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L’FTC americana potrebbe bloccare l’operazione Microsoft-Activision

Acquisizione a rischio?

L’operazione Microsoft-Activision ha tempi così lunghi, e colpi di scena così frequenti, che al confronto l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk è sembrata una passeggiata di salute.

Ripercorreremo le principali tappe del tentativo da parte di Microsoft di acquistare Activision Blizzard.

Ultima a intervenire in ordine di tempo è (di nuovo) la FTC americana, ovvero la Federal Trade Commission, agenzia governativa che promuove la tutela dei consumatori e l’eliminazione e la prevenzione di pratiche commerciali anticoncorrenziali.

L’FTC ha chiesto alla corte della California di bloccare la chiusura dell’operazione così da consentire all’agenzia di valutare l’operazione. Scopriamo cosa è accaduto.

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L’FTC chiede lo stop dell’operazione Microsoft-Activision

L’FTC americana ha presentato un’ingiunzione per bloccare l’acquisto di Activision da parte di Microsoft.

Operazione che ha una data massima fissata al 18 luglio prossimo proprio da Microsoft. I tempi sono dunque strettissimi, e l’opposizione dell’FTC potrebbe davvero vanificare l’operazione.

L’ingiunzione ha l’obiettivo di “mantenere lo status quo e prevenire danni alla concorrenza durante la pendenza del processo amministrativo della FTC per determinare se la proposta di acquisizione viola la legge antitrust degli Stati Uniti”.

La Federal Trade Commission ha specificato che sono “necessarie sia un’ordinanza di restrizione temporanea che un’inibizione preliminare perché Microsoft e Activision hanno affermato che potrebbero concludere l’acquisizione proposta in qualsiasi momento”.

Dopo il veto del CMA inglese

Questo ostruzionismo da parte dell’FTC va a sommarsi a quello del CMA, ovvero l’antitrust inglese.

Che nel mese di aprile, come abbiamo riportato in un articolo, ha bloccato l’acquisizione, sostenendo che con l’operazione Microsoft-Activision si creerebbe una situazione di monopolio nel settore del cloud gaming (cioè del gioco in streaming). 

Il primo veto dell’FTC

Già nel mese di dicembre l’FTC si era opposta alla maxi operazione di acquisto, che per 69 miliardi di dollari ingloberebbe Activision Blizzard in Microsoft.

Secondo l’FTC l’affare estrometterebbe i competitor, perché “consentirebbe a Microsoft di sopprimere i concorrenti delle sue console di gioco Xbox e dei suoi contenuti in abbonamento”.

Inoltre “con il controllo sui franchise di successo di Activision, Microsoft avrebbe sia i mezzi che i motivi per danneggiare la concorrenza manipolando i prezzi di Activision, degradando la qualità del gioco di Activision o l’esperienza del giocatore su console e servizi di gioco rivali, modificando i termini e i tempi di accesso ai contenuti di Activision. O rendendoli del tutto indisponibili sulle piattaforme della concorrenza, con conseguenti danni per i consumatori.”

I timori (sopiti) dell’Europa

Dubbi simili erano stati espressi nel mese di novembre dalla Commissione europea.

Che tuttavia ha di recente cambiato opinione e fornito il suo assenso all’operazione. Decisione così commentata da Brad Smith, Vice Chair and President di Microsoft: “La Commissione europea ha richiesto a Microsoft di concedere automaticamente la licenza dei titoli più popolari Activision Blizzard ai servizi di cloud gaming concorrenti.

Questo provvedimento sarà applicato a livello globale e consentirà a milioni di utenti in tutto il mondo di giocare a questi titoli su qualsiasi dispositivo di loro scelta”.

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Cosa accadrà ora

I tempi, dicevamo, sono stretti.

Il giudice degli Stati Uniti dovrà ora decidere se emettere o meno un’ordinanza di restrizione temporanea per congelare l’accordo per due settimane, e un’inibizione preliminare che impedirebbe l’acquisizione sino all’udienza probatoria fissata per il prossimo 2 agosto.

Intervistato da The Verge, il vicepresidente Brad Smith ha detto: “Accogliamo con favore l’opportunità di presentare il nostro caso in un tribunale federale. Crediamo che accelerare il processo legale negli Stati Uniti porterà alla fine a una maggiore scelta e concorrenza sul mercato”.

Va aggiunto che se l’accordo non dovesse concludersi, Microsoft potrebbe pagare ad Activision Blizzard una commissione di risoluzione salata: sino a 3 miliardi di dollari.

Eppure Phil Spencer, amministratore delegato di Microsoft Gaming, è ottimista. Ha detto Spencer: “Microsoft è molto impegnata, noi siamo molto impegnati. Stiamo cercando di arrivare a delle soluzioni. Lo abbiamo fatto con la Commissione Europea. Sono fiducioso che troveremo soluzioni anche nelle altre aree. Ci vuole tempo, ci vuole concentrazione, ma sono fiducioso.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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