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Sports Illustrated avrebbe pubblicato alcuni articoli scritti dall’AI generativa

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Questo articolo lo ha scritto una persona in carne e ossa. Di solito non ci sentiremmo obbligati a specificarlo, ma sembra che sia diventato impossibile darlo per scontato. Infatti, anche la rivista americana Sports Illustrated sembra aver pubblicato alcuni articoli scritti dall’AI generativa, con alcune notizie attribuite ad autori che, in realtà, sono frutto dell’intelligenza artificiale.

Sports Illustrated avrebbe pubblicati articoli scritti dall’AI

Secondo quanto riporta da Futurism, Sports Illustrated avrebbe pubblicato articoli di giornalisti inesistenti. In particolare, “Drew Ortiz”, descritto come un individuo che ha trascorso gran parte della sua vita all’aperto, e “Sora Tanaka”, un appassionata di fitness e cibo. Secondo quando riportano i giornalisti in carne e ossa di Futurism, i ritratti di questi autori erano in realtà immagini generate da un sito Web specializzato in intelligenza artificiale.

Giornalisti (creati dall’AI) scomparsi

Dopo che Futurism ha contattato The Arena Group, editore di Sports Illustrated, i presunti autori artificiali sono improvvisamente scomparsi. Negli articoli scritti da questi autori generati dall’intelligenza artificiale, l’editore ha aggiunto un disclaimer che ammerma che “Questo contenuto è creato da una terza parte”, dissociando la redazione di Sports Illustrated dalla creazione di tali contenuti.

Come riporta The Verge, questo episodio non è isolato. A ottobre, un disclaimer analogo è comparso su Review, sito di recensioni di proprietà di Gannett. In quel caso, il personale del sito aveva accusato l’editore di pubblicare contenuti chiaramente generati dall’intelligenza artificiale. Ma l’azienda aveva detto di aver utilizzato i contributi di un’altra azienda, che avrebbe assicurato di non aver utilizzato l’AI generativo.

L’azienda sospettata di creare gli articoli scritti dall’AI

Sembra che dietro agli articoli di entrambe le società ci stia una società chiamata AdVon Commerce, che avrebbe generato gli articoli dei due autori su Sports Illustrated che su altri siti, secondo quanto riportato dai disclaimer presenti nelle stesse storie.

Su LinkedIn, AdVon dice di fornire soluzioni AI e ML [Machine Learning] per gli e-Commerce“. Questo fa pensare che l’azienda utilizzi l’AI generativa anche nella produzione di altri contenuti – magari degli articoli di giornale online?

Pseudonimi di persone reali o dell’AI?

I portavoce di The Arena Group hanno riportato alla stampa americana di aver effettivamente collaborato con AdVon Commerce per generare i contenuti. E affermano: “abbiamo appreso che AdVon ha chiesto agli autori di utilizzare un nome di penna o uno pseudonimo in alcuni articoli per proteggere la privacy dell’autore – azioni che non perdoniamo – e stiamo rimuovendo il contenuto mentre la nostra indagine interna continua e da allora abbiamo concluso la partnership”.

Gli indirizzi email e le informazioni di contatto associati agli autori degli articoli rimandano a diversi autori di altri articoli, alcuni dei quali profili LinkedIn completi. Perché creare questi pseudonimi, per proteggere il nome dei reporter? Non sarebbe bastato creare un nome fittizio, senza creare un’identità online fasulla?

Sports Illustrated assicura di star effettuando una valutazione dei contenuti per assicurarsi che non siano generati dall’AI. Ma il punto è: perché rivolgersi a una società che crea contenuti AI per l’e-commerce per scrivere articoli di giornale? Al momento, non si possono smentire né le accuse di Futurism né le giustificazioni di editori e società. Ma sembra esserci un problema forte di trasparenza, che non farà certo fare all’editore una bella figura.

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