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Il veicolo italiano distrutto a Kiev. La bufala della settimana

La fake news arriva nientemeno che dall’ambasciata russa a Roma

La scorsa settimana, cari lettori, ci siamo dichiarati in qualche modo soddisfatti nell’avervi illustrato una fake news di provenienza insolita. Nel senso che non apparteneva a uno dei filoni così mestamente in voga in questi ultimi tempi.

Oggi ci ritroviamo nostro malgrado a tornare per l’ennesima volta su uno degli argomenti più dibattuti da ormai quasi un anno. Stiamo parlando della guerra in Ucraina, che oltre al suo lato tragico – la cronaca quotidiana del conflitto, con tutto ciò che in termini di vittime e tensioni internazionali esso produce – ha anche un’appendice sempre più ingombrante legata alla disinformazione. Che è, a tutti gli effetti, una delle (metaforiche) armi in mano ai due schieramenti rivali.

Uno dei protagonisti di svariate e fantasiose campagne di fake news è certamente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, bersaglio non casuale: anche per i suoi trascorsi di attore, Zelensky è un comunicatore abilissimo.

Ma in questo caso la bufala, di provenienza russa, prende di mira l’Italia, che non ha mai nascosto il suo sostegno all’Ucraina.

Cosa è successo?

fake news 1

Il veicolo italiano distrutto a Kiev

Stavolta la notizia non è arrivata da un utente privato o da un portale dal nome strampalato e dalla più che dubbia attendibilità.

È stata nientemeno che l’Ambasciata della federazione russa in Italia a pubblicare un post sulla propria pagina Facebook, alle ore 16:46 di venerdì 20 gennaio.

Il testo del post (a cui segue la traduzione in cirillico) è il seguente: “Un veicolo corazzato dell’esercito ucraino ‘Iveco LMV 4×4’ di fabbricazione italiana che è stato distrutto durante l’operazione militare speciale. La sorte dei mezzi militari trasferiti al regime di Kiev è prevedibile e poco invidiabile.

A titolo d’informazione per i vertici del Ministero della Difesa italiano, l’Ambasciata non attacca nessuno, ma si limita a riportare i fatti sui quali tacciono i megafoni della propaganda della NATO.”

Corredano il post due immagini (una, in realtà, composta da cinque differenti scatti) che illustrerebbero quanto scritto.

La fonte. E lo stile

Su questo post vale la pena di soffermarsi, prima di mostrarne la natura menzognera.

La fonte è, dicevamo, l’ambasciata russa in Italia. Occorre ricordare che, almeno in teoria, ruolo di un’ambasciata dovrebbe essere sì quello di proteggere gli interessi nazionali, ma anche di favorire la cooperazione politica, culturale ed economica con il Paese ospitante.

Tuttavia il tono, qui, fa storcere il naso almeno in due passaggi. Il primo, quando viene citata la “sorte dei mezzi militari trasferiti al regime di Kiev” come “prevedibile e poco invidiabile”. È forte il sottinteso intimidatorio, proprio di un linguaggio da propaganda.

Nella seconda parte, poi, il post rivendicherebbe la veridicità della notizia. Ma con un poco diplomatico (appunto) attacco ai “microfoni della propaganda della NATO”, rei di avere taciuto la suddetta notizia.

Notizia che, dunque, è vera o no?

La fake news

Ahinoi no: nonostante la tracotanza del post, un veicolo italiano non è stato distrutto a Kiev.

Nonostante la teorica autorevolezza della fonte, siamo davanti a una doppia bugia, come ha avuto modo di spiegare il nostro ministero della difesa. La prima: nessun Iveco LMV 4×4, noto col nomignolo di Lince, è mai stato inviato dall’Italia all’Ucraina in uno dei pacchetti di aiuti. La seconda: come se non bastasse, le immagini del post non sono quelle di un Lince. Si tratta in realtà di un blindato Mls Shield.

Peraltro le medesime immagini erano già state pubblicate il 1 dicembre dello scorso anno dall’ex presidente ucraino Petro Poroshenko, in un post nel quale spiegava che la robustezza del mezzo ha garantito l’incolumità a undici militari ucraini dopo un colpo di mortaio.

La solita costruzione della (non) notizia

L’ambasciata russa in Italia, come si può vedere anche da buona parte degli altri post sulla pagina Facebook, fa evidentemente pura propaganda.

E, al pari di qualunque sconosciuto utente del web, pur di gettare discredito su un Paese che appoggia l’Ucraina non bada alla verosimiglianza delle notizie pubblicate.

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I precedenti

Sono svariati i precedenti in cui personalità russe anche di spicco si sono lasciate andare a clamorose fake news che in qualche modo c’entrano con l’Italia.

Pensiamo per esempio a quando Dmitry Rogozin, direttore dell’agenzia spaziale russa, ha postato su Twitter un video in cui due cittadini ucraini aggrediscono un passeggero nella metropolitana di Roma. Ma il video bufala era stato girato nel 2018.

Lo scorso 29 novembre, poi, era stata nuovamente l’Ambasciata russa a pubblicare una foto di un Lince abbattuto, chiedendosi sarcasticamente se i contribuenti italiani fossero felici della destinazione dei loro soldi.

Ma nell’immagine era ritratto un blindato costruito dalla Tekne di Ortona, e acquistato con fondi personali dall’ex presidente ucraino Petro Poroshenko.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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