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State of Privacy 2023: il Garante organizza un incontro sul futuro della protezione dei dati

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All’epoca dell’intelligenza artificiale generativa, non si sa cosa potrà riservarci il futuro prossimo.

Almeno due cose, tuttavia, sono certe: la protezione dei dati sarà sempre più importante. E di protezione dei dati si parla ancora troppo poco. Gli atteggiamenti dei singoli cittadini ma anche delle piccole e grandi aziende oscillano tra la sottovalutazione del problema e un pericolosissimo disinteresse. Sarà ormai un tormentone, ma corrisponde anche a verità, la clamorosa affermazione per cui una delle password più usate è ancora oggi 123456.

Per sensibilizzare sull’argomento, il nostro Garante per la protezione dei dati personali ha organizzato la seconda edizione dello State of Privacy. Vediamo di cosa si tratta.

State of Privacy 2023

La notizia è apparsa sul sito del Garante nella giornata di mercoledì 13 settembre.

Il Garante organizza, per lunedì 18 settembre, la seconda edizione dello State of Privacy. L’evento, nato grazie alla collaborazione dell’Università degli Studi di Roma Tre e dell’Università degli Studi di Firenze, si terrà a Roma, nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

L’ambizione è quella di chiamare a raccolta “pubblico e privato per costruire la protezione dati del futuro”.

L’iniziativa è stata istituita nel 2022 a Pietrarsa, in occasione del venticinquennale del Garante.

19 tavoli tematici

Visto il successo della prima edizione, per lo State of Privacy 2023 si sono convocati oltre 250 rappresentanti tra istituzioni nazionali e internazionali, pubbliche amministrazioni, big tech, media e servizi di comunicazione, grandi aziende, mondo finanziario. Oltre a esperti, studiosi e personalità del mondo dell’università e della ricerca scientifica.

Nella giornata di lunedì 18 settembre ci saranno 19 tavoli tematici. Per la precisione, si parlerà di advertising, cloud, cybersecurity, diritti umani, Dpo, enforcement, genetica, intelligenza artificiale, IoT e smart cities, legal design, media e comunicazione, minori, neuroscienze, Pa digitale, procedimento legislativo, salute, servizi finanziari, sostenibilità, telemarketing.

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Il fitto programma

I lavori dello State of Privacy 2023 saranno condotti da Riccardo Luna, direttore di Italian Tech. Porteranno i loro saluti il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, e i rettori delle due università coinvolte nell’iniziativa.

Nutrito l’elenco degli ospiti, che si alterneranno a partire dalle ore 16.00.

State of Privacy si concluderà alle 23.30, con il lancio delle iniziative di sensibilizzazione ed educazione sul valore della privacy, “da mettere in campo nel 2024, soprattutto nel Sud e nei piccoli centri del nostro Paese”.

L’impegno del Garante: privacy e scuola

Regione dopo regione, sta iniziando l’anno scolastico 2022-2023.

E il Garante ha da poco pubblicato un vademecum informativo sulla privacy a scuola, scaricabile da una pagina del sito. È un documento prezioso per tutti gli attori dell’universo scolastico, per capire meglio come la privacy può essere tutelata (ma anche messa a rischio) a scuola. Ampio spazio è dedicato all’attualissimo fenomeno del cyberbullismo, ma anche alla didattica a distanza, alla pubblicazione online di documenti che riportano informazioni personali e alla videosorveglianza.

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Lo sharenting

Periodicamente il Garante pubblica pagine informative su specifici fenomeni. Di recente vi avevamo parlato di quella dedicata al revenge porn.

È stato poi pubblicato un documento relativo allo sharenting, fenomeno decisamente sottovalutato. Il termine nasce dall’unione di due parole, “share” e “parenting”, cioè “condividere” e “genitorialità”. E si riferisce al fenomeno della condivisione online (un po’ selvaggia) da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli.

Come possiamo leggere sulla pagina, “lo sharenting è un fenomeno da tempo all’attenzione del Garante, soprattutto per i rischi che comporta sull’identità digitale del minore e quindi sulla corretta formazione della sua personalità. La diffusione non condivisa di immagini rischia inoltre di creare tensioni anche importanti nel rapporto tra genitori e figli.

È dunque necessario che i ‘grandi’ siano consapevoli dei pregiudizi cui sottopongono i minori con l’esposizione in rete (tendenzialmente per sempre) delle loro foto, anche in termini di utilizzo di immagini a fini pedopornografici, ritorsivi o comunque impropri da parte di terzi.”

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