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Hacker pubblica i dati sottratti alla SIAE

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Era il 20 Ottobre 2021 quando gli hacker del team Everest hanno sottratto una serie di dati sensibili alla SIAE e poi hanno chiesto un riscatto alla società per evitare che questi fossero pubblicati in Rete. Dal canto suo, però, la Società Italiana degli Autori e degli Editori non si è mai detta disposta a cedere a questa richiesta. Neppure quando l’hacker ha giocato al ribasso con le sue richieste economiche. La SIAE ha sempre detto no alla richiesta di riscatto, e alla fine l’hacker ha reso pubblici i dati sottratti alla società.

SIAE: hacker pubblica i dati sensibili sottratti alla società

Dopo essersi visto ignorare non poche richieste di riscatto, l’hacker che ha colpito la SIAE ha reso pubblici i 60 GB di file compressi sottratti alla società. Tra questi, migliaia di documenti amministrativi che rivelano dati sensibili – come IBAN e altri dettagli – di moltissimi personaggi noti nel mondo dello spettacolo. Non mancano neppure le richieste di invalidità con tanto di documentazione medica associata. Insomma, tanti dettagli della vita privata delle celebrità è stata pubblicata in Rete, violando così tutte le regole possibili legate alla privacy.

Eppure, qualche tempo fa il direttore generale Gaetano Blandini aveva dichiarato: “Per fortuna non sembrerebbero esserci dati economici e neppure quelli relativi ad IBAN bancari, solo dati anagrafici, come carte d’identità, codici fiscali, e dati di molti nostri dipendenti“. E invece ecco diventare pubblici dati bancari e medici di moltissimi degli iscritti alla SIAE. A mancare, invece, sono i dati riguardanti i compensi degli autori, che potevano rappresentare forse le informazioni più scottanti e compromettenti per la società. Tanto da convincerla (forse) a pagare il riscatto richiesto dall’hacker.

In ogni caso, quello che suona strano è che la SIAE abbia davvero permesso una simile fuga di notizie. Anzi, a questo punto ci chiediamo cosa dirà davvero il Garante della Privacy di una situazione simile. Aspettiamo di saperlo, e aspettiamo anche di vedere come la Società Italiana degli Autori e degli Editori correrà ai ripari.

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