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ChatGPT integrata in Expedia: l’intelligenza artificiale ci organizzerà i viaggi

Dove si dimostra che i chatbot non vanno censurati ma normati

La notizia in questione è, come si dice, in controtendenza. Ma in qualche modo, come vedremo nella seconda parte dell’articolo, ciò di cui vi parleremo è strettamente legato a quanto sta succedendo in questi ultimi giorni.

Ma partiamo dalla notizia: Expedia, la celebre azienda statunitense che organizza online viaggi in tutto il mondo, integrerà ChatGPT nella sua app, seppure in via sperimentale.

E il contesto in cui la novità emerge (ecco perché abbiamo parlato di controtendenza) è piuttosto caotico per la creatura di OpenAI. ChatGPT è infatti stato precauzionalmente sospeso nel nostro Paese e, come vedremo, l’azione del nostro Garante della privacy probabilmente ha creato un precedente, che sarà seguito da altri Paesi europei e non solo.

Ne riparleremo. Ora concentriamoci sulla notizia.

ChatGPT

ChatGPT integrato in Expedia

La notizia è stata data nella giornata di martedì 4 aprile.

E la leggiamo nel profilo LinkedIn di Rathi Murthy, CTO e Presidente di Expedia Product and Technology. Murthy ha fatto sapere che “oggi Expedia Group annuncia il lancio di una nuova esperienza in-app colloquiale di pianificazione dei viaggi alimentata da ChatGPT”.

In pratica, “i membri di Expedia possono iniziare una conversazione aperta mentre immaginano la loro prossima esperienza di viaggio.”

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Come funzionerà

Gli utenti di Expedia che accederanno all’app dell’azienda saranno subito assistiti dall’intelligenza artificiale, che li guiderà nell’articolata pianificazione del viaggio: dal volo all’hotel e non solo. La ricerca assistita comprenderà anche gli itinerari più adeguati alle esigenze e alla tipologia dei clienti.

Si tratta di un progetto sperimentale, che lo stesso CEO di Expedia, Petr Kern, ha definito un’esperienza “non per tutti”.

In questo momento, in cui ChatGPT è guardata a vista per quanto riguarda la privacy, non poteva mancare un accenno a questo delicato aspetto della questione.

E così, Expedia ha fatto sapere non solo di possedere “la più grande quantità di dati nel settore dei viaggi.” Ma Rathi Murthy ha aggiunto, proprio in riferimento alla sicurezza: “Vogliamo essere sicuri di disporre la giusta governance per eliminare ogni tipo di pregiudizio dalla nostra AI verso l’esterno”.

Non solo Expedia

Lanciata su iOS già dal 4 aprile, presto la versione dell’app di Expedia con ChatGPT approderà anche su Android.

Anche se naturalmente, almeno per ora, non sarà fruibile in Italia e nei Paesi dove ChatGPT è stata bloccata.

Ma il chatbot conversazionale di OpenAI, che ha di recente rilasciato la versione GPT-4, è stato o sarà integrato in una grande quantità di siti (per restare nell’ambito dei viaggi, Kayak). Ma anche in app come Snapchat, Klarna e OpenTable. O in strumenti di lavoro diffusissimi, come Zoom, Slack e Grammarly.

I confini legali di ChatGPT

A proposito di Paesi dove ChatGPT è stata sospesa, dicevamo che l’Italia – tramite il Garante per la protezione dei dati personali – ha fatto da apripista in questo senso.

Si contesta a OpenAI la mancanza di una chiara informativa sulle modalità di raccolta dei dati degli utenti, “l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali” e la mancanza di filtri per la verifica dell’età.

Lo stop del nostro Garante ha scatenato un effetto domino, come vi abbiamo raccontato in un recentissimo articolo. E adesso, ChatGPT rischia il ban in tutta Europa. E oltre, dal momento che il Garante per la privacy canadese ha avviato un’indagine su OpenAI. Il motivo? Raccolta, utilizzo e diffusione di dati personali senza consenso.

Benissimo, dunque, che una così nuova e dirompente tecnologia venga normata, e che le aziende proprietarie dismettano ogni eventuale tendenza megalomane.

Ma, come dimostra l’integrazione di ChatGPT in Expedia, i chatbot conversazionali possono apportare numerosi e notevoli vantaggi: un atteggiamento aprioristicamente critico sarebbe semplicemente fuori tempo massimo.

Il punto di vista di Bill Gates

Un ragionamento simile ha fatto Bill Gates, intervistato da Reuters.

Gates si è smarcato da Elon Musk e altri, che hanno chiesto di fermare lo sviluppo dei chatbot conversazionali. Il fondatore di Microsoft, invece, ha detto che “una pausa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale non risolverebbe le sfide future”. Semmai bisogna “concentrarsi su come utilizzare al meglio gli sviluppi dell’AI, poiché sarebbe difficile capire come una pausa potrebbe funzionare a livello globale. Quello che dobbiamo fare è identificare le aree difficili su cui intervenire.”

Bill Gates ha spiegato che, ad esempio, l’IA potrebbe portare grandi benefici a livello globale, come l’abbattimento delle barriere linguistiche e la velocizzazione dell’assistenza sanitaria.

Insomma, vale sempre il solito adagio: nessuna invenzione è buona o cattiva. Dipende dall’uso che se ne fa.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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