Parola a Jane Horvath, chief privacy officer di Apple, che in questi giorni è intervenuta sulla questione della sicurezza dei dati. In qualità di guida del team Privacy, Policy e Regulatory, la Horvath ha sempre sostenuto l’importanza del diritto alla privacy, soprattutto quando la compagnia si è trovata ad affrontare situazioni non semplici. E ora, in un’intervista rilasciata a Elle, ci ha tenuto a fornire una serie di consigli utili sulle questioni privacy e sicurezza.
Sicurezza dei dati: i consigli di Jane Horvath
“Mi sento molto fortunata. Ho vissuto questi momenti importanti nella storia della privacy; ogni giorno mi sveglio e non so mai cosa dovrò affrontare. Ma mi sento sempre come se avessi il meglio di entrambi i mondi: posso dedicarmi alle libertà civili e lavorare in un posto che considera davvero la privacy un diritto umano fondamentale“. Così Jane Horvath racconta la sua esperienza professionale, definendosi la “Forrest Gump della privacy“. Una donna che vanta una carriera incredibile, con esperienze in AOL, al Dipartimento di Giustizia e in Google. E poi, naturalmente, in Apple.
E proprio con la compagnia di Cupertino la Horvath si è trovata ad affrontare il caso San Bernardino, che ha aperto una lunga diatriba con l’FBI per l’apertura una backdoor su iPhone, al fine di raccogliere i dati di un utente nel corso di un’indagine. “Avremmo aperto la backdoor di quel telefono se avessimo potuto farlo senza incidere su tutti gli altri telefoni, ma non potevamo, quindi abbiamo deciso che volevamo proteggere tutti i nostri clienti e resistere alla richiesta del governo di costruire un sistema operativo che avrebbe praticamente reso vulnerabile ogni altro iPhone. Così ha commentato la Horvath, forte sostenitrice del diritto alla privacy.
Proprio per questo, sottolinea l’importanza della sicurezza dei dati. E suggerisce di fare molta attenzione alle scelte fatte su siti web, App e impostazioni della privacy. Per lo stesso principio, è importante stare attenti a ciò che si pubblica in Rete. “I dati escono ed è molto difficile riportarli indietro“, chiosa la Horvath.
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