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Italia: stop alle auto a combustione nel 2035, ma non spariscono i dubbi

Pur non senza dubbi, l'Italia si allinea alla visione di transizione ecologica dell'UE: stop alla vendita di auto benzina, diesel e metano dal 2035

Nella tarda serata di ieri, il Cite, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica, ha ufficializzato lo stop alla vendita di auto termiche dal 2035. La decisione, arrivata a compimento non senza qualche dubbio da parte di alcuni dei personaggi chiave della decisione, segue il tracciato segnato dall’Unione Europea, che poche settimane fa ha annunciato l’impegno ad attuare lo stop alla vendita di vetture endotermiche entro il 2035.

La decisione del Cite: stop alla vendita di auto termiche dal 2035, addio a benzina, diesel e metano

Con questa decisione il Governo Draghi, che si è dimostrato fin dai primi mesi di legislatura molto prossimo alle tematiche ambientali, decide di allinearsi alla posizione dell’Unione Europea, prima della ratifica della proposta del Parlamento Europeo. Anche in Italia, comunque, questa posizione non è ancora ufficiale e incontrovertibile. La decisione finale spetterà infatti al Parlamento, che dovrà discutere e decidere se fare propria questa linea proposta dal Cite.

Il Comitato interministeriale per la transizione ecologica, del quale fanno parte, tra gli altri, il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini e quello dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, ha ratificato questa linea nella sua ultima riunione. Nel dettaglio, lo stop alle vendite di auto con motore a combustione interna arriverà nel 2035. Per i veicoli commerciali leggeri, invece, il veto slitta al 2040. Il piano di graduale decarbonizzazione del trasporto privato è chiamato dal Ministero della Transizione Ecologica Phase Out, traducibile dall’inglese con “eliminazione graduale”.

Alla decisione segue una nota ufficiale del Mite (Ministero per la transizione ecologica). “In tale percorso occorre mettere in campo tutte le soluzioni funzionali alla decarbonizzazione dei trasporti in una logica di neutralità tecnologica“, precisa la nota. “valorizzando, pertanto, non solo i veicoli elettrici ma anche le potenzialità dell’idrogeno. In più, va riconosciuto, per la transizione, il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l’Italia sta costruendo una filiera domestica all’avanguardia.”. Lo stop riguarderà le vetture alimentate a benzina, diesel, GPL e metano. Nella misura sono comprese (al momento) anche le vetture ibride. Si salveranno solamente le automobili elettriche, a idrogeno o alimentate attraverso biocarburanti. Quest’ultima strada è portata avanti dagli investimenti che l’Italia sta attuando nel settore dei carburanti sintetici inseriti all’interno del Pnrr.

Il Governo avanza verso la transizione ecologica, ma non senza dubbi

Tra meno di 15 anni, quindi, sarà phase out per il motore endotermico. Questa decisione, però, arriva non senza qualche dubbio da parte di associazioni di consumatori, sindacati, industrie e persino di alcuni ministri. Già nota è la posizione del Ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, che già in occasione del COP26 di Glasgow dello scorso novembre si dimostrava scettico riguardo ad una transizione radicale in 15 anni. Giusto ieri Giorgetti, durante un intervento alla CNA, ha ribadito che “serve accortezza per questa transizione. Non vorrei arrivare a vedere ecologisti schierarsi contro gli operai. Oltre la metà della manodopera che attualmente lavora nella filiera dell’automotive, nel motore a combustione, non lavorerà più in quel settore”.

“La transizione ambientale non è soltanto rosa e fiori”, fa notare Giorgetti, che è seguito a ruota da numerosi rappresentanti del settore. L’Anfia (l’Associazione nazionale della filiera dell’industria automotive), ad esempio, fa notare come servano tempistiche di transizione più lunghe per aggiornare i piani industriali. Secondo Anfia, infatti, sono oltre 60.000 i posti di lavoro a rischio entro il 2035 di lavoratori nel campo dei motori endotermici, di cui 5.000 solo nel 2022. Al momento, poi, non esistono stime sul numero di posti di lavoro che lo stop alle auto termiche del 2035 potranno creare.

Ma lo scetticismo e la cautela non vengono portate avanti solo da ministri e associazioni, ma anche da alcune Case automobilistiche. Alla già citata COP26, ad esempio, sono state solo 8 le Case che hanno firmato un accordo per lo stop mondiale alla produzione di auto termiche entro il 2040. Solo Ford, General Motors, Daimler-Mercedes, BYD e Jaguar Land Rover hanno aderito al patto. Fuori i più grandi Gruppi mondiali come Volkswagen, Toyota, Stellantis, BMW. Il motivo? La transizione ecologica non può essere, secondo molti, estesa a tutti insindacabilmente, ma deve essere ponderata e affiancata ad un lavoro di adeguamento delle infrastrutture, di ricarica e non.

Quale sarà il futuro dell’auto in Italia dopo lo stop alle auto termiche entro il 2035?

Quale sarà quindi il futuro dell’automobile in Italia dopo lo stop alle auto termiche nel 2035? Innanzitutto, tranquillizziamo chi per esigenze personali non può e non potrà passare subito ad automobili a zero emissioni. Nel 2035 non ci sarà uno stop totale alla circolazione delle auto termiche, ma solo alla loro vendita. Quindi sia nel 2035 chi avrà ancora un’auto con motore termico o vorrà utilizzare, ad esempio, un’auto d’epoca potrà farlo. Negli ultimi mesi, poi, si è parlato tanto della filiera di automobili sportive e da competizione, di cui l’Italia è massimo esponente.

Per gli esigui volumi di vendita e per l’emozionalità di quelle vetture, infatti, si sta discutendo se istituire un esenzione dal blocco per auto sportive e da corsa. A questo proposito, nella nota del Mite si legge come “per quanto riguarda i costruttori di nicchia, misure specifiche potranno essere eventualmente valutate con la Commissione europea all’interno delle regole comunitarie.”. Le vetture con motore endotermico, quindi, non moriranno nel 2035. Di sicuro, però, la maggior parte del parco circolante diventerà elettrico, a idrogeno o a zero emissioni molto presto. Ad oggi, la data da attendere è il 2035. Il mondo dell’auto, però, si muove velocemente, e non sarebbe una sorpresa vedere questa soglia muoversi ancora nei prossimi anni.

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Giulio Verdiraimo

Ho 22 anni, studio Ingegneria e sono malato di auto. Di ogni tipo, forma, dimensione. Basta che abbia quattro ruote e riesce ad emozionarmi, meglio se analogiche! Al contempo, amo molto la tecnologia, la musica rock e i viaggi, soprattutto culinari!

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