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Il “test visivo di Turing” e i visori VR di Meta

Mark Zuckerberg spiega il nuovo test per il metaverso

Mark Zuckerberg ha mostrato in anteprima tre visori su cui i Reality Labs stanno lavorando, un assaggio del futuro del metaverso. E nel farlo, il CEO di Meta ha introdotto un concetto interessante: il “test visivo di Turing”. Che fungerà da prova definitiva quando il metaverso sarà indistinguibile dal mondo reale.

Cosa il “test visivo di Turing” annunciato da Zuckerberg

Secondo quanto spiegato dallo stesso Zuckerberg insieme a Michael Abrash, Chief Scientist dei Reality Labs di Meta, sul profilo di Facebook del CEO, la VR perfetta si basa su quattro concetti. E Meta sta lavorando con solerzia in tutti questi quattro ambiti.

Innanzitutto serve avere una visione da dieci decimi, senza bisogno di occhiali da vista extra. Inoltre il dispositivo deve avere la capacità di tracciare i movimenti dell’occhio e cambiare fuoco in maniera naturale, in modo da vedere oggetti lontani e vicini. In terzo luogo, deve saper correggere la distorsione ottica delle attuali ottiche sul mercato. Infine, serve l’HDR (High Dinamic Range) per mostrare colori brillanti, ombre e profondità.

mark zuckerberg prototipi visori metaverso min

L’azienda sta lavorando quindi su vari prototipi, che esplorano queste quattro diverse sfide. Con l’obiettivo finale di combinare tutte queste caratteristiche in unico visore davvero perfetto.

Secondo Zuckerberg: “I display che corrispondono alle piene capacità della visione umana permetteranno di sbloccare alcune cose davvero interessanti. La prima è un senso realistico della presenza, e questa è la sensazione di essere con qualcuno o in qualche posto come se foste fisicamente lì. E visto il nostro focus nell’aiutare le persone a connettere, potete capire perché per noi sia tanto importante”.

Solo quando la realtà virtuale nei visori risulterà indistinguibile da quella attorno a noi, allora il visore supererà il “test di Turing visivo”. Il riferimento è all’esperimento mentale di Alan Turing negli anni ’50, in cui immaginava un’intelligenza artificiale che desse risposte indistinguibili da quelle umane. Questa è la versione visiva: quando il mondo delle macchine risulta impossibile da distinguere da quello umano.

Zuckerberg ha spiegato che il Project Cambria, il visore che lanceranno entro la fine dell’anno, è ancora lontano da questo obiettivo. Ma Meta ci sta lavorando. E ha già creato diversi prototipi che si avvicinano.

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Source
TechCrunch

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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