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Powerwash Simulator: la recensione del gioco preferito dai germofobici

Armiamoci di pompa e headshottiamo la polvere!

Non fucili a pompa, ma pompe idropulitrici. Mettete dei fiori nei vostri idropulitori. Fate le pulizie, non la guerra. Insomma di frasi di circostanza, nel momento in cui ci apprestiamo a scrivere la recensione di Powerwash Simulator, si sprecano (come l’acqua nel gioco). Il nuovo videogame sviluppato dallo studio britannico FuturLab e pubblicato da SquareExnix è uscito ufficialmente su console il 14 luglio, dopo essere stato pubblicato in anteprima per PC lo scorso anno. Ma cos’è Powerwash Simulator? E soprattutto com’è?

Il gioco si presenta come un simulatore di pulizie in prima persona. Potremmo quindi definirlo, coniando un nuovo termine videoludico, come un FPC (first person cleaner). Vi sembra strano? Beh lo è. Ma ricordate: mai giudicare i gusti altrui. C’è chi si diverte ad armarsi di fucile a pompa per headshottare i nemici e chi preferisce armarsi di pompa idropulitrice per lavare via lo sporco ostinato.

In realtà Powerwash Simulator è molto di più di un simulatore. È un vero e proprio appuntamento con i pensieri, un gioco rilassante che ci restituisce tutta la soddisfazione di un oggetto splendente (senza la fatica fisica della pulizia manuale).

La recensione di Powerwash Simulator: andiamo a pulire il mondo

Al momento dell’avvio, il videogame ci presenta varie modalità di gioco, molto diverse tra loro. Scegliendo la Carriera, per esempio, saremo a capo di una neonata ditta di pulizie e dovremo soddisfare le richieste dei nostri clienti. Cominceremo col rendere splendente il nostro furgone, armati di una idropulitrice basica e vari occhielli per regolare la potenza del getto. Tutte le missioni potranno essere svolte anche in co-op, grazie al multiplayer online.

Le diverse missioni, che non hanno alcun limite di tempo, ci permetteranno di rimettere a nuovo oggetti, veicoli, abitazioni e addirittura intere aree, ottenendo in cambio del denaro da spendere nel negozio di gioco. Questo ci offrirà potenziamenti, occhielli più sofisticati, cosmetici, saponi e detergenti. Questi ultimi ci semplificheranno il lavoro nelle missioni successive nella sporca città di Muckingham.

Altre modalità sono invece slegate dalla storia del gioco (che ci rivela nuove aree e zone di Muckingham, oltre ad uno strano mistero di un gatto scomparso) permettendoci di dedicarci alla pulizia dei nostri oggetti preferiti. È il caso, questo, della modalità Zen. Per gli amanti della pulizia hardcore c’è anche una modalità a tempo, nel quale dovremo combattere il conto alla rovescia di un orologio, oltre allo sporco, per pulire un oggetto nel minor tempo possibile. In questo caso dimenticatevi l’aspetto rilassante e preparatevi a muovere guerra a quegli insopportabili acari.

Il gameplay: metti la cera, togli la cera

C’è una sorta di masochistica soddisfazione nel vedere un oggetto sporco e incrostato. La soddisfazione che, con un buon lavoro, ne potrebbe uscire fuori qualcosa di stupendo. È questo il motore pulsante di Powerwash Simulator che, con pochi comandi e una meccanica di gioco semplice, ci consegna una città intera da ripulire, a suon di getti d’acqua che fanno sparire le macchie per regalarci colori vivaci e un mondo migliore. Il gioco ci permette di scegliere la potenza del getto e di dotarci di prolunghe per pulire le zone meno accessibili. La presenza di utensili come scale ci fornisce inoltre la possibilità di scegliere come e dove iniziare il nostro processo di pulizia.

Tramite un apposito comando (freccetta destra del D-pad) ci verranno evidenziate le aree ancora sporche. Per quanto semplice, questa meccanica evita il rischio di rendere il gioco frustrante e noioso, alla ricerca ossessiva dell’ultimo centimetro di incrostazione. Attraverso un tablet avremo inoltre il quadro della situazione, per capire a che punto siamo con la pulizia generale. Aree più grandi offriranno ricompense maggiori, e sarà necessario stabilire un piano di azione per ottimizzare i tempi di pulizia. Tuttavia il tempo non sembra assolutamente essere un problema: la vera peculiarità di Powerwash Simulator risiede infatti nella sua calma, come confermato anche dalla tagline del videogame: “Allenta la pressione”.

Un gradevolissimo “Ding” ci avvertirà quando una determinata sezione è stata completamente ripulita, mentre in giro sarà possibile interagire con altri oggetti (avete mai provato a spingere un pallone su per uno scivolo con una pompa a getto?). Infine, completata la missione, una semplice cinematica ci riassumerà come ci siamo mossi durante la pulizia.

La recensione di Powerwash Simulator: tirando le somme

In sostanza non possiamo che approvare un gioco così audace che, mentre tutti gli altri spingono sull’acceleratore per offrire frenetici gameplay, ci riporta alla tranquillità del tempo che scorre. Pulire è anche e soprattutto un modo per staccare la spina e, come ci suggerisce il gioco, allentare la pressione. Un appuntamento con i propri pensieri, con in sottofondo l’acqua che scorre e gli uccelli che cinguettano.

La libertà di azione è pressochè illimitata, come le zone nascoste di sporco da pulire. Non manca poi una piccola ma sostanziale componente strategica: la scelta dell’occhiello giusto. Getti più ampi copriranno aree maggiori, ma la pulizia sarà sommaria. Al contrario l’utilizzo di detergenti (che però si consumano) ci darà un risultato migliore su zone più ristrette. 

Se cercate un passatempo, un modo per staccare dalla vita frenetica e dai giochi convulsi, non potrete che amare Powerwash Simulator, un videogame che non pretende nulla e che non si prende troppo sul serio. Inoltre il gioco è disponibile sul catalogo Xbox Game Pass. A questo punto non resta che ripetere insieme il nostro motto dal gusto pacifista: “Non fucili a pompa. Ma pompe idropulitrici”.

PRO

  • Varietà di oggetti da pulire
  • Disponibile nel catalogo Xbox Gamepass
  • Zone e aree diverse
  • Meccanica di gioco semplice e rilassante
  • Puoi pulire anche il Mars Rover!
  • Pulire è bello, ma lo è di più in co-op

CONTRO

  • Alcune aree sono molto vaste
  • A tratti può risultare ripetitivo
  • Manca di un vero storytelling (ma dopotutto parliamo di un simulatore)
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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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