori verso le vetture ibride.

Ad essere particolarmente lontani sono invece la guida autonoma, quella reale, che difficilmente vedremo pienamente realizzata nel prossimo decennio, e la risoluzione dei problemi legati all’inefficienza dei mezzi pubblici e al conseguente fattore traffico.

Il percorso verso il 2030 non sarà ovviamente brutale, ma graduale e frammentato. Molto dipenderà dall’evoluzione delle città stesse, città che dovrebbero svilupparsi in un’ottica di pedonabilità e interconnessione. I nuovi centri urbani dovrebbero quindi diventare terreno fertile per le nuove forme di mobilità.

Ma siamo veramente pronti al cambiamento? Stando allo studio di Autoscout24 sembrerebbe proprio di sì. Il 60% dei consumatori infatti immagina già un futuro dove il ciclismo urbano e la pedonabilità la fanno da padrone. Il 40% invece immagina infrastrutture stradali modificare a favore degli spazi aperti e modalità di viaggio alternative e il 64% si immagina una mobilità completamente connessa tramite WiFi. L’unica cosa su cui gli italiani manifestano un evidente pessimismo è il traffico: solo il 33% degli intervistati ipensa che questo problema andrà diminuendo.

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Lo sharing deve cambiare

Tra i grandi pilastri della mobilità del 2030 c’è lo sharing, un sistema che sta ottenendo un crescente successo, soprattutto tra i più giovani. Secondo gli esperti però questo modello non è sostenibile finanziariamente, o per lo meno non lo sarà in futuro.

Cosa aspettarci quindi? Sicuramente nuovi modelli di sviluppo. Il car sharing infatti funziona perfettamente nelle grandi città – Milano in primis – ma è pensato per la micro-mobilità all’interno di grossi centri urbani. Questo significa che per i lunghi viaggi o per gli spostamenti in comuni più modesti servirà comunque un’auto di priorità.

A volerla, stando ai dati presenti nella ricerca “Italia mobility 2030“, sono sorprendentemente i giovanissimi: il 92% infatti desidera una vettura di proprietà.

Ok la nuova auto, ma come la alimentiamo?

In uno scenario che vede quindi resistere il desiderio di possedere un’auto, quali saranno i motori di domani? Due i filoni che si vanno a configurare: uno votato alla sostenibilità ambientale e uno al risparmio. Nello specifico, il 71% dei consumer tra 10-15 anni sceglierà un’auto ibrida, il 58% l’elettrica, il 41% il GPL, il 37% il metano e il 32% sui veicoli a benzina. Solo il 27% punterà al diesel, ma solo per risparmiare qualche euro.

Ebbene sì, il diesel non morirà, e nemmeno i motori a benzina. Aspettatevi però evoluzioni sempre più efficienti di questi carburanti, ma anche motori diesel più puliti e performanti che accompagneranno i veicoli più grossi e potenti.

Come accennavamo prima, l’elettrificazione è in arrivo ma al momento è un sogno per pochi e le barriere da superare sono ancora parecchie. Sto parlando di costi elevati, scarsa autonomia e mancanza di stazioni di rifornimento. Sebbene quindi un futuro fatto di auto elettriche sia auspicabile, solo il 38% lo ritiene possibile nei prossimi 10-15 anni, percentuale che non supera il 56% se ci si spinge fino ai 25-30 anni.

Guida automoma: dubbi e tecnologia

Mi piacerebbe molto dirvi che il 2030 sarà l’auto delle self-driving car, dei veicoli futuristici che abbiamo visto in decine di film fantascientifici, ma sarebbe una bugia.

Al momento manca il supporto delle istituzioni, che dovrebbero favorire la nascita di infrastrutture speciali e sicura, ma anche quello dei consumatori. Non tutti infatti sono disposti a mollare il volante. Certo, i vantaggi in termini di relax, sicurezza e accessibilità sono innegabili, ma i costi da sostenere sono ancora elevati. Rimane però una certa diffidenza verso l’intelligenza artificiale e qualche dubbio sull’attribuzione di responsabilità in caso di incidente. Poco importa se i test dimostrano l’affidabilità del sistema: solo il 42% giudica positivamente questo tipo di mobilità. La fiducia inoltre diminuisce man mano che si pronostica un livello full di autonomia nei prossimi 10-15 anni, con percentuali che partono dal 73% a favore, nel caso in cui le operazioni automatizzate siano limitate (basti pensare al parcheggio), scendendo al 36% se nello scenario ipotizzato il driver umano non avrà più il controllo del veicolo.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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