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Il Montana vieta TikTok. È il primo Stato Usa a farlo

Decisione del governatore Greg Gianforte

La redazione di Tech Princess vi dà puntualmente conto delle vicende di TikTok. Che negli ultimi mesi sta facendo parlare di sé più dal versante per così dire politico che non tecnico.

Sono sempre più gli Stati occidentali che monitorano il social di ByteDance, accusato non solo di spiare e archiviare i dati dei clienti. Ma anche di fornirli, quando richiesti, al governo di Pechino.

TikTok è stata vietata nei device governativi di Commissione, Consiglio e Parlamento europei. E poi dagli apparecchi governativi di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, e da quelli della Nuova Zelanda.

Inoltre il Dipartimento di Giustizia americano, assieme all’Fbi e alla procura della Virginia, lo scorso 17 maggio ha aperto un’indagine per accertarsi delle attività spionistiche del social.

TikTok 2

Gli ultimi due scandali di TikTok

Infine, i due più recenti scandali. Il primo, segnalato dal Wall Street Journal, vuole che l’azienda cinese monitorasse gli utenti che cercavano su TikTok contenuti LGBTQ+.

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Da ultimo Yintao Yu, ex responsabile del dipartimento ingegneria dell’azienda negli Stati Uniti, ha confermato tutte le accuse, aggiungendo semmai particolari ancor più imbarazzanti. TikTok sarebbe infatti uno “strumento del Partito Cinese”, con tanto di alcuni membri del Partito onnipresenti negli uffici pechinesi di ByteDance.

L’azienda inoltre avrebbe rubato contenuti a piattaforme concorrenti come Snapchat e Instagram, oltre ad aver manipolato gli algoritmi per minimizzare le proteste anticinesi a Hong Kong e “aumentare i contenuti di odio verso il Giappone”.

Secondo l’ex dipendente, insomma, in azienda vigeva la “cultura dell’illegalità”.

TikTok vietato in Montana

Alla luce di questa condizione sfavorevole per la piattaforma social cinese, arriva adesso una notizia clamorosa, che potrebbe avere un rapido effetto domino.

Il Montana ha vietato TikTok. E, si badi, non si tratta di un ban limitato ai device governativi. Stiamo parlando di un bando totale. Il Montana è dunque il primo Stato Usa ad aver adottato una misura così estrema nei confronti di TikTok.

Ma cosa sappiamo della decisione?

Lo stop voluto dal governatore Gianforte

La decisione è stata presa dal governatore repubblicano Greg Gianforte. Il quale ha firmato una legge che vieta qualunque utilizzo di TikTok nel territorio del Montana.

In un tweet di giovedì 18 maggio Gianforte ha scritto parole dure: “TikTok è solo un’app legata ad avversari stranieri. Oggi ho ordinato al Chief Information Officer dello stato di vietare qualsiasi applicazione che fornisca informazioni o dati personali ad avversari stranieri dalla rete statale.”

E in un tweet appena precedente si può leggere: “Per proteggere i dati personali e privati dei Montana dal Partito Comunista Cinese, ho bandito TikTok nel Montana.”

Il disegno di legge

Nel mese di aprile la Camera del Montana aveva già dato voto favorevole al provvedimento contro TikTok.

E il disegno di legge, che a distanza di un mese ha avuto la firma del governatore, è adesso diventato legge.

È la prima volta per uno stato americano. Negli Usa TikTok era già stato vietato in circa la metà degli Stati e dal governo federale, ma solo nei dispositivi governativi. Lo stesso Gianforte, in questo senso, era stato fra i primi a mettere al bando il social nello Stato da lui governato.

Cosa succede ora

Il divieto sarà effettivo dal primo gennaio 2024.

Giorno a partire dal quale, in Montana, TikTok social non potrà più essere installato né utilizzato. Gli app store che, nonostante il divieto, continueranno a dare la possibilità di scaricare l’app rischiano una multa di 10.000 dollari al giorno. Per adesso non sono previste sanzioni per gli utilizzatori.

Si prevede tuttavia una disputa legale, anche perché se la legge fosse davvero applicata dal 2024 rischierebbe di creare un precedente, o meglio di essere un primo passo verso il ban totale di TikTok dagli Stati Uniti.

La reazione di TikTok

Dopo la notizia del ban in Montana, TikTok ha immediatamente replicato.

Brooke Oberwetter, portavoce della piattaforma social negli Stati Uniti, ha fatto sapere che la decisione di Gianforte è stata presa in violazione dei “diritti del Primo Emendamento dei cittadini del Montana”. E ha aggiunto: “Continuiamo a lavorare per difendere i diritti dei nostri utenti all’interno e all’esterno del Montana, i cui mezzi di sussistenza e i diritti del Primo Emendamento sono minacciati da questo enorme eccesso di azione del governo.”

Già ad aprile, dopo l’ok della Camera, Oberwetter aveva commentato che chi ha presentato il disegno di legge “ha ammesso di non avere un piano fattibile” per concretizzare “questo tentativo di censurare le voci americane”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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