fbpx
CulturaEditorialiVideogiochi

Il mondo dei videogiochi sta cambiando

Acquisizioni, abbonamenti, cloud e chip mancanti: ecco come sta cambiando uno dei settori più redditizi del mondo

Autunno 2020.
Dopo mesi di rumor, annunci, smentite e anteprime, arrivano sul mercato le console di nuova generazione: Xbox Serie X|S e PlayStation 5. I giocatori si riversano negli shop online e nei negozi fisici per accaparrarsene una.
In un attimo è tutto sold out.
Molti appassionati rimangono a bocca asciutta. Inizia la caccia alla console che, per molti, si conclude in un niente di fatto.
Alcuni decidono di lasciar perdere. Altri concludono che, in fondo, non ci sia tutta questa urgenza vista l’assenza di esclusive per cui scapicollarsi. I più resilienti non mollano e alla fine ce la fanno.
Ma per giocare a cosa?

Il ruolo della pandemia

La pandemia ha colpito duramente l’industria videoludica. Non da un punto di vista strettamente economico. Anzi, il gaming si conferma essere uno dei settori più redditizi del mondo, con introiti che superano quelli di cinema e musica messi insieme.

Il problema è, prima di tutto, umano. Lo smart working obbligatorio ha infatti rallentato il lavoro delle software house. È mancato il confronto costante, quello che permette di trovare le idee migliori e di adottare soluzioni innovative. È mancata anche l’immediatezza, colpa anche dei limiti fisici del lavoro da remoto.
Essere nella stessa stanza, ideare e progettare un livello e chiedere a qualcuno un parere, senza attendere il caricamento del progetto sul cloud e senza doversi assicurare che i colleghi siano effettivamente davanti al PC, è molto diverso dal trovarsi nella stessa stanza e fare tutto questo di persona.

Senza contare che gli sviluppatori sono normali esseri umani e, come tali, subiscono le stesse conseguenze di tutti noi quando si tratta di smart working.
Pensate ai quei momenti in cui non riuscite a concentrarvi sul lavoro, distratti da ciò che accade in casa.
O, ancora, alle volte in cui avete messo in pausa quello che stavate facendo perché i vostri figli hanno bisogno di voi. E magari prima c’era qualcun’altro ad occuparsi di loro mentre eravate in ufficio ma adesso siete l’unico riferimento e non potete ignorarli.
Oppure, provate a ricordare quella volta in cui vi siete svegliati, più tardi del solito, privi di energia e con una voglia disperata di abbandonare le mura domestiche senza poterlo davvero fare.

Sia chiaro, non vogliamo demonizzare il lavoro da remoto ma solo farvi capire che, come tutte le cose, ha degli svantaggi, che subiamo un po’ tutti.

Questo quadro vi aiuta a comprendere perché il 2021 è stato l’anno dei giochi rimandati, quello delle mancate esclusive, quello in cui ci siamo chiesti che senso avesse la next-gen senza avere giochi next-gen da provare.
La brutta notizia è che, molto probabilmente, il 2022 non sarà molto diverso. Cambierà solo la nostra percezione: ci sembrerà di vedere sugli scaffali molti più giochi ma, in molti casi, sono titoli che attendevamo lo scorso anno e che stanno arrivando solo adesso sul mercato.

Ad un certo punto ci abitueremo a tutto questo. E non sarà così terribile come lo immaginiamo. Le nostre librerie digitali sono piene di titoli che abbiamo comprato e mai avviato, di giochi che abbiamo iniziato e mai finito. E poi ci sono le liste dei desideri, con opere a cui per ora abbiamo rinunciato, certi di non avere il tempo.

Gli abbonamenti sono il futuro

xbox game pass 1
xbox game pass 1

L’uscita di un numero inferiore di videogiochi ci darà il tempo di assaporarli meglio, di goderceli a pieno. Senza contare che difficilmente dovremo comprarli.
Non perché saranno completamente gratis ma perché è ormai chiaro che gli abbonamenti sono il futuro.
A tracciare la rotta qui è stata Xbox con il suo Game Pass che, nel corso del tempo, si è evoluto e continua a farlo. Prima di tutto con l’aggiunta di contenuti. Le acquisizione di Bethesda e di Activision Blizzard e gli accordi con Ubisoft ed Electronic Arts vanno proprio in questa direzione: Microsoft punta ad avere il miglior catalogo possibile per attirare sempre più giocatori. Pensate che il solo acquisto di Bethesda ha portato 7 nuovi milioni di abbonamenti a Xbox Game Pass. Un chiaro segno che la strategia funziona.
Il secondo aspetto su cui si è concentrato il colosso di Redmond è la tecnologia. Xbox Cloud Gaming, attualmente ancora in beta, porta alcuni dei migliori videogiochi al mondo sui PC, gli smartphone e i tablet che avete già a casa. Il prezzo? In realtà più abbordabile del previsto: Xbox Game Pass Ultimate costa 12,99 € al mese.

Ad oggi l’abbonamento di Microsoft è indubbiamente quello più interessante ma non è l’unico.
Electronic Arts propone infatti EA Play per accedere in anteprima ai titoli del publisher americano, sbloccare contenuti esclusivi e ovviamente accedere ad una libreria che include alcuni dei migliori titoli EA.
Ubisoft invece ha Ubisoft+, che consente ai giocatori PC di accedere ai più di 100 giochi diversi, con DLC disponibili già al lancio e ricompense mensili.
NVIDIA porta avanti ormai da tempo GeForce NOW, con un catalogo che include ben 1000 giochi e nuovi titoli ogni giovedì.
Sony, dal canto suo, risponde con PlayStation Now, che permette ai possessori di PS4, PS5 e persino PC di accedere ad una raccolta vastissima di titoli.
Infine non possiamo non menzionare Apple Arcade e Google Play Pass, che hanno portato su mobile il medesimo approccio visto per PC e console.

Perché dovrebbe funzionare?

Xbox ha tracciato il sentiero e tutti, seppur non con lo stesso slancio, l’hanno seguita. Perché? Perché pensiamo che questo modello possa funzionare?
I motivi sono diversi.
Quello forse più evidente è il vantaggio economico del giocatore. 12,99 € al mese per 100 giochi è molto meglio di 70 € per un gioco solo che magari abbandoni dopo 2-3 mesi. Anche perché quei 12,99 € includono la possibilità di giocare online (fondamentale per il multiplayer), giochi gratuiti e sconti rinnovati ogni mese, nuovi titoli disponibili al lancio e Xbox Cloud Gaming.

Il secondo vantaggio ve lo abbiamo già anticipato: un abbonamento potrebbe aiutarvi a gestire meglio la libreria e il vostro tempo, dandovi comunque la varietà di cui avete bisogno per non annoiarvi mai.

Dobbiamo poi considerare l’ancora presente crisi dei semiconduttori. Da mesi ormai i produttori di elettronica (e non solo) fanno i conti con la scarsità dei materiali necessari alla produzione dei chip. Il risultato è la situazione che vi abbiamo descritto all’inizio di questo articolo: senza chip non può essere finalizzata la produzione delle console che, a quel punto, non arrivano sugli scaffali digitali o fisici dei negozi.
Invece di bloccare un intero mercato per la mancanza di nuovo hardware si punta su giochi e servizi adatti all’hardware che è già presente nella case dei videogiocatori. Entrano così nuovamente in gioco abbonamenti e cloud. Gli abbonamenti soddisfano il bisogno di gaming degli appassionati dando loro in pasto titoli adatti anche alle vecchie generazioni di console o ai PC con Windows 10 e Windows 11. Il cloud non solo potrà garantire esperienze next-gen a chi la next-gen non ce l’ha ma permetterà di aprire le porte del gaming anche a coloro che, fino ad ora, ci avevano rinunciato per mancanza di mezzi adeguati. E più giocatori significa più introiti.

La strada è lunga e in salita

Il passaggio ad un modello basato unicamente sugli abbonamenti e sul cloud non è dietro l’angolo. E non sarà indolore.

È vero che, economicamente, le sottoscrizioni sono convenienti per gli utenti ma, al momento, non lo sono per le software house. Un gioco di alto profilo costa milioni di dollari agli studi di sviluppo. Se non possono venderli, come rientrano delle spese sostenute? Sicuramente il merchandise può contribuire ma non basta. Le saghe più rodate possono portare introiti vendendo i diritti per lo sviluppo di film, serie tv, libri e fumetti, ma siamo sicuri sia sufficiente?
Dobbiamo mettere in conto anche la possibilità di dover dare qualcosa in cambio. E sì, stiamo parlando di pubblicità e microtransazioni.

Gli sviluppatori poi devono fare i conti anche con i titoli free to play. Ha senso pagare un abbonamento se posso comunque giocare a titoli avanzati e popolati completamente gratis? Pensate a Fortnite, Apex Legends, Roblox o Call of Duty Warzone.

Il cloud gaming poi si scontra quotidianamente con i limiti della rete. La banda larga si sta diffondendo sempre più rapidamente ma questo non vuol dire che sia già ovunque e che riesca effettivamente a supportare questo genere di carico. Il nostro Paese, ad esempio, conta numerose aree in cui l’ADSL offre 5-6 Mbps, senza contare i posti in cui non arriva proprio.

Insomma, il gaming sta cambiando ma per vedere un cambiamento epocale ci vorrà ancora parecchio. Ecco perché non tutti i colossi del settore sono saltati al volo sulla barca degli abbonamenti. Sony, ad esempio, ha lanciato PS Now ma non ha mai spinto l’acceleratore sul servizio, preferendo un approccio diverso, basato sulla volontà di regalare esperienze di gioco di altissimo livello ai propri utenti. E a dimostrarlo è la recente acquisizione di Bungie che, a detta di entrambe le aziende, nasce proprio con l’intento di offrire giochi indimenticabili agli appassionati, unendo le competenze dei creatori di Halo e Destiny all’immenso bacino di risorse di Sony.

Voi cosa vi aspettate per il futuro? Come cambierà il gaming nei prossimi anni?

Offerta
Xbox Series S
  • Arriva la nuova Xbox Series S, la console Xbox più piccola ed elegante di sempre. Prova la velocità e le prestazioni...
  • Punta tutto sul digitale e gioca senza disco con la console Xbox più piccola di sempre
  • Il pacchetto include: console Xbox Series S, Controller Wireless per Xbox, cavo HDMI ad alta velocità, cavo di...

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🚪 La pericolosa backdoor di Linux, disastro sventato da un solo ricercatore
 
🎶Streaming Farms: il lato oscuro della musica, tra ascolti falsi e stream pompati
 
✈️Abbiamo provato DJI Avata 2: sempre più divertente!
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
  
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
  
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
  
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
  
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
  
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button