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Google ancora lontano dai suoi obiettivi di inclusività

Google pubblica il report sulla diversità mostrando gli obiettivi da migliorare

In quanto azienda, Google si era ripromessa di raddoppiare il numero di lavoratori neri entro il 2025. Un obiettivo che, stando a quanto pubblicato nel report sulla diversità, è ancora piuttosto lontano. Nonostante siano aumentati gli uomini di colore, sembra che Google abbia grossi problemi a fidelizzare le donne sul posto di lavoro. A confermarlo sono i dati rilasciati proprio ieri dal colosso tecnologico.

Per comprendere la gestione dei suoi dipendenti, l’azienda utilizza una scala che chiama indice di attrito, con il numero 100 utilizzato come punto di riferimento. Il tasso di abbandono per le donne nere su quell’indice è passato da 110 nel 2020 a 146 nel 2021. Tra le donne native americane, l’indice di abbandono è stato segnalato a 148 nel 2021, rispetto ai 123 nel 2020. Così ha rivelato il report pubblicato da Google.

Google: azienda punta ad essere più inclusiva nei confronti delle donne nere

Riconosciamo la piattaforma che abbiamo e la posizione del marchio che abbiamo e sappiamo che ci sono altre aziende che ci stanno guardando e osservando. E vogliamo assicurarci di non mostrare solo i nostri successi, ma anche le aree di cui abbiamo bisogno di migliorare“. Così ha commentato Melonie Parker, Chief Diversity Officer dell’azienda Google, alla pubblicazione del report che ha mostrato l’alto tasso di abbandono da parte delle donne di colore.

Nonostante questo, è innegabile che la compagnia abbia fatto dei miglioramenti notevoli. Raddoppiando, ad esempio, il numero di dipendenti neri assunti nel suo team dirigenziale statunitense al 7.1% dal 3.6% dell’anno precedente. O incrementando il numero di donne nella leadership di Google in tutto il mondo dal 26.7% al 28.1%. Eppure il rapporto mostra anche che la forza lavoro della compagnia negli Stati Uniti è composta per il 68% da uomini e per il 32% da donne. Inoltre, ben il 50% dei dipendenti statunitensi sono bianchi, rispetto al 42% asiatico, al 6.4% latino, al 4.4% nero e allo 0.8% nativo americano.

Dati che senza dubbio non confortano l’azienda Google, che alla fine dello scorso anno ha subito non poche critiche per la gestione del licenziamento della ricercatrice Timnit Gebru. La donna ha accusato il colosso tecnologico di razzismo e ritorsione e ha subito molestie online per mesi. Dopo questi avvenimenti, CEO Sundar Pichai ha dichiarato che l’azienda prevede di raddoppiare il numero di dipendenti neri entro il 2025, e di aumentare del 30% il numero di lavoratori sottorappresentati nelle posizioni di rilievo. “Ci riterremo responsabili della creazione di un posto di lavoro inclusivo“, ha dichiarato Pichai. Ma il rapporto pubblicato dimostra che non è così.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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