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5 serie tv asiatiche horror che dovete assolutamente recuperare

Nel lontano Oriente, oltre alle storie d'amore, c'è molto altro. Proprio lì, nascosto in quell'angolino buio.

Nel lontano Oriente, tra storie d’amore e drammi, ci sono alcune serie tv asiatiche di genere horror che attendono di essere scoperte e guardate. Dopo avervi dato il pass verso il magico mondo delle serie asiatiche, comunemente note come k-drama, è arrivato il momento di analizzare una sezione in particolare: quella horror.

Si sa che gli asiatici se la cavano piuttosto bene nei lungometraggi horror e sanno cosa significa ansia costante. Ci basta pensare a capolavori come The Ring o The Grudge, tanto per citarne alcuni. La sezione serie tv, però, com’è Dopo attente ricerche, possiamo confermare che c’è del bel materiale anche qui.

È arrivato quindi il momento di scoprire i cinque kdrama horror da non perdere assolutamente.

Serie asiatiche horror: il classico di Netflix – Kingdom

Kingdom è una serie tv sudcoreana ed è disponibile su Netflix con due stagioni. La seconda, e per ora ultima, è uscita proprio il 30 marzo 2020.

Il drama è ambientato nel periodo Joseon medievale della Corea. Il protagonista è Lee Chang, un giovane principe ereditario a cui viene severamente proibito di vedere il padre che sta soffrendo ed è in fin di vita a causa di una rara malattia.

Il giovane vuole scoprire a tutti i costi che tipo di malattia ha colpito suo padre e decide quindi di partire in viaggio verso le province di Hanyang, alla ricerca del medico che aveva in cura suo padre, ormai morto.

Il giovane si imbatterà in una misteriosa epidemia che sta trasformando gli abitanti del suo regno in zombie. Con l’aiuto di Seo-bin, il principe cercherà risposte e di salvare il suo Paese.

Sono riuscita a far vedere questa serie tv a mio padre. Non vi basta come motivazione? Okay, allora analizziamola un po’ meglio.

Zombie simili a ghoul o creature demoniache asiatiche. Effetti speciali stupefacenti, che fanno invidia ai grandi film hollywoodiani. Ambientazioni mozzafiato, accompagnate da una fotografia di prima qualità. Ottimi attori (tra di loro troviamo anche la dolce Bae Doo-na, già vista in Sense8) e trama accattivante, particolare, interessante.

A tratti si mostra come una serie tv splatter, caratterizzata da sana violenza e ferocia. Sembra quasi girata dal vecchio Tarantino, se non fosse per quelle scene più pacate, più reali, in cui sembra quasi di assaporare al massimo l’ambientazione e l’atmosfera di ansia costante, di negazione dell’epidemia e dell’ignoto.

Entrare troppo nei particolari potrebbe rovinare tutto, o potrebbe incitarvi a guardarla, chi lo sa. Ciò che io so, e ne sono certa, è che chiunque dovrebbe vedere questa serie tv. Seguite il consiglio di Bong Joon-ho, regista di Parasite.

Una volta superata la barriera dei sottotitoli alti 1 pollice, verrete introdotti a molti altri incredibili film [..] Penso che usiamo solo una lingua, il cinema. Grazie.

Dal Giappone con furore – MPD Psycho

Si tratta di una miniserie giapponese abbastanza vecchiotta, dei primi anni 2000 ed ispirata all’omonimo manga di Eiji Ootsuka. Il protagonista è Yôsuke Kobayashi, un giovane poliziotto che assiste alla morte della sua fidanzata, uccisa e sventrata da un omicida.

Il giovane soffre di personalità multiple: quella di poliziotto a capo della squadra omicidi e quella di pazzo omicida di nome Shinji Nishizono. Dopo aver assistito alla morte della ragazza, nel ragazzo emergono altre personalità che causeranno morte e daranno vita ad eventi terribili.

MPD Psycho è una serie davvero straziante, caratterizzata da scenografie del tutto fuori dal comune, ansiolitiche e claustrofobiche. La trama è un susseguirsi di vicende strane, a volte anche senza senso, in grado di lasciare il pubblico a bocca aperta.

Non è molto semplice da comprendere, specialmente all’inizio, ma una volta entrati in questa spirale di eventi difficilmente ne uscirete sani. Io, fortunatamente, ce l’ho fatta. O almeno credo di esserci riuscita.

Vi avverto, non è una serie tv facile da digerire, ci sono molte scene forti e un intenso brivido d’ansia vi accompagnerà per tutta la durata. In fin dei conti, però, siamo qui per questo giusto?

Non tanto per spaventarci e saltare con dei semplici jumpscare ma essere avvolti da un lacerante senso d’ansia che ci rimane addosso anche al termine della serie.

Black e un nuovo punto di vista del Tristo Mietitore

Un’altra serie tv direttamente dalla Corea del Sud è Black, disponibile su Netflix. Il protagonista è un tristo mietitore che, in procinto di scovare il suo compagno fuggitivo, scopre la verità su alcuni omicidi avvenuti vent’anni prima. Decidere di indagare su questi omicidi metterà a dura prova il suo ruolo di guida dei defunti verso l’aldilà: inoltre, si innamorerà di una mortale, infrangendo qualsiasi regola soprannaturale.

Una serie tv asiatica senza storia d’amore? Credo ce ne siano davvero poche ma alla fine, sono sempre piacevoli. Specialmente quando si mettono in scena quegli amori proibiti, in cui sappiamo che i due devono assolutamente stare insieme ma ogni elemento nell’universo urla “no”.

Mentre noi, sotto i baffi, urliamo “Sì, sì e sì!”.

Il tutto, ovviamente, condito da terrificanti fantasmi soprannaturali, colpi di scena poco graditi e ambientazioni scure, macabre. Rispetto alle precedenti, questa serie tv è più leggera, anche se ci sono alcune scene degne di essere vissute a pieno e in prima persona – magari con le luci spente.

L’ho trovata molto particolare, sia dal punto di vista della trama che dal capovolgimento della figura del Tristo Mietitore. È interessante quando si riesce a dare una visione nuova di un qualcosa che si conosce fin troppo bene: a volte non funziona, altre invece sì. Questo è il caso di Black.

Mistero e curiosità vi avvolgeranno per tutta la durata della serie, dando il giusto spazio a quel briciolo d’ansia che non fa mai male. Se volete costringere vostra madre a guardare una serie horror, fatele vedere questa… Ovviamente nominate solo la storia d’amore che le farà battere il cuore.

Non ditele che ci sono i fantasmi, meglio di no.

Esorcismi e demoni con Priest

Ovviamente, parlando di genere horror, non potevamo farci mancare dei sani e divertenti (si fa per dire) esorcismi. La serie si intitola Priest e, come ogni serie coreana che si rispetti, è composta da sedici episodi dalla durata di un’ora circa.

La serie è ambientata in un ospedale cattolico di Seoul e il protagonista è Soo-min. Sua madre, quando era piccolo, è stata posseduta da un demone e ha perso la vita. Soo-min, ora diventato adulto, si è fatto sacerdote e ha deciso di passare il resto della sua vita a perseguitare demoni di ogni tipo che si annidano nel corpo di persone innocenti.

Il ragazzo fa parte di un gruppo di persone che praticano esorcismi e, insieme alla dottoressa Eun-ho, faranno coppia per scacciare e contrastare i demoni.

Vi fermo subito: la serie non si avvicina minimamente a capolavori del calibro dell’Esorcista, sia ben chiaro. Tutto sommato, però, Priest si presenta molto bene e fa la sua bella figura. La trama è ben strutturata ed interessante, richiama l’attenzione del pubblico fin dai primi minuti di visione.

Gli effetti speciali sono stati realizzati in modo ottimo e le storie che ci vengono narrate sono intense e d’impatto. Non sarà l’horror che ci fa rimanere immobili e nascosti sotto le coperte, in preda a brividi ed altri versetti impauriti, ma credo che ne valga la pena.

Serie asiatiche horror, si torna in Giappone con Re:Mind

Per ultimo, ma non meno importante, troviamo Re:Mind, serie giapponese pubblicata nel 2017. La serie è disponibile sulla piattaforma streaming di Netflix  e conta una stagione da tredici episodi.

Un gruppo di compagne di classe, dopo essersi risvegliate in una vecchia e polverosa stanza, si trovano sedute ad un grande tavolo con mani e piedi bloccati. Mentre cercano di capire in che modo fuggire, alcune ragazze iniziano lentamente a sparire.

Le giovani studentesse credono che questa situazione possa essere in qualche modo collegata a Miho, una loro ex compagna di classe ormai scomparsa. In seguito le giovani comprendono di avere qualcosa in comune con lei. Ora la domanda è: chi le ha rapite? Cosa succede alle altre ragazze scomparse? E, soprattutto, cosa accadrà?

Continuavo a ripetermi: “Sì, dai, sarà la solita serie con il serial killer matto”. Dopo aver visto la quantità di episodi, e soprattutto il fatto che la durata non superava i trenta minuti, ho deciso di vederla. Il trailer mi incuriosiva ma allo stesso tempo, avevo il terrore che potesse essere di banale. Mi sbagliavo? Assolutamente sì.

La trama è tutto fuorché banale, fino alla fine si rimane con il fiato sospeso e nulla è come sembra, nemmeno le cose più ovvie. Il mistero che si cela dietro questa storia si fa sempre più intenso e, oserei dire, inquietante. Episodio dopo episodio, si vuole sapere sempre di più.

Non so se accadrà lo stesso con voi, ma questo susseguirsi di informazioni incomplete e quasi vuote che ci vengono date nel corso della serie, mi ha trasmesso ansia costante fino alla fine. Ero tesa come una corda di violino e posso assicurarvi che questo non accade così spesso.

Le diamo una possibilità? La risposta è .

Il nostro piccolo viaggio alla scoperta dei prodotti horror asiatici termina qui, ma prometto che ci rivedremo molto presto. L’Oriente è vasto, pieno di angoli e posti meravigliosi, tutti da scoprire.

 

 

 

 

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Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

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