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Puoi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo

Change.org, attivismo sociale, petizioni: che contributo danno al cambiamento globale? Ne abbiamo parlato con Stephanie Brancaforte

Chiunque può diventare un agente del cambiamentoha detto l’attivista sociale Stephanie Brancaforte ieri nella sua chiacchierata con Fjona nel talk #SpazioAllOspite. In un momento storico così controverso, il messaggio che passa dalle sue parole è diretto, chiaro, semplice: per vedere un cambiamento bisogna essere il cambiamento. Moltissime le domande che le sono state rivolte sulla sua carriera, sulla sua visione del mondo e sulla sua vita. Ma andiamo per gradi.

Chi è Stephanie Brancaforte?

Stephanie è innanzitutto una donna e una madre. Direttrice in Italia di Change.org, la più grande piattaforma al mondo per il cambiamento sociale, Stephanie ha lavorato a livello internazionale per Avaaz, Amnesty International, Corte penale internazionale e Tribunale speciale iracheno sui crimini dell’ex regime. Durante il suo percorso di attivismo ha documentato gli abusi dei diritti umani durante la Primavera araba portandoli all’attenzione dei media, ha portato alla luce i massacri in Siria ed ha guidato il progetto globale di Greenpeace per la lotta ai cambiamenti climatici.

Motore del cambiamento è la volontà di ognuno

 

Ad ogni modo, una cosa che è parsa chiarissima dalle parole di Stephanie Brancaforte è la necessaria spinta personale di contribuire al cambiamento globale che guida la scelta di una carriera simile. Un’esigenza che, ci spiega, ha a che fare con ogni lato della propria vita. In un’epoca dove l’aspetto economico guida il mondo, c’è bisogno di persone che dedichino il loro impegno e la loro formazione alla salvaguardia di diritti fondamentali dell’uomo.

“Chiunque può diventare un agente del cambiamento”. Tu cosa vuoi diventare?

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Ma effettivamente cosa significa lavorare nel sociale?

Scopriamo insieme a Stephanie che si tratta di un settore pieno di sfumature, di professioni, di organizzazioni che lavorano insieme con un unico scopo comune: l’utilità sociale, l’assistenza e la finalità altruistica.

Vengono ricompresi una serie di campi assistenziali diversi. Tutte attività gestite e portate avanti all’interno di cooperative sociali, associazioni Onlus, organizzazioni internazionali, enti pubblici, imprese sociali, che hanno bisogno di professionisti e lavoratori. Lavorare nel sociale significa, quindi, aiutare gli altri con competenza. Si tratta di mettere le proprie competenze a disposizione dei bisogni sociali e, per farlo, serve molta dedizione e spirito altruista.

Lavorare nel sociale e volontariato: differenze

Diciamo subito che il lavoro sociale in senso stretto non va confuso con il volontariato. Sono due attività distinte, sebbene ugualmente importanti.

Il volontario è una persona dotata di grande generosità, che decide di mettere a disposizione il proprio tempo libero, per aiutare associazioni, comunità e organizzazioni a portare avanti le loro attività. Tutto in maniera gratuita, volontaria e durante il proprio tempo libero.

L’attivista del sociale invece è un vero e proprio professionista con competenze specifiche (acquisite con un  lungo e variegato percorso di studi ed esperienza sul campo) che può essere assunto all’interno di organizzazioni o può lavorare come libero professionista. È a tutti gli effetti un lavoratore e percepisce uno stipendio. È importante avere figure formate e retribuite. Questo permette all’organizzazione operante nel sociale di portare a termine e massimizzare i propri risultati di assistenza e utilità. Prima di scegliere una carriera internazionale è fondamentale avere chiari scopi e obiettivi. Oltre ad essere ben predisposti allo studio, bisogna essere disponibili a lunghi viaggi e, alle volte, a correre dei rischi. Per approfondire l’argomento puoi consultare la guida disponibile su https://www.diplomatici.it/

Si può cambiare il mondo anche da casa?

In un mondo digitalizzato come quello moderno, attivarsi per contribuire al cambiamento sociale non è, però, appannaggio esclusivo di chi impiega la propria vita per la causa. È questo lo spirito con cui nasce Change.org. Rimandiamo al video della chiacchierata di ieri per approfondimenti sul funzionamento della piattaforma, concentrandoci invece su un aspetto tutt’altro che secondario. Il contributo di ognuno è fondamentale. Firmare o proporre una petizione è uno strumento potentissimo, che chiunque può utilizzare per dare voce a bisogni e diritti che ritiene debbano essere rispettati. Farlo online non toglie assolutamente serietà all’attività, permettendo che la voce arrivi in ogni parte del mondo.

Per citare le battaglie di successo italiane più recenti avviate su Change.org, ricordiamo la petizione lanciata per chiedere una legge contro il revenge porn; la campagna lanciata da Debora Fabietti per ridurre l’uso e l’abbandono della plastica usa e getta a cui ha risposto direttamente sulla piattaforma il Ministro Sergio Costa; quella di Lidia Vivoli, sopravvissuta a un tentativo di femminicidio, che chiede l’allungamento dei tempi per la denuncia di violenze e che ha ricevuto risposta diretta da parte dei partiti; la vittoria della petizione di Luigi Galvano, 17 anni, che ha scongiurato il licenziamento di oltre 300 dipendenti da parte di FedEx nel 2018.

Queste battaglie nascono tutte da un’esigenza sentita come personale ma che incontra poi i bisogni della comunità. Il nocciolo del cambiamento, allora, non risiede tanto nel mezzo utilizzato (attivismo, piattaforma di petizone online, volontariato) quanto nella spinta ad agire per la protezione di interessi comuni.

 

Abbiamo scoperto che contribuire al miglioramento globale è possibile. Puoi esercitare questo potere in diversi modi: una firma, un lavoro sociale, occupare il tempo libero con attività di volontariato. Non importa come, quello che importa è che davvero puoi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.

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Roberta Catania

Da sempre grande lettrice di libri e fumetti, amante della tecnologia, del cinema e delle serie TV. Nella vita di tutti i giorni mi divido tra il Diritto, la Psicologia e la Criminologia. Personaggio preferito: Barbara Gordon - Citazione preferita "I promise loyalty. I promise secrecy and I promise courage" - Oracle

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