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Steven Spielberg pensa che l’AI sia “senz’anima” e “spaventoso”

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Per il regista Steven Spielberg, l’AI è “senz’anima” e “spaventoso”. No, non sta parlando del suo film del 2001 “AI – Intelligenza Artificiale”, basato su un progetto di Stanley Kubrick. Ma dell’intelligenza artificiale generativa come quella di ChatGPT o Bing Chat. E anche il famoso linguista Noam Chomsky ha espresso dubbi simili.

Steven Spielberg: l’AI è “senz’anima” e “spaventoso”

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In un’intervista per il Late Show condotto da Stephen Colbert mercoledì (che potete trovare in inglese qui sotto su YouTube), Spielberg ha parlato di come l’uso dell’IA nel processo artistico lo renda “molto nervoso”. “Amo tutto ciò che viene creato non da un computer, ma da una persona umana“, ha detto Spielberg a Colbert.

Mi rende molto nervoso perché stai essenzialmente prendendo qualcosa che hai creato e fatto tu stesso – ovvero il computer – e dando al computer l’autonomia sulla tua prospettiva e sulla tua persona umana”, ha aggiunto Spielberg.

Spielberg ha detto che è spaventoso che l’IA abbia il potere di togliere l'”anima” dal lavoro creativo. “Credo che l’anima sia inconcepibile e ineffabile“, ha detto Spielberg. “E non può essere creata da nessun algoritmo, è solo qualcosa che esiste in tutti noi. E perderla perché i libri, i film e la musica sono scritti da macchine che abbiamo creato? Questo mi terrorizza.”

Diversi altri artisti hanno espresso preoccupazioni sul fatto che i generatori di immagini alimentati dall’IA stiano di fatto plagiando altri autori, senza riconoscerne il valore. Sono più semplici da utilizzare, ma non creano qualcosa di davvero nuovo e originale, secondo i detrattori.

Anche Noam Chomsky, professore di linguistica, scienziato cognitivo e filosofo, crede che strumenti come ChatGPT abbiano “sacrificato la creatività per una sorta di amoralità“. In un editoriale per il New York Times, scritto da Ian Roberts e Jeffrey Watumull, gli esperti hanno spiegato come i sistemi di IA come ChatGPT sono incapaci di pensiero indipendente. Hanno aggiunto che le risposte di ChatGPT mostrano “qualcosa di simile alla banalità del male: il plagio, l’apatia e la rimozione”.

Parlare di etica e AI è spesso complicato perché risulta difficile distinguere le intenzioni della macchina da quelle di chi la programmata. Quello che è certo è che continueremo a discutere di questi temi ancora a lungo, considerando il successo di questi prodotti sul mercato.

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